Don Paolo ZamengoSDB"Confermare la fede con la vita

      Mc 1, 7-11
L’evangelista Marco è essenziale. Sintetizza i trent’anni di vita nascosta di Gesù con queste semplici e poche parole: “Gesù venne da Nazareth di Galilea”. Nessun’altra nota biografica. Marco lascia nell’oscurità gli avvenimenti della sua nascita e degli anni di Nazareth e apre il suo vangelo direttamente con
il battesimo. Preferisce parlare di una seconda nascita di Gesù che prelude alla sua missione.

Il battesimo presso il fiume Giordano chiude definitivamente la missione di Giovanni e  apre quella di Gesù e Gesù è in fila con i peccatori. La sua umanità è pronta a sottomettersi al gesto di conversione richiesto dal Battista. I cieli erano chiusi ma il battesimo di Gesù ha il potere di squarciarli. Il battesimo di Gesù pone fine al silenzio di Dio. Dio riprende la parola e si ode la sua voce: “Tu sei il mio figlio amato, in te ho  posto la mia gioia”.

La vera nascita, il vero ingresso di Dio nel mondo avviene al battesimo di Gesù. Entra in scena la Trinità. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Questo avvenimento segna un passaggio fondamentale: dalla vita nascosta a quella pubblica. Inizia la missione.  Gesù  offre l’esemplarità della sua vita e l’annuncio del vangelo cioè che Dio si è fatto fratello e salvatore.

Lo Spirito rivela in modo definitivo l’identità di Gesù e fa scoccare l’ora della vita pubblica. È ciò che accade anche nel nostro battesimo. Ci viene rivelata la nostra identità: siamo figli di Dio e ci viene assegnata la missione,  di testimoniare la fede nella nostra vita.

Il Battesimo seminato nel cuore del credente prevede un periodo di radicamento della fede, nel corso del quale  la Trinità prende progressivamente  stabile dimora. La fede ricevuta in dono cresce e si sviluppa come l’evangelica pianta di senape fino a diventare albero grande capace di farsi compagnia  degli uccelli del cielo e dei fratelli in cammino.

Il battesimo di Gesù rivela la sua capacità di espropriazione e di spogliazione. L’amore di Dio si spoglia e si priva di tutto. Come un uomo qualunque Gesù si mette in fila con i peccatori e si fa battezzare. La sua solidarietà con l’uomo lo porta a prendere su di sé il dolore fino alla suprema consumazione. Nel Battesimo di Gesù è adombrata tutta la vita pubblica di Gesù fino al mistero pasquale di passione, morte e risurrezione.

Contemplare Gesù in fila con i peccatori corregge in noi l’immagine di un Dio immerso staticamente nella sua perfezione. Ce lo restituisce vicino, solidale, reale. Un Dio servo per amore. Dirà Sant’Ambrogio: “Se la sua potenza ci ha creati, la sua impotenza ci ha salvati”.



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