Ermete TESSORE"MA NOI, A CHI APPARTENIAMO?"

18 gennaio 2015 | 2a Domenica - T. Ordinario B | Omelia
Dopo l'emozionante esperienza del suo battesimo nelle acque del Giordano, per mano di Giovanni il Battista, Gesù non perde tempo a cincischiare, ma, preso coscienza della particolare missione ricevuta dal Padre, passa alla fase operativa.
Lascia alle sue spalle Nazareth con tutti i ricordi legati all'infanzia, all'adolescenza, al raggiungimento della piena
maturità umana, all'esperienza lavorativa, alle amicizie, alla parentela ed alla mamma.
Si stabilisce a Cafarnao, paesello meno defilato di Nazareth. Davanti a Lui si spalancano nuovi orizzonti, nuove conoscenze, nuove mentalità meno imbalsamate e più disponibili a confrontarsi con i nuovi modi di pensare e di relazionarsi di quel tempo. Si guadagna da vivere con il suo lavoro di carpentiere.

Allaccia rapporti con ebrei, greci, romani, ellenisti, viandanti, mercanti di passaggio. Impara il greco, che allora aveva la stessa funzione dell'inglese di oggi.

Nei momenti liberi continua a frequentare l'ambiente creatosi attorno al Precursore, il quale non lo perde di vista, ma lo studia attentamente penetrando, così, sempre più il mistero che emana dalla sua persona.

Giovanni non lo guarda, ma lo fissa;
non si limita a sentirlo con le orecchie, ma lo ascolta con il cuore.

Giorno dopo giorno sente crescergli dentro la certezza che, dietro l'apparenza perfettamente normale del figlio di Maria, ci sia il Messia tanto atteso da ogni buon ebreo. Quando ne è sicuro, non esita ad additarlo ai suoi migliori discepoli come: "Ecco l'Agnello di Dio".

Questa espressione a noi dice poco, ma scandalizzava ogni ebreo, perché richiamava subito alla loro memoria la figura del "Servo sofferente" di cui parla Isaia nel capitolo 53 del suo libro. Indicare uno come l'Agnello di Dio, significava riconoscerlo pubblicamente come l'Atteso delle genti. Questo esponeva a notevoli pericoli soprattutto perché le spie dei potenti di turno erano annidate dovunque.

La figura del Messia riempiva di gioia e di speranza i cuori dei poveri e degli umili, ma toglieva il sommo ai potenti. Ma il burbero mangiatore di cavallette non è il tipo da lasciarsi impaurire da nessuno ed esorta Andrea e Giovanni a seguirlo.

Gesù non tarda a rendersi conto che i due prendono alla lettera l'invito. E' interessante notare la domanda che rivolge loro: "Che cercate?". Quando qualcuno avvicina uno sconosciuto è per chiedergli un'informazione, un indicazione od un favore.

La risposta lo sorprende. "Dove abiti?". Questo significa che non sono alla ricerca di qualcosa, ma di qualcuno. E' Lui che anima la loro sequela. Capisce al volo e risponde in modo lapidario: "Venite e vedrete".

La fede non è una inutile contorsione cerebrale, ma pronta decisione di fidarsi in modo totale di Dio.
Dio non ha bisogno di pagliacci paturniosi ed indecisi a tutto. Lui prende possesso dei cuori, cambia il modo di vivere.
Chi liberamente ed intelligentemente decide di seguire un cammino di fede, non si appartiene più.

Dio si impossessa di lui, gli cambia il nome: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa". Nella spiritualità biblica, dare il nome vuol dire rivendicare un potere ed un possesso. Simone, da ora innanzi, non appartiene più alla sua famiglia, al suo lavoro, ai suoi amici, ma a Gesù.

Gli succede la stessa cosa descritta nella prima lettura tratta dal primo libro di Samuele. Il baldo giovanotto, fino a che si limita a sentire la voce di Jahweh che lo chiama, non lo riconosce. A Dio non arriviamo limitandoci a sentire nani e ballerine che si riempiono la bocca di pistolotti edificanti e di pie menate insulse.

Dobbiamo ascoltare la Parola: "Parla, perché il tuo servo ti ascolta". Ma per ascoltare dobbiamo coltivare il silenzio, limitare al massimo le inutili chiacchiere pseudo spirituali, meditare in cuor nostro, pregare e decidere di vivere coerentemente quanto ascoltato, meditato e pregato. Solo così siamo veramente cristiani, cioè solo di Cristo.

Nell'intimo della coscienza, noi a chi apparteniamo veramente?


Ermete TESSORE

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