Luca Desserafino sdb"Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa"

In questa seconda domenica del tempo di Avvento la liturgia ci presenta un'altro verbo che ci aiuta a vivere bene l'attesa del Natale.
Se la scorsa settimana, come abbiamo potuto dire, il verbo interessato era il vegliare, questa settimana, il verbo interessato è convertire.
Presentandoci la figura di Giovanni il Battista, la Scrittura ci ricorda che ,come lui, anche ogni battezzato deve prepararsi all'incontro con il Figlio di Dio. In questo modo egli fa da promemoria per ognuno di noi, ci stimola nella vigilanza e ci spinge alla conversione attenta e puntuale.

Agli Ebrei del VI secolo rimasti in Palestina o deportati in Babilonia,
la parola del profeta ridà speranza e invita alla fiducia: Dio viene, e cammina alla testa del suo popolo per riportarlo, libero, dal paese della schiavitù verso la propria terra. Pastore buono, ha cura di chi è debole e piccolo; Dio forte, trova la sua gioia nel perdonare e nel rifare tutto nuovo.

Salvezza, gioia, amore, verità, giustizia, costituiscono il corteo del Signore Dio. Sono questi, i beni dell'alleanza, dell'amicizia tra Dio e i suoi, ritratti nella prima lettura. Come dire che essi non provengono da noi, ma ci sono donati da colui che ci chiama a convertirci a lui, affinché i nostri peccati siano perdonati.

Nella seconda lettura,

rispondendo alle obiezioni di certi fedeli sul ritorno del Signore, Pietro afferma: "Dio ha una nozione del tempo diversa dalla nostra"; e aggiunge: "Dio è paziente e attende che il maggior numero possibile di peccatori si converta".

Dio, incarnandosi, tiene conto dell'uomo, della sua crescita e del suo comportamento, non lo guarisce senza la fede, senza la conversione; prende il tempo necessario per condividere la vita col suo interlocutore, perché egli lo pone al centro di una Alleanza che chiama in causa la sua libertà e il suo amore.

In un mondo votato al cambiamento ed alla attesa del giorno di Dio che realizzerà nuovi cieli e una terra nuova, la santità della vita e la pietà danno sicurezza e tranquillità di fronte agli elementi che si dissolvono e si fondono.

La santità della vita non è solo oggetto del giudizio finale, ma già prepara questo giudizio; la preghiera che sale dal cuore non chiede soltanto la venuta del Signore come un avvenimento improvviso, ma già lo legge negli episodi della storia umana, perché "Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa".

Nel brano del Vangelo, Giovanni

invita ad esprimere, attraverso un segno che non è soltanto cerimoniale, la volontà di conversione e la speranza dei tempi nuovi, caratterizzati dall'effusione dello Spirito Santo.

In questi tempi nuovi, che per noi sono già cominciati, anche se non ancora del tutto realizzati, l'invito alla conversione sfocia necessariamente in gesti significativi di perdono reciproco, nei quali è testimoniato l'amore preveniente e misericordioso del Padre.

Momenti privilegiati d'incontro con il Dio che salva e che perdona, sono il sacramenti del battesimo e della penitenza , ma non devono mancare anche gli atteggiamenti concreti della comunità e dei singoli (condividere, perdonare, accogliere...), da cui traspare la realtà di un cuore nuovo.

"Preparare la strada" all'accoglienza del dono d'amore del Padre
vuol dire predisporre il nostro cuore e la nostra vita
all'accoglienza della Parola,
come lo è stato per Maria, modello verace di ogni credente.

Luca Desserafino sdb

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