D. Gianni Mazzali SDB "MI HA MESSO SULLA BOCCA UN CANTO NUOVO"

18 gennaio 2015 | 2a Domenica - T. Ordinario B  | Omelia
Ci viene rivolta oggi una Parola che abbiamo già ascoltato, a cui forse abbiamo fatto l'abitudine. Percepiamo, penso, il rischio pericoloso dell'assuefazione, di ripetere quasi per inerzia gesti e riti usuali, di procedere con un'andatura stanca. Liberiamoci di questo ingombrante e pesante
mantello e più leggeri, più disponibili affrontiamo la novità, la freschezza, la vera bellezza di una Parola che non solo ci affascina, ma ci smuove.

Riconoscere la voce di Dio è travaglio di gioia

Ho riflettuto in questi giorni sulle intuizioni profonde di due bambini nel dialogo, immediato, incalzante con i loro genitori proprio su di un tema che saremmo portati a non considerare caratteristico dei bambini di oggi: il rapporto con Gesù. Parole semplici e profonde che hanno lasciato i genitori disarmati, senza parole.
Mi viene spontaneo collegare la pagina del primo libro di Samuele con queste piccole esperienze del mio quotidiano. Si tratta di una pagina antica, ma vale la pena fare lo sforzo per apprezzarne la freschezza, la contemporaneità. Dio chiama, ma la sua voce non è riconosciuta, reiteratamente. Il giovane Samuele ha bisogno di un mediatore, di un interprete che, non subito e con qualche incertezza, lo aiuta a prendere consapevolezza di un Interlocutore tanto invisibile quanto reale. Samuele si fida della sua guida e "aggancia" con Dio che vuole dialogare con lui.
Riconoscere la voce di Dio nel marasma delle nostre esperienze quotidiane, nella convulsione di opposte percezioni, nell'accavallarsi di messaggi e stimoli contrastanti e contraddittori risulta difficile, alquanto incerto per molti di noi. Tra tante voci, tante emozioni, tanti assiomi Dio appare lontano, evanescente e soprattutto silenzioso. Un giornalista diceva in questi giorni che lo Spirito Santo non querela chi usa un linguaggio blasfemo nei suoi confronti. Da soli ci perdiamo o ci rifugiamo nei luoghi comuni, abbiamo bisogno di interpreti, di mediatori che, con tutti i limiti della loro umanità, ci guidino a discernere, a riconoscere la voce di Dio, il suo progetto su ciascuno di noi. Ciò comporta travaglio, a volte sofferenza, a volte la necessità di svuotarci per alleggerirci. Quanta gioia, quanta freschezza, quanta immediatezza da un cuore aperto e da una mente libera. E' l'ebbrezza del gabbiano Gionatan che ha ritrovato se stesso. Nel dialogo con Dio ritroviamo noi stessi e possiamo tentare di esserlo nella vita di ogni giorno.

Seguendo il Maestro "vedi" la novità e la bellezza della tua vita

Fin dal suo primo contatto con loro Gesù non assume un atteggiamento condiscendente, accattivante, facilitante nei confronti dei suoi apostoli. Dimostrano buona volontà, lo seguono e Gesù, senza alcuna propaganda, chiede loro un impegno senza fornire garanzie: "Venite e vedrete". E' la dialettica di Gesù, è il suo metodo che coinvolge tutta la persona e la vita di Giovanni e di Andrea.
Noi siamo abituati oggi, prima di intraprendere un'azione, prima di fare un passo impegnativo a richiedere garanzie, a preoccuparci della sicurezza a verificare la copertura dell'assicurazione. E tutte queste riserve, tutte queste sicurezze spesso ci racchiudono in un piccolo e ristretto universo, in cui stiamo scomodi e che comunque spesso ci contraddice anche nelle nostre più legittime aspettative. Gesù ci invita a guardare alla vita, al rapporto con Dio, con gli altri e con noi stessi con una libertà ed una apertura che molti ritengono improponibile audacia, sprovveduta ingenuità o banale credulità. Eppure la tua vita diviene bella, luminosa, coinvolgente quando smetti di fidarti di te stesso, vai al di là del piccolo universo che ti vuole incapsulare e il tuo sguardo si rinnova, si dilata e ti viene spontaneo dire: "Che bello vivere così!".
Quale impertinenza da parte di Gesù nel cambiare il nome di Pietro senza chiedergli prima il consenso! Eppure, con tutta la sua irruenza, Pietro accetta questo sopruso, questa violazione e inizia il cammino, anche faticoso che lo porterà ad essere "la pietra", il baluardo.
Samuele, Giovanni, Andrea, Pietro, con qualche ovvia differenza, sono persone giovani che stanno intraprendendo o hanno già intrapreso il percorso della loro vita. Pietro è già sposato e deve svolgere la sua attività per il bene della sua famiglia. Il Maestro ti incontra mentre sei in cammino, in una particolare situazione che caratterizza in quel momento il tuo percorso esistenziale. Ti offre una possibilità, quella di andare con lui e quindi poi di "vedere", di capire. E' essenziale che tu ti renda conto che si tratta di un dono che può cambiare radicalmente la tua vita, che sovverte gli equilibri, che disorienta chi ti sta accanto, ma che a te dona un'ebbrezza e una serenità che non hai mai sperimentato.
D. Gianni Mazzali SDB

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