don Paolo Zamengo sdb"Pescatori pescati "

    Mc 1, 14-20       3 TO – B
Non poteva che concludersi con l’arresto  l’intrepida missione del Battista. Le sue parole, ruvide come un graffio, avevano lasciato il segno.  Penetrate fin dentro il palazzo di Erode, avevano denunciato comportamenti e mentalità immorali.  Quella voce va diffidata e spenta e
Giovanni si trova in prigione a marcire dentro il buio della fortezza di Macheronte, costruita da Erode il Grande, sulla riva orientale del Mar Morto. Troppo esplicita, troppo vera la sua accusa. Politicamente scorretta.

La notizia dell’arresto giunge per Gesù come un segnale convenuto per uscire allo scoperto. Sulle rive del lago di Galilea inizia la sua missione. Qui cerca anche collaboratori, i primi. Gesù è in pieno dinamismo che contagia quanti gli ruotano intorno. Subito incontriamo lo stile di Dio e del suo agire dentro la storia. Dio non ama gli effetti speciali ma cerca l’uomo e lo raggiunge dove vive, nei solchi della ferialità.

Con sobrietà Marco ci racconta di una giornata di pesca sul lago e sulla spiaggia appare Gesù. La sua presenza scombina la quotidiana fatica di una cooperativa di pescatori. Sono Andrea e Pietro, Giacomo e Giovanni, due coppie di fratelli. Gesù si interessa della loro vita, di reti e di pesci, di tempeste e di bonacce.

La giornata promette bene e Gesù ottiene una pesca abbondante perché convince quegli uomini, rudi e concreti, a giocarsi la vita con lui. La strategia è vincente. Li guarda negli occhi ma raggiunge il loro cuore. È capace di valorizzare le qualità di tutti tirando fuori ciascuno dall’anonimato: finalmente si sentono chiamati per nome.

Gesù indicherà Pietro come la roccia su cui costruire, in Giovanni sperimenterà la gioia dell’amicizia. Il suo sguardo si posa su ciascuno e si trasforma in conquista. Loro seguono Gesù non perché sono in grado di capire il suo progetto ma perché sentono che Gesù è affidabile e gli consegnano il loro futuro.

“Seguitemi” precede “vi farò pescatori di uomini”. Essi sapevano bene il mestiere del pescare ma non conoscevano invece cosa significasse pescare uomini. Impareranno. Capiranno lentamente il sogno di Gesù: “mio e vostro tesoro sarà l’uomo, tutto l’uomo, tutti gli uomini”. Saranno chiamati a salvare da una vita sommersa persone che vogliono respirare a pieni polmoni l’ossigeno della vita.

Gesù non dà scampo. La sua capacità di coinvolgimento è tanta che quegli improvvisati soci in affari lasciano presto la loro vecchia attività. Andrea e Giovanni fanno da calamita a Pietro e a Giacomo. Lasciano il lavoro i primi e gli affetti i secondi ma la conclusione è la stessa per tutti: “Lo seguirono”.

I discepoli corrono dietro a Gesù. Non è importante ciò che lasciano. Discepolo non è chi ha abbandonato qualcosa ma chi ha trovato qualcuno. La bellezza della scoperta fa impallidire ciò che è rimasto alle spalle: i discepoli lasciano tutto perché hanno trovato un altro Tutto.

Lo seguono per essere trasformati: “Vi farò pescatori di uomini”. Il discepolo impara e si lascia plasmare. Giorno dopo giorno, passo dopo passo, nella quotidiana fatica del vivere. Con Gesù.

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