MACCHETTA Domenico:2ª Domenica di Avvento - Anno B,

07 dicembre 2014 | 2a Domenica di Avvento B | Appunti per la Lectio 2014
1ª LETTURA: Is 40,1-5.9-11
Giovanni il Battista ci scuote dal sonno e grida oggi la parola d'ordine di questa seconda domenica d'Avvento: "Preparate la strada del Signore". Ma dobbiamo risalire alla sorgente di quest'espressione, che troviamo all'inizio di un libro, chiamato il libro della consolazione di
Israele, titolo che si dà alla seconda parte del libro di Isaia, opera di un profeta anonimo dell'esilio babilonese, chiamato Deutero Isaia o Secondo Isaia.
"Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che è finita lasua schiavitù". È finito il castigo stabilito da Dio, perché è Dio che ha deciso l'esilio del suo popolo: questo non è un dato secondario! I Babilonesi sono stati solo strumenti, ma è sempre Dio il regista di tutto, questo Dio che si serve di tutto, anche del male causato dagli uomini empi, per dare lezioni al suo popolo.
Nella lettera che Geremia scrive ai deportati in Babilonia si legge: "Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele, a tutti gli esuli che ho fatto deportare da Gerusalemme a Babilonia: Costruite case e abitatele... solamente quando saranno compiuti, riguardo a Babilonia, settanta anni, vi visiterò e realizzerò per voi la mia buona promessa di ricondurvi in questo luogo. Io, infatti, conosco i pro
getti che ho fatto a vostro riguardo - dice il Signore - progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza" (Ger 29,4.10-11).

VANGELO: Mc 1,1-8

Compare Giovanni Battista, la Voce. Ci viene presentato nel deserto, con il vestito di Elia: peli di cammello, cintura di pelle ai fianchi e, secondo alcuni, cappuccio, come vestiranno i primi monaci del deserto. Il Vangelo di questa domenica è la prima pagina del Vangelo di Marco, che inizia con un'espressione tanto telegrafica quanto solenne: "Inizio del Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio". Ci viene subito da pensare a un'altra solenne espressione, che troviamo verso la fine del Vangelo, in bocca al centurione romano: "Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!". Tutto Marco allora è presentato in una grande "inclusione": Gesù è Figlio di Dio.
Dio, il consolatore, sta per arrivare per essere l'Emmanuele, il Dio che cammina alla testa del suo popolo. Bisogna allora preparare la strada per il Signore. Gli evangelisti, citando questo testo secondo la LXX e la Volgata ("Voce di chi grida nel deserto..."), l'hanno applicato a Giovanni Battista che annunciava la venuta del Messia. L'ambiente geografico, sia per il ritorno degli esuli, sia per il Battista, è il deserto, questo luogo grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz'acqua, dove Dio ha portato il suo popolo per renderlo umile e per parlare al suo cuore.
Nel deserto siamo chiamati a venire noi in questa seconda domenica di Avvento, per preparare la strada del Signore. Il deserto è il luogo dell'essenzialità, dove cade ogni idolo, dove emergono le nostre storture e le nostre immaturità, dove chiamiamo per nome le buche da colmare e i colli da abbassare. Decidersi per il Signore, ta
gliando su molte cose, sradicando ogni compromesso con la mondanità: questo è l'essenziale, come fa capire la 2ª lettura. Invece di calcolare e discutere sui tempi della venuta del Signore, dice la 2ª lettera di Pietro, sfruttiamo il tempo che Dio ci concede per convertirci: domani potrebbe essere tardi.

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MACCHETTA Domenico:

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