don Luca Garbinetto " L'autorità del Santo di Dio"

IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (01/02/2015)
Vangelo: Mc 1,21-28 
L'autorità di Gesù, ‘il Santo di Dio', oggi ci interpella. È l'autorità di chi sta sempre dalla parte di Dio. Perché essere ‘santo' significa essere messo da parte da Dio e per Dio. Dio stesso, dunque, ha messo Gesù dalla sua parte, lo ha preso per sé. Dio è diventato la roccia su cui Gesù ha fondato la propria casa. Dio è la Roccia: Egli quindi è
la forza, che dà autorità, alle parole e ai gesti. Perché ciò che Dio dice, avviene; la sua Parola si compie; l'agire creatore si rinnova e diviene nuovamente un evento, perché Gesù ha l'autorità di Dio.
A volte, però, è Dio stesso che ha bisogno di essere aiutato, difeso, custodito, quasi tutelato. Con forza, con autorità. Quante bugie si raccontano su di Lui! Quante colpe gli imputano, di cui è innocente! Quante false parole si usano, accusando Lui di altre parole che non ha mai pronunciato... e quindi di gesti che non ha mai compiuto!
Di fronte all'apparente assurdità della vita, Dio è stato ed è spesso messo alla gogna, crocifisso di responsabilità di cui l'uomo non ha il coraggio di farsi carico. Come se Dio, che ha generato la vita e spende tutto se stesso per riconciliare e restituire la vita anche a chi è frantumato dai demoni di morte, fosse l'origine degli orrori che l'uomo stesso, quando rifiuta di essere dalla parte di Dio, continuamente procura a sé e ai fratelli. Già nel mezzo della tragedia di Auschwitz la giovane Etty Hillesum, ebrea, aveva intuito la debolezza di Dio, sentendo dentro di sé l'esigenza imperativa di difendere quel Dio che a tutti i costi volevano far morire in lei.
Difendere Dio, con autorità, nella nostra interiorità è oggi quanto mai necessario, perché Egli possa continuare a mostrare a tutti il proprio volto di misericordia. Questa instancabile lotta - e il campo di battaglia è dentro di noi - è il nostro migliore contributo perché il mondo non scivoli nel baratro della disperazione, di fronte ai drammi dell'umanità, ma anche davanti al sottile vento dell'indistinto e dell'indifferente.
Chi è indifferente nega la diversità e la sua ricchezza, e relega all'anonimato ogni figlio di Dio. Il Santo di Dio, invece, prende le difese di Dio custodendo e proteggendo i suoi prediletti, i poveri, i frantumati, gli oltraggiati. Così vede le differenze, e ne tutela la dignità, per eliminare le discriminazioni.
Così Gesù diviene autorevole: difendendo Dio in lui e negli altri.
Difendere Dio vuol dire metterlo al posto che si merita: il primo! Dio e la sua legge, Dio e il suo Regno, Dio e la sua Parola sono la passione di Gesù, contro ogni tentativo di sfigurare il volto dell'Altissimo. Fino al punto di rendersi disponibile a dare la propria vita, perché i figli di Dio possano conoscere la verità del proprio Padre, che è misericordia. Dio, per il Santo, vale più anche della propria vita. ‘La tua grazia vale più della vita' (Sal 62,4).
C'è bisogno di autorità, nella società umana. C'è bisogno di autorevole autorità, fondata nella santità, sulla Roccia di Dio. C'è bisogno di difendere Dio, non in una forma di assicurazione legale ed esteriore, che abbona ogni sacrificio e fa sconti alle proprie responsabilità. L'autorità ha radici nella propria interiorità e nella scelta radicale di stare dalla parte dei poveri.
Preserva, o Dio, questo mondo irrequieto dall'ambizione di cercare autorità e potere altrove. Rendi i pastori dei popoli persone autorevoli come il tuo Santo, Gesù, preoccupati di difendere la tua vita in loro e la vita dei poveri in Te. Fa' che gli uomini di comando siano presenti a se stessi nello stare presenti a Te, in ogni decisione, perché diventi discernimento e non demagogia. Mantieni i loro cuori - e anche i nostri - a contatto con la propria intimità, quella parte di sé in cui abiti Tu, e che protegge dalla paura degli spiriti immondi, strumenti di divisione. Potranno così vincerli, con la tua forza, con il tuo potere. E saranno capaci di generare autorevolmente processi di unità e di riconciliazione, percorsi di integrazione e di fraternità, itinerari di comunione nella verità.
Restituisci, o Dio, alla tua Chiesa e a questo mondo la dolce premura di chi si prende cura della vita più debole, vivendo come servizio amorevole la propria autorità.

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