Alberto Maggi frate OSM"TU SEI IL FIGLIO MIO, L’AMATO: IN TE HO POSTO IL MIO COMPIACIMENTO -"

BATTESIMO DEL SIGNORE – 11 gennaio 2015Mc 1,7-11
In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte
di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi
ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel
Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e
lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal
cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Tutti gli evangelisti sono concordi nell’indicare l’attività di Gesù,come quella di colui
che battezza nello Spirito Santo. E questo è possibile perché in Gesù risiede la
pienezza dello Spirito Santo,cioè la forza,la capacità e la potenza d’amore di Dio.
Questa accoglienza dello Spirito da parte di Gesù viene indicata dagli evangelisti
nell’episodio del battesimo. Leggiamo come ce la narra l’evangelista Marco.
“«Ed ecco,in quei giorni…»” - questa espressione ”in quei giorni”,che appare per
la prima volta in questo Vangelo,indica il compimento delle promesse di Dio –
“«Gesù»” – il nome è lo stesso di Giosuè,in ebraico,colui che fece entrare il popolo
nella terra promessa – ma poi le credenziali di questo Gesù sono veramente pessime
perché, ci scrive l’evangelista,che “«venne da Nàzaret di Galilea …»”.
La Galilea è la regione disprezzata,la regione dei facinorosi,dei rivoluzionari – al tempo
di Gesù dire “galileo” significava dire “testa calda”,”fanatico”– ebbene,Gesù viene
proprio dalla Galilea. Ma si credeva che il Messia sarebbe dovuto venire dalla
Giudea,dalla regione santa,e non dalla Galilea.
E per giunta viene proprio da Nazaret che era un borgo selvaggio,dalla brutta
reputazione,che era un po’ il covo dove si rifugiavano gli zeloti, i rivoluzionari,
contro di Roma. Non bisogna dimenticare che era ancora vivo il ricordo di Giuda il
Galileo,che proveniva appunto dalla Galilea: si era proclamato Messia ed aveva
iniziato una rivolta contro Roma, finita poi in un bagno di sangue.
“«E fu battezzato nel Giordano da Giovanni »”, Giovanni aveva annunziato un
battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Perché Gesù va a farsi
battezzare? Il battesimo è un simbolo di morte: ci si immerge e si muore al proprio
passato.
Anche per Gesù il battesimo sarà un simbolo di morte,ma non di un passato ingiusto,
di peccato – che lui non ha da farsi perdonare – ma di accettazione di morte nel
proprio futuro: una donazione del suo amore agli uomini, che può arrivare al punto di
accogliere la morte. Infatti Gesù quando parlerà della sua morte,ne parlerà come di
un battesimo: ”c’è un battesimo che io devo accogliere” .

1 E vediamo come ci descrive l’evangelista questo battesimo di Gesù,inserendo nella
scena del battesimo gli stessi termini che poi collocherà al momento della morte, per
indicare che battesimo e morte di Gesù sono una sola cosa.
“«E subito salendo dall’acqua …»” - scendere nell’acqua è un’immersione nella
morte,ma la morte non trattiene Gesù - Gesù immediatamente sale dall’acqua.
“«…vide squarciarsi…»”– è importante questo verbo squarciarsi -“«…i cieli…»”:
si credeva che Dio era talmente arrabbiato con l’umanità che aveva come sigillato i
cieli, non c’era più comunicazione tra Dio ed il suo popolo – basta pensare al desiderio
di Isaia nel suo libro, quando scrive “ ah,se tu squarciassi i cieli e discendessi !”.
Quindi, c’era questa attesa che Dio squarciasse i cieli: ma i cieli erano chiusi, erano
sigillati. Ebbene, nel momento in cui Gesù s’impegna a manifestare l’amore di Dio
senza limiti, c’è una risposta da parte di Dio di un amore senza limiti. Ed i cieli non si
aprono: qualcosa che si apre poi si può richiudere. I cieli si squarciano, si lacerano e
quindi non possono più essere ricomposti : con Gesù la comunicazione di Dio con
l’umanità sarà, da questo momento, continua,crescente ed ininterrotta.
Ebbene, questo verbo “squarciare” lo ritroviamo poi al momento della morte di Gesù,
quando “il velo del Tempio si squarciò”, il velo nascondeva la stanza segreta dove si
credeva ci fosse la presenza di Dio: nel momento in cui Gesù muore in croce,il velo si
squarcia e rivela chi è Dio.
Chi è Dio? E’ l’uomo che per amore ha donato la sua stessa vita.
“« E lo Spirito …»” - l’articolo determinativo,“lo”,indica la totalità - «… lo Spirito
…»” - e Gesù,l’attività di Gesù sarà battezzare nello Spirito Santo,ma su Gesù non
scende lo Spirito Santo,ma “lo Spirito” - perché “Santo” non indica soltanto la
qualità di questo Spirito ma l’attività di consacrare,di separare l’uomo dal male - e
Gesù non ha bisogno di essere separato dal male.
“« E lo Spirito …»” - quindi la totalità dell’amore di Dio - “« .. discendere verso
di lui …»” : nel momento in cui Gesù sale dall’acqua, ecco un movimento che dal
cielo, scende lo Spirito su Gesù.
Questo termine - “Spirito” – lo ritroviamo anch’esso poi nella morte di Gesù, quando
Gesù “spirò”, che nel greco ha la stessa radice di “Spirito”: Gesù sulla croce,lo Spirito
che ha ricevuto al momento del battesimo, lo comunica a quanti lo accolgono, e con
lui e come lui vorranno dedicare la propria vita per il bene degli uomini.
Questo Spirito discende verso di lui “«… come una colomba … »”. Perché questa
immagine della colomba? Era proverbiale l’amore della colomba per il proprio nido:
alla colomba anche se gli si cambia il nido, lei torna sempre al suo nido originario.
Quindi, Gesù è il nido,è la dimora dello Spirito. In più l’immagine che c’è nel libro della
Genesi, che lo Spirito del Signore si librava – al momento della creazione – sulle
acque, veniva interpretata dai rabbini come il volo di una colomba sulla sua nidiata.
Quindi, questo riferimento alla creazione fa vedere che in Gesù si realizza il
compimento del progetto di Dio sull’umanità, il progetto della creazione.
2 “« E venne una voce dal cielo …»” – mentre Gesù vide squarciarsi i cieli, quindi fu
una sua esperienza – qui la voce venne dal cielo, quindi è una dimostrazione per tutti.
Ebbene, lo stesso termine “voce” - in greco “ fonè ” – lo ritroviamo al momento della
morte di Gesù, quando - è strano che Gesù agonizzante, ormai morente - scrive
l’evangelista - ”diede un grande grido“ : il termine “grido” e “voce”,in greco è lo
stesso.
E’ un grido di vittoria perché l’amore è più forte della morte,l’amore è più forte del
peccato: quando Pietro ha tradito Gesù, il gallo ha cantato ed il verbo nella lingua
greca è lo stesso,è il “grido” . Ebbene,l’amore di Gesù è più forte del peccato del
proprio discepolo: quindi è il “grido” di vittoria.
E qui la voce dal cielo – l’evangelista ci riporta una citazione del Salmo 2,il versetto 7
- “«Tu sei Figlio mio»”. Qui non indica tanto chi è Gesù,ma chi è Dio: se Gesù è
intenzionato a dedicare tutta la propria esistenza per comunicare vita agli uomini -
figlio è colui che assomiglia al padre nel suo comportamento – significa che questo è il
lavoro di Dio.
 Il lavoro di Dio è comunicare vita agli uomini perché l’abbiano in abbondanza.
“«Tu sei il Figlio mio»”- e questa espressione “il Figlio di Dio, Figlio mio” - la
ritroviamo anch’essa al momento della morte di Gesù: l’unico che ha capito Gesù,
non sono stati né i suoi familiari,né i discepoli,tantomeno i sacerdoti ed i farisei,
ma un pagano,uno straniero,il centurione,il boia presente alla crocifissione.

Scrive l’evangelista che “vedendolo spirare in quel modo … “- in quel modo ricco
d’amore - “… il centurione esclamò: « Veramente quest’uomo era Figlio di Dio! »”.
Quindi, abbiamo visto come i termini del momento del battesimo, l’evangelista poi li
ripropone al momento della morte di Gesù, per indicare che, per Gesù, il battesimo è
l’accettazione di morte nel futuro: per essere fedele all’amore di Dio, per liberare gli
uomini, Gesù andrà incontro alla morte.
Poi si conclude questo brano con l’espressione “«… l’amato …»” .
L’amato significa il figlio erede,colui che eredita tutto del Padre: non si può dividere
Gesù da Dio,Dio e Gesù sono la stessa cosa.
In Gesù,Dio manifesta quello che è : Amore senza fine per tutta l’umanità.
“«… : in te ho posto il mio compiacimento».” : il compiacimento del Padre è
stata la comunicazione di pienezza di vita – lo Spirito – che poi Gesù comunicherà a
quanti lo accoglieranno.

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