Ermete TESSORE"BATTESIMO DI GESU'"

11 gennaio 2015 | Battesimo di Gesù - Anno B | Omelia
Ad appena due giorni dalla manifestazione della divinità del Bambinello di Betlemme, su cui abbiamo riflettuto durante la solennità dell'Epifania, oggi, siamo invitati dalla Liturgia della chiesa a meditare sul suo battesimo ricevuto nella, ormai, piena maturità umana
.
Il fragile Bambinello, nel tempo, si è trasformato in un sano e robusto uomo temprato dalla vita dura di quei tempi. Una persona seria e riservata. Certamente di aspetto appariscente in bellezza e vigore. Il suo modo di vivere e di comportarsi ha già sollevato parecchia curiosità accompagnata da varie perplessità.

Ha varcato da un pezzo la soglia dei venticinque anni e non si è ancora sposato. Questo è inconcepibile per un buon ebreo. Tutti gli uomini, raggiunta la maggiore età, si formano una loro famiglia. Come mai il figlio di Maria e di Giuseppe è ancora celibe? Nel cercare una risposta, le immancabili e numerose linguacce di Nazaret si sono sbizzarrite dando stura a tutte le loro inesauribili capacità di cattiveria e di maldicenza.

I rabbini, ancora oggi, implorano dall'Altissimo le peggiori maledizioni su coloro che non generano nuovi figli al popolo di Israele. Basta fare un giro per le strade del quartiere di Meah Shearim di Gerusalemme per rendersi conto della prolificità delle moderne famiglie ortodosse ebree.

I sospetti, i sorrisi irridenti, le battutine equivoche si sprecano al suo passaggio. Lui non replica e non offre spiegazioni. Questo, alla lunga, aumenta la generale perplessità nei suoi riguardi. Ma, nello stesso tempo, la serietà nella vita, l'abilità e l'onestà nel lavoro e, soprattutto, la costanza nel pregare, l'impegno nello studiare la scrittura ed il riserbo relazionale, ne circondano la personalità con un alone di mistero che attira ammirazione, rispetto inquieto e preoccupato.

La stessa Maria non riesce a capirlo completamente. Sa che il Padre lo ha chiamato ad una missione particolare. Ma perché è così diverso da tutti i suoi coetanei?

Gesù, da parte sua, nella sua coscienza, giorno dopo giorno, va focalizzando sempre meglio la sua missione. Le esperienze esistenziali, la preghiera assidua, la passione per la Parola di Dio preparano la sua umanità alla missione di Messia, Figlio di Dio atteso da tutte le genti. Gesù è attento a cogliere tutte le novità di vita che gli si presentano.

A Lui non sfugge il fatto che molti parlano di uno strano e scorbutico personaggio, suo lontano parente, che vive vestito di peli di cammello mangiando frutta ed erbe selvatiche con contorno di cavallette. Tutti lo ritengono un profeta.
Moltissimi accorrono al Giordano per essere battezzati da lui e convertirsi mediante la penitenza. Il tarlo della curiosità di conoscerlo gli si annida nel cervello ed acuisce il desiderio di incontrarlo.

Un giorno che non conosciamo, abbandona il lavoro, prende un bastone per difendersi da animali e ladroni, getta nella bisaccia a tracolla un po' di pane, una crosta di formaggio ed una manciata di olive, un po' d'acqua in una piccola borraccia di pelle di capra e senza essere accompagnato da nessuno scende verso il Giordano lasciando Maria nella più totale costernazione. Sente dentro di sé una spinta irrefrenabile ed inspiegabile.

Arrivato a destinazione, rimane impressionato dalla testimonianza e dalla predicazione del Precursore. Si ritrova immerso nelle fresche acque di un ruscello pomposamente qualificato fiume; la possente voce di Giovanni gli rimbomba nelle orecchie; si sente afferrato dalle sue mani forti che lo immergono completamente; il respiro viene meno ed il cuore batte come non mai.
Quello che prova è sogno o realtà? Frammischiata al vociare degli altri battezzandi ed al gorgoglio delle acque che scorrono, coglie distintamente una voce forte e chiara che sembra discendere dal cielo:

"Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto".
Tutti pensano ad una improvvisa allucinazione collettiva. Lui no: capisce quello che queste parole significano. Le tenebre che velano il suo futuro vengono dissipate.
Quando esce dal Giordano è pienamente coscio della sua missione. Raccoglie le sue poche cose e comincia ad annunciare la Parola. Già domenica prossima Giovanni ce lo presenterà, nel brano proposto alla nostra riflessione, circondato da discepoli.

Essere battezzati vuol dire:
essere uomini e donne della Parola vissuta, testimoniata ed annunciata.
Ne siamo veramente sicuri?
In che cosa consiste il nostro bettesimo?


Ermete TESSORE

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