D. Severino GALLO sdb,"GESU' SALVATORE DI TUTTI"

  6 gennaio 2015 | Epifania del Signore - Anno B | Omelia
Epifania! Manifestazione di Gesù ai popoli pagani. E' la prima dimostrazione della vocazione universale degli uomini al cristianesimo e, quindi, la prima proclamazione della cattolicità della Chiesa.

Il Vangelo d'oggi ci parla soprattutto del desiderio che gli uomini hanno della fede, presentandoci la costanza dei Magi in cerca del Neo-nato Re Bambino.
La fede ci fa vivere tesi verso il futuro. Lo scopo è Gesù. La via della fede ha uno scopo: Gesù Redentore.
I Magi, infatti, entrati nella casa, "trovarono il Bambino e l'adorarono…".

All'inizio del Vangelo di San Matteo c'è la narrazione della Manifestazione di Gesù ai popoli, e alla fine dello stesso Vangelo si dice: "Andate e fate discepoli tutti i popoli… io sono con voi…" (Mt. 28,19.
Tra questi due poli c'è la storia del mondo, in cui si svolge la nostra vita e la vita di tutti gli uomini con le loro preoccupazioni, espresse dal desiderio della fede e della speranza, riposte in Gesù, salvezza di tutti i popoli.
Gesù vuole aprirsi a tutti gli uomini. A tutti vuole portare più pace, più amore, più gioia. Egli vuole aprire le sue mani a tutti gli uomini. Ma le Sue mani, ora, siamo noi, che dobbiamo diffondere ovunque il Suo lieto annuncio, la buona Novella. Nessuno può più restare nelle tenebre.

Oggi è giorno di grande gioia per tutti, non perché sia giorno delle "befana", ma perché ciascuno di noi è sicuro di non essere escluso per nessun motivo dalla salvezza di Gesù.
Chi è umile e povero come i pastori è il primo ad essere chiamato alla grotta di Betlemme. Chi è lontano, ma con fede guarda il cielo, come i Magi, sarà inondato da una grandissima gioia nel contemplare Gesù Bambino.
Anticamente la gioia di possedere Dio salvatore, l'aveva solo la città di Gerusalemme, cioè il popolo eletto, che aveva però il compito di annunciare la salvezza a tutti i popoli della terra.

Ora invece è la Chiesa che gusta l'amore di Dio, conosciuto in Gesù, e ha la missione di annunciare la buona novella della salvezza a tutti gli uomini, nessuno escluso, perché Dio ama tutti come suoi figli.

Il Card. Paul Léger, a 63 anni abbandonò il Canada e le sue funzioni di arcivescovo e d primate per andare a vivere come semplice missionario in uno sperduto villaggio africano. Ebbene, egli raccontava di essere giunto in una chiesetta congolese, nella quale era stato allestito un presepio, opera di un artigiano del luogo.
I pastori, la Madonna, Gesù Bambino, tutti erano neri: solamente uno dei Magi era bianco.
Il Cardinale rimase sorpreso al pensare che "forse un giorno sarà proprio così': nella proporzione di adesione e di testimonianza al vero cristianesimo la nostra civiltà occidentale sarà solo un terzo o, peggio, un decimo di presenza effettiva, mentre le altre genti si affolleranno attorno a Dio per adorarlo in spirito e verità, nella giustizia e pace amorosa.

E' un fatto che se non cambiamo stile di vita, finiremo anche noi per seguire il tragico cammino del "popolo eletto", il quale non seppe riconoscere il suo giorno e la sua luce. Non riconobbe il suo Re e il suo Salvatore nel Bambino di Betlemme.
Sulla via della salvezza non c'è nessun privilegio: Gesù vuole tutti volontari al suo servizio; non salva nessuno per forza.
Lo vediamo chiaramente fin dalla sua nascita nella persona dei Magi e di Erode. I Magi cercano Gesù per adorarlo. Erode lo ceca per sopprimerlo. Perché? Per la loro diversa costituzione morale.

I Magi sono anime rete e nobili, che cercano la verità e la salvezza. E Gesù, che è Verità e Salvatore, costituisce per loro un'attrattiva irresistibile.
Erode è un egoista, che cerca solo il piacere e il dominio e perciò Gesù, che Perfezione e Santità, crea in lui un'avversione irresistibile.

E' realmente un mistero sconcertante quello della salvezza eterna. Gesù fa di tutto per salvarci e sembra che l'uomo faccia di tutto per respingere la salvezza. Presso la culla di Gesù Magi ed Erode; presso la Croce di Gesù i due ladroni ci ricordano la misteriosità della salvezza.
Gesù stava crocifisso in mezzo a due malfattori, compagni di pena; moriva non solo con loro, ma anche per loro, poiché il suo sangue prezioso veniva offerto al Padre perla redenzione di tutti.

Tuttavia uno solo si salva - la voce di Dio stesso lo canonizza ancor vivo! - mentre l'altro si danna…
Che un inveterato peccatore si penta e si salvi in punto di morte è un fatto che ispira la più dolce fiducia nella divina bontà, ma che un altro - pur nelle medesime circostanze del primo - rifiuti la grazia e muoia nella disperazione è un mistero che ci fa pensare seriamente.
Dunque nessuna grazia del Signore, nemmeno la Compagnia di Gesù Crocifisso e la vicinanza della Madonna SS.ma Addolorata, assicura per se stessa la salvezza alle anime, se queste liberamente non cooperano al dono di Dio.

Riflettiamo: noi viviamo in un luogo sicuro, all'ombra del Santuario, in luogo di santità e di perfezione; abbiamo davanti agli occhi, chiari esempi di virtù, abbondanti aiuti, ordinari e straordinari… ma nonostante tutto, nessuno può ritenersi sicuro di perseverare fino alla fine, se non si chiede con umiltà, fervore e costanza.
Non dimentichiamoci mai: non esistono privilegi lungo la via della salvezza.
Dobbiamo pagare di persona, come fecero i Magi. Di loro sappiamo ben poco. (Erano Re? Quanti erano? Donde venivano? Come si chiamavano?).

Tuttavia di loro sappiamo con certezza una cosa: cercarono Gesù appassionatamente, con coraggio (pensiamo alle difficoltà del cammino), con costanza (cercarono Gesù anche quando la stella non brillava più ai loro occhi), lo cercarono con amore (portarono doni…) … Per questo, alla fine, godettero immensamente davanti a Gesù Bambino.

Dio ama tutti, appaga il desiderio di salvezza di tutti, anche dei pagani, purché Lo cerchino!
Imitiamo i Magi: cerchiamo Gesù con coraggio, costanza e amore; cerchiamoLo con la mente (studiando la Sua divina Persona), con le labbra (pregandoLo e parlando volentieri di Lui), con il cuore (amandoLo) e con la vita (servendoLo).

E' un programma vastissimo quello che si apre dinanzi a noi. Come i Magi dobbiamo camminare verso Gesù. La nostra vita è un viaggio: noi siamo pellegrini del cielo.
Ma se vogliamo, il nostro cammino è molto breve. Gesù non è lontano: è dentro di noi con la Sua Grazia; è nel nostro prossimo con la Sua immagine, è nel nostro Tabernacolo con la Sua Presenza Eucaristica.

E allora diciamo alla Madonna di presentarci Gesù, come Lo presentò ai Magi, e preghiamoLa di farcelo scoprire con viva fede nel nostro cuore, nel nostro prossimo e nel Tabernacolo.


                                                                                  D. Severino GALLO sdb,

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