don Roberto Seregni"Taci"
IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)
Vangelo: Mc 1,21-28
La guarigione dell'indemoniato è il primo esorcismo raccontato nel Vangelo di Marco. Mi colpisce che questa scena avvenga nella sinagoga e non in una viottola della periferia di Cafarnao... La prima liberazione, cioè, avviene dentro la comunità, nel luogo della preghiera e dell'incontro. La scelta che ha guidato i primi passi della vita pubblica del Rabbì invita ciascuno di noi a partire da "dentro", da quell'impasto meraviglioso di santità e di peccato, di slanci
e di fatiche, di eroismi e di mediocrità che sono le nostre comunità.
Prima di puntare il dito fuori, siamo interpellati a scrutare la nostra vita comunitaria, a smuovere i macigni che impediscono di percorrere le strade della fraternità, a ritrovare sentieri di speranza, a far circolare aria fresca, a sbarrare i vicoli senza uscita della superficialità e a non impantanarci nei fanghi del formalismo.
Ricordiamo sempre che la Chiesa non è una comunità di perfetti ma di peccatori perdonati e redenti che invitano alla conversione e testimoniano che cambiare si può.
Basta sceglierlo.
Basta mettersi nelle sue mani.
I discepoli di Gesù che hanno sperimentato sulla loro pelle la potenza trasformante del perdono, annunciano che stare con Gesù è più bello di quanto si possa immaginare e più straordinario di quanto si osi sperare.
No, non serve essere perfetti.
Il Rabbì non se ne fa nulla di una combriccola dei superman della fede.
Gesù vuole discepoli che si lascino perdonare, amare, trasformare; uomini e donne che abbiamo il coraggio e la follia di camminare al suo fianco e di annunciare a tutti che con Lui o senza di Lui non è la stessa cosa.
Mi colpisce che la prima parola rivolta da Gesù all'indemoniato sia un invito al silenzio: "Taci". Marco utilizza un verbo molto forte che richiama il gesto di mettere la museruola. Per essere raggiunti, toccati e trasformati dalla Parola occorre stare in silenzio, fermarsi, interrompere le frenesie pastorali e dare tempo al seme gettato in terra di marcire e di portare frutto.
Taci. Fermati. Ascolta. Guarda. Sentiti. Vivi.
Buona settimana
don Robi
Vangelo: Mc 1,21-28
La guarigione dell'indemoniato è il primo esorcismo raccontato nel Vangelo di Marco. Mi colpisce che questa scena avvenga nella sinagoga e non in una viottola della periferia di Cafarnao... La prima liberazione, cioè, avviene dentro la comunità, nel luogo della preghiera e dell'incontro. La scelta che ha guidato i primi passi della vita pubblica del Rabbì invita ciascuno di noi a partire da "dentro", da quell'impasto meraviglioso di santità e di peccato, di slanci
e di fatiche, di eroismi e di mediocrità che sono le nostre comunità.
Prima di puntare il dito fuori, siamo interpellati a scrutare la nostra vita comunitaria, a smuovere i macigni che impediscono di percorrere le strade della fraternità, a ritrovare sentieri di speranza, a far circolare aria fresca, a sbarrare i vicoli senza uscita della superficialità e a non impantanarci nei fanghi del formalismo.
Ricordiamo sempre che la Chiesa non è una comunità di perfetti ma di peccatori perdonati e redenti che invitano alla conversione e testimoniano che cambiare si può.
Basta sceglierlo.
Basta mettersi nelle sue mani.
I discepoli di Gesù che hanno sperimentato sulla loro pelle la potenza trasformante del perdono, annunciano che stare con Gesù è più bello di quanto si possa immaginare e più straordinario di quanto si osi sperare.
No, non serve essere perfetti.
Il Rabbì non se ne fa nulla di una combriccola dei superman della fede.
Gesù vuole discepoli che si lascino perdonare, amare, trasformare; uomini e donne che abbiamo il coraggio e la follia di camminare al suo fianco e di annunciare a tutti che con Lui o senza di Lui non è la stessa cosa.
Mi colpisce che la prima parola rivolta da Gesù all'indemoniato sia un invito al silenzio: "Taci". Marco utilizza un verbo molto forte che richiama il gesto di mettere la museruola. Per essere raggiunti, toccati e trasformati dalla Parola occorre stare in silenzio, fermarsi, interrompere le frenesie pastorali e dare tempo al seme gettato in terra di marcire e di portare frutto.
Taci. Fermati. Ascolta. Guarda. Sentiti. Vivi.
Buona settimana
don Robi
Commenti
Posta un commento