D. Mario MORRA SDB"Abbiamo trovato il Messia, che significa il Cristo"

18 gennaio 2015 | 2a Domenica - T. Ordinario B | Omelia
La Liturgia di questa domenica può essere considerata un po' il prolungamento della festa dell'Epifania, festa delle manifestazioni di Gesù.
Nel Natale Gesù si fa conoscere ai pastori per mezzo dell'Angelo; nell'Epifania, si rivela a tutti i popoli, rappresentati dai Magi, attraverso la stella; nel Battesimo al Giordano è il Padre stesso che presenta Gesù come Messia;
oggi è il Battista che, vedendo passare poco distante Gesù, lo indica ai suoi seguaci "Ecco l'Agnello di Dio"!
A queste parole, Andrea e Giovanni, spinti dal desiderio di conoscere il Messia, seguono Gesù, e si fermano con Lui per tutto quel giorno.
Sarà così importante per loro quest'incontro con Gesù, che non si cancellerà più dalla loro mente, anzi Giovanni, quando scriverà il suo Vangelo, quasi centenario, ne ricorderà persino l'ora: "erano circa le quattro del pomeriggio".
Andrea è così pieno di gioia che non può fare a meno di comunicare la bella notizia al fratello Simone: "Abbiamo trovato il Messia, che significa il Cristo".
Gesù in seguito inviterà Andrea e Giovanni a seguirlo, e farà di loro i suoi apostoli più giovani; a Simone cambierà addirittura il nome in Pietro, perché lo costituirà pietra, fondamento della sua Chiesa.

La 1a lettura ci presenta la chiamata da parte di Dio del giovane Samuele.
Samuele è inesperto, non conosce ancora "la parola del Signore", ma dietro il consiglio del vecchio Eli, si dice aperto alla voce che lo chiama e la segue: "Parla perché il tuo servo ti ascolta".
Il brano si conclude: "Samuele acquistò autorità perché il Signore era con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole".
Samuele sarà l'ultima grande Guida del popolo di Israele, che preparerà, a malincuore, il passaggio alla monarchia con l'unzione a re di Saul e poi di Davide, dalla discendenza del quale nascerà Gesù, il Messia promesso.

Ascoltando questi episodi della Sacra Scrittura, viene spontanea, per noi una riflessione.
Ogni uomo fa parte di un grande disegno di Dio, che è il piano di salvezza; Dio ci chiama all'esistenza per un suo particolare progetto di amore, e ci dirige, indicandoci nel tempo, la nostra via; è questa la nostra chiamata, la nostra vocazione personale.
Dio non costruisce gli uomini in serie, sopra una comune catena di montaggio; non usa lo stesso stampo per due persone; pensa a ciascuno personalmente.
Scoprire la propria vocazione pertanto significa scoprire il progetto di vita che Dio ha su ciascuno di noi.

È importante poi rilevare che, nella Bibbia, la chiamata di Dio è sempre legata ad una missione, ad un servizio ai fratelli. Il chiamato è uno che collabora con Dio nella realizzazione del grande progetto di salvezza che Dio ha nei riguardi dell'umanità.
Il primo collaboratore di Dio è proprio Gesù, chiamato a realizzare il progetto di Dio per salvare gli uomini; in lui tutti noi giungiamo alla salvezza e collaboriamo per la salvezza degli altri.
Gesù, entrando nel mondo dice infatti con il salmista: "Ecco, io vengo Signore, per fare la tua volontà".

Può sembrare forse difficile per noi rispondere alla chiamata del Signore, quasi che questa sia una costrizione. Dobbiamo però riflettere che la chiamata del Signore si fonda sempre sulle doti personali che il Signore stesso ha posto in ognuno di noi.
Il Signore ci prepara alla nostra missione, donandoci doti particolari di salute fisica, di intelligenza e di cuore. A noi sta semplicemente sviluppare tali capacità e metterle a frutto. Un dottore, un ingegnere, un architetto non si improvvisano, ma sono il risultato di anni di studio e di esercizio delle proprie capacità; così non si improvvisano un buon papà, una buona mamma di famiglia, un Don Bosco, una Madre Teresa di Calcutta.
Indispensabili sono l'atteggiamento di apertura alla voce del Signore, e l'attenzione a non sciupare i doni che il Signore ha posto nella nostra vita.
La famiglia, la comunità cristiana e la società civile hanno la responsabilità grande di creare condizioni adatte perché le capacità dei giovani si sviluppino, ed il dovere di indicare loro il senso giusto della vita.
È il vecchio Eli ad insegnare a Samuele a riconoscere la voce del Signore; ed è il Battista ad indicare Gesù ai due giovani, Andrea e Giovanni.

Don Bosco, padre e maestro dei giovani, aiuti noi adulti ed i nostri giovani ad essere attenti sempre alla voce del Signore, e ad avere la volontà ed il coraggio di seguirla.
La Madonna, che il Personaggio del sogno indica a Giovannino Bosco come Maestra - Io ti darò la Maestra! - sia anche per noi Madre e Maestra e ci accompagni in ogni scelta della nostra vita.


D. Mario MORRA SDB

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