Enzo Bianco, sdb "SUL BUON USO DEL TEMPO"

25 gennaio 2015 | 3a Domenica - T. Ordinario B | Omelia
C'è un'idea comune e insistita nelle tre Letture della Liturgia odierna: l'idea del tempo.
- Nella Prima Lettura Giona si rivolgeva agli abitanti di Ninive, la grande metropoli di allora: ai niniviti che affogavano nel consumismo e sprecavano il tempo nella trasgressione, il profeta dichiara che il tempo rimasto a loro disposizione per tornare sulla via dell'onestà è ridotto a
poco: appena quaranta giorni.
- San Paolo nella Seconda Lettura istruiva i cristiani di un'altra grande metropoli, la Corinto dei greci, sulla brevità del tempo, ricordando che "passa la figura di questo mondo". Che tutto è cangiante. Non devono badare all'apparenza esteriore delle cose umane, che vanno e vengono, e tramontano. Occorre invece colmare la vita con azioni che costruiscono, che realizzano nel tempo i valori eterni.
- E l'evangelista Marco, presentando Gesù all'inizio della sua attività pubblica, riferisce quattro sue frasi incisive, quattro slogan, un programma di vita: proposte del Signore da attuare con sollecitudine. Queste: "Il tempo è compiuto - Il Regno di Dio è vicino - Convertitevi - Credete al Vangelo". Occhio dunque al tempo, che è compiuto.

INVITO A VIVERE NELL'OGGI DI DIO

Gesù, con quel suo programma per l'umanità, sembra preoccuparsi perché la gente non viva più in modo superficiale ma sia più attenta a ciò che sta accadendo nel mondo: un invito ad abbandonare il consueto tran-tran, per vivere con maggiore consapevolezza l'oggi di Dio.
L'invito di Gesù vale anche per noi. Il tempo è importante, è da sempre causa di inquietudini e domande. Da sempre gli uomini riflettono sul mistero del tic-tac che scandisce la vita e la morte. Pensatori cristiani ci hanno trasmesso considerazioni profonde, che aiutano a pensare.

* Il tempo è stato percepito come enigma, dimensione del reale che sfugge alla nostra comprensione. "Che cos'è il tempo? - si chiedeva sant'Agostino - Se nessuno me lo domanda, io lo so. Se voglio spiegarlo a chi me lo domanda, non lo so più."

* Il tempo è stato percepito come qualcosa di inesorabile, come sabbia che sfugge tra le dita, e l'uomo è impotente a fermarlo: "Fugge intanto, fugge inarrestabile il tempo", lamentava un contemporaneo di Gesù, Virgilio.
- E Petrarca con un endecasillabo perfetto: "Il tempo fugge e non si arresta un'ora."
- Un altro poeta, Ovidio, lo vedeva quasi un animale famelico e vorace: "Tempus edax rerum, Il tempo divoratore delle cose".
- Una saggezza simile si troverà poi nei proverbi dei nostri vecchi: "I minuti sono lunghi, e gli anni sono brevi!" " Il tempo non ha un momento di tempo".
- E sulle meridiane dai campanili, inquietanti: "È più tardi che tu non creda!".

IL TEMPO ANDRÀ USATO BENE

Altri pensatori hanno considerato il tempo in senso positivo, come la dimensione in cui ci muoviamo e realizziamo.
- "Il tempo è la stoffa di cui si fa la nostra vita", diceva Benjamin Franklin.
- Lo scrittore inglese Thomas Carlyle: "Anche il giorno più comune, è il confluire di due eternità". Certo: il passato e il futuro.
- E il francese Paul Eluard ha paragonato il tempo all'uovo: "Il passato è un guscio rotto, il futuro è un uovo da covare".

* Da tutti viene la condanna dell'uso spensierato del tempo, del suo spreco:
- "Il tempo: ciò che l'uomo è sempre intento a cercar di ammazzare, ma che alla fine ammazza lui" (filosofo Herbert Spencer).
- Gandolin umorista tragico: "Il tempo è un grande maestro, ma ha il torto di uccidere i suoi scolari".
- Però Seneca, saggio: "La vita è corta solo a causa del cattivo uso che se ne fa".
- A pensarci bene: "Dio ci ha donato il tempo perché ne facciamo un'eternità" (Tullio Colsalvatico).

* Dunque il tempo da usare bene. "Se ami la vita - diceva Benjamin Franklin - non disperdere gli istanti di cui è fatta". E Paolo in tutta semplicità: "Mentre abbiamo tempo, facciamo il bene" (Gal 6,10).
Queste riflessioni dense sul tempo sono frutto di saggezza antica e moderna. Ma ecco che nel tempo si è inserito Cristo, e Dio ha scompigliato le pagine della nostra storia. L'incarnazione del Verbo è stata e rimane il grande avvenimento: Gesù di fatto ha suggerito all'umanità nuovi ritmi di marcia e una vita nuova.

QUEI QUATTRO SLOGAN DI GESÙ

Torniamo ai quattro slogan di Gesù, proposti nel Vangelo di oggi, che sono il messaggio aggiornato del Signore per i suoi discepoli di tutti i tempi.
- "Il tempo è compiuto", diceva. Di fatto con la sua venuta si è chiusa nella storia umana una lunga epoca di attesa, e ora se n'è aperta un'altra: della Chiesa in terra, preludio dell'eternità.
- Perciò, secondo punto, precisava Gesù: "Il Regno di Dio è vicino". Incominciava proprio con lui, in quel momento. Con Maria santissima, gli apostoli. E sulla loro scia, con noi. "L'unico significato della vita - ha fatto dire Lev Tolstoj a un suo personaggio - consiste nell'aiutare a stabilire il regno di Dio".
- Allora non possiamo restarcene indifferenti. Lui dice chiaro: "Convertitevi!", sollecita il cristiano a cambiare rotta, a rivolgere l'attenzione, l'orientamento, verso quella nuova realtà spirituale che ci abbraccia e ci scavalca: il Regno di Dio.

- Dunque, quarto invito di Gesù, "Credete al Vangelo". Il cristiano ha da accogliere in sé la buona notizia del regno. Farla sua: con la gioia che essa suscita, con la speranza e l'impegno. E viverla nel tempo, facendo un buon uso del breve tempo che si ha a disposizione.
Ha spiegato Mario Pomilio: "Cinque sono in realtà i Vangeli, e il quinto è come un libro che il Signore ha lasciato aperto. Lo scriviamo tutti noi con le opere che compiamo, e ogni generazione vi aggiunge una parola".

* Il passato - diceva quel poeta - è un guscio rotto. Lo lasciamo alle spalle, con le sue magagne. Il futuro invece - nella prospettiva del Regno di Dio - è l'uovo che dobbiamo covare.
                                                         Enzo Bianco, sdb

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