don Michele Cerutti Battesimo del Signore (Anno B) (11/01/2015)

Vangelo: Mc 1,7-11 
Gesù compie il suo primo atto e inizia il suo ministero pubblico. Si mette in coda con tutti i peccatori nel fiume Giordano: Lui è l'uomo senza peccato, ma si è fatto uomo e con l'uomo cerca di entrare in empatia per redimerlo ed aiutarlo a uscire dalla schiavitù del peccato.
Chissà la sorpresa del Battista a vedere l'uomo Dio anche Lui in coda con gli altri.
Gesù indica a tutti l'importanza del Battesimo. Gesù ha
vissuto una vita in perfetta ubbidienza, compreso il battesimo, al posto nostro - perché noi non se saremmo stati capaci -, per poterci donare la sua giustizia, come se noi avessimo vissuto la sua vita. Dio ha trattato Gesù Cristo come se avesse vissuto la mia e la tua vita. È stato battezzato perché tu avresti avuto bisogno di essere battezzato, è morto alla croce perché tu avresti dovuto essere su quella croce!
Tutta la Trinità è coinvolta. Siamo in presenza di una teofania.
Lo Spirito Santo aleggia tra le acque come all'inizio della creazione. Perché con Cristo si dà inizio a una nuova creazione. Lo Spirito si manifesta al momento dell'uscita dall'acqua del Signore Gesù. Con quel gesto il Signore porta su di sè il peccato.
La voce del Padre che afferma: "Questi è il mio Figlio prediletto" sempre in quel momento, ci dice l'importanza del gesto compiuto e aiuta il Battista ad abbondonare ogni titubanza e abbandonarsi alla volontà del Maestro. Quella voce è così importante che risuona ogni qualvolta nella Chiesa compiamo il rito del Battesimo. Ad ogni battezzato Dio conia questa espressione: "Questi è il mio figlio prediletto ascoltatelo".
Dio è contento quando l'uomo vive per quello che è, ossia un figlio amato dal Padre, un figlio che vive la propria esistenza immergendosi nel dono totale di sè attraverso tutto quanto quotidianamente ci è dato di vivere. Il Battesimo ci accomuna tutti in un cammino di santità che deve essere tipico di ogni cristiano.
Dice San Josè Maria Escriva:
Non ci sono cristiani di seconda classe, tenuti a praticare soltanto una versione ridotta del Vangelo: tutti abbiamo ricevuto un medesimo Battesimo, e pur nella grande diversità di carismi e di situazioni umane, uno solo è lo Spirito che elargisce i doni divini, una sola è la fede, una sola la speranza, una sola la carità. Possiamo quindi considerare come rivolta a noi la domanda dell'Apostolo: Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?, e possiamo prenderla come un invito a un rapporto più personale e diretto con Dio.
Un sacramento che va riscopert, o relegato dalla cultura odierna a un gran momento di festa. Ma dobbiamo chiederci prima di tutto cosa sono i sacramenti visto che si stanno svalutando molto.
Segni sensibili che producono la grazia, e al tempo stesso la manifestano, come ponendola dinanzi agli occhi. Dio Nostro Signore è infinito, il suo amore è inesauribile, la sua clemenza e la sua pietà verso di noi non hanno limiti: e benché ci conceda la sua grazia in tanti altri modi, ha istituito espressamente e liberamente - solo Lui poteva farlo - quei sette segni efficaci per mezzo dei quali, in modo stabile, semplice e accessibile a tutti, gli uomini possono partecipare ai meriti della Redenzione.
Il santo Battesimo è il fondamento di tutta la vita cristiana, il vestibolo d'ingresso alla vita nello Spirito, e la porta che apre l'accesso agli altri sacramanti.
Mediante il Battesimo siamo liberati dal peccato e rigenerati come figli di Dio, diventiamo membra di Cristo; siamo incorporati alla Chiesa e resi partecipi della sua missione.
Non releghiamo la realtà battesimale a un evento passato, Papa Francesco l'anno scorso ne sottolineava l'importanza:
"Siamo chiamati a vivere il nostro Battesimo ogni giorno, come realtà attuale nella nostra esistenza. Se riusciamo a seguire Gesù e a rimanere nella Chiesa, pur con i nostri limiti, con le nostre fragilità e i nostri peccati, è proprio per il Sacramento nel quale siamo diventati nuove creature e siamo stati rivestiti di Cristo".
Questo è il grande ardimento della fede cristiana: proclamare il valore e la dignità della natura umana e affermare che, mediante la grazia che ci eleva all'ordine soprannaturale, siamo stati creati per conseguire la dignità di figli di Dio. Tanta audacia sarebbe davvero impossibile se non si basasse sul decreto di salvezza di Dio Padre e non fosse stata confermata dal sangue di Cristo, e riaffermata e resa possibile dall'azione incessante dello Spirito Santo.
La coscienza della grandezza della dignità umana - particolarmente eminente e ineffabile, per il fatto di essere stati fatti, per la grazia, figli di Dio - forma, assieme all'umiltà, una cosa sola nel cristiano, dato che non sono le nostre forze a salvarci e a darci la vita, bensì il favore divino.

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