Luca Desserafino sdb "Non spegnete lo Spirito"

14 dicembre 2014 | 3a Domenica di Avvento - Anno B | Omelia
La liturgia di questa III domenica del tempo di Avvento ci propone, con linee più marcate, più definite, la figura di Giovanni il Battista. Egli è per il popolo d'Israele l'ultimo profeta, il precursore, colui che prepara la via al Messia.
Con la sua vita e con le sue parole, egli invita coloro che a lui vengono a convertirsi, a preparare e a far
posto nella personale esistenza, all'incontro col Messia, il figlio di Dio che viene. Le sue parole, senza mezzi termini, senza troppi complimenti, ieri come oggi, sono di stimolo ad ogni credente; il richiamo è forte: "Rendete diritta la via del Signore".

Consapevole di non essere lui il Messia, ma soltanto "una voce che grida nel deserto", invita ognuno di noi a porre la nostra attenzione verso Colui che è la pienezza della vita, la promessa concreta dell'amore del Padre, il Messia.

La prima lettura, tratta dal profeta Isaia, ci indica la piena consapevolezza che il Signore agisce nella storia. La speranza insita nel cuore di ogni creatura trova la piena soddisfazione nella promessa di quel Signore che non abbandona mai, nemmeno un momento, non abbandona il suo popolo e nemmeno le sue creature.

Questo è il passo della Torah che l'evangelista Luca utilizzerà per rendere pubblica l'identità di Gesù; da questo momento in poi egli si fa conoscere come Messia tra lo stupore dei dottori della Legge e la gioia del popolo.

Quello che ora è soltanto descritto dal profeta, l'evangelista Luca lo propone come pieno compimento della Scrittura stessa, perché è Gesù il compimento stesso di quella promessa di Salvezza contenuta nella Scrittura.

La seconda lettura, tratta dalla prima ra di san Paolo ai Tessalonicesi, ci mette in evidenza l'atteggiamento filiale del ringraziamento. L'atteggiamento della riconoscenza che Paolo spinge ad avere nei confronti del Padre, riconoscenza in ogni cosa, data dal fatto che il cristiano vede la creazione, e quindi le cose, con occhi nuovi.

Il rapporto col Padre, gestito nella preghiera, è per il cristiano fonte di gratitudine per tutti i doni che il Padre fa'.

E poi Paaolo ci lascia due importanti segnalazioni che devono entrare a far parte nell'agire di ognuno: "non spegnete lo Spirito" e "astenetevi da ogni specie di male". Sia il primo che il secondo atteggiamento sono, per la vita del credente, essenziali da mantenere.

In questo tempo che ci prepara alla venuta del Messia, questi due atteggiamenti non devono essere snobbati o lasciati al caso, ma preparati debitamente nella vigilanza e nella conversione dei cuori.

Con la certezza di Paolo anche ogni credente deve essere e farsi testimone di chi ha incontrato, perché: "degno di fede è colui che vi chiama".

Il Vangelo di Giovanni, ci presenta la figura del Battista. Egli ci viene presentato come un testimone, un testimone che rende testimonianza alla luce, una testimonianza credibile per chi decide di mettersi alla sequela della luce.

Per Giovanni la funzione del Battista è chiara, egli è "voce di uno che grida nel deserto: rendete diritta la via del Signore". L'interrogatorio dei farisei mette bene in luce l'atteggiamento di Giovanni nei confronti del Padre; egli, come d'altronde i profeti passati, pone alla base del suo rapporto di credente l'obbedienza.

Obbedienza al Padre che lo incarica di essere annunciatore del compimento della Promessa, precursore del Cristo, del Messia. Ed è proprio nello spirito di obbedienza a questo progetto che sviluppa tutta la sua missione e compie la sua vita.

L'atteggiamento obbediente alla Parola di Dio di Giovanni Battista, tratteggiato qui come abbozzo, sarà l'atteggiamento qualificante della fede del Figlio di Dio, e come tale è l'atteggiamento richiesto a coloro che si mettono alla sua sequela.

La si sente nell'aria l'attesa del Santo Natale.

*  Per chi ha una salda fede, Natale è l'attesa che cambi qualcosa, come solo Dio può fare, servendosi di noi in questo mondo.
* Per chi Natale è solo un'occasione di doni, è la fragile gioia di fare contenti per un momento coloro che amiamo.
* Per chi è solo consumo, diventa un frenetico scambio di auguri, in tutti i modi. Come se tutti volessero farci ricordare che 'ci siamo', almeno per un giorno!
* Ma per noi la gioia viene da altra sorgente, che è vera Gioia: la venuta tra di noi di Dio, nato a Betlemme.

Dio fra noi, come uno di noi. Immensità di amore: vera follia di Dio che, nella sua infinita grandezza, ci ama così tanto - noi, cosa da niente, troppe volte - perché ai suoi occhi di Padre chiunque di noi è di immenso pregio, siamo figli da Lui creati!

E un Padre non può fare a meno di 'riavere' accanto a sè, se vogliono, i figli che ama.

Sant'Agostino, grande Padre della Chiesa, parlando di Giovanni Battista dice:

"Se alla voce togli la parola, che cosa resta?
Dove non c'è senso intelligibile,
ciò che rimane è semplicemente un vago suono.
La voce senza parola colpisce bensì l'udito, ma non edifica il cuore".

Che in questa preparazione al santo Natale, ognuno di noi possa essere, come Giovanni Battista, "voce", testimone vivente di quel Dio che per amore si è fatto uno di noi.  

Luca Desserafino sdb

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