MACHETTA Domenico"Dio suscita nel suo popolo un profeta,"

1 febbraio 2015 | 4a Domenica - T. Ordinario B | Appunti per la Lectio
4a Domenica - T. Ordinario B 2015
LETTURA: Dt 18,15-20
Dio suscita nel suo popolo un profeta, un uomo che parli in suo nome, un uomo non schiavo degli interessi del mondo, un uomo che sia solo servo della sua parola. È questa la prova per
vedere se un profeta è vero o falso: la fedeltà alla parola di Dio. Il Deuteronomio distingue i falsi profeti, che presumono di dire cose che Dio non ha comandato di dire, dai profeti veri, che non giocano al com- promesso con il prestigio politico o religioso.

VANGELO: Mc 1,21-28
Il Vangelo ci presenta Gesù che insegna nella sinagoga di Cafàrnao. Circa l'insegnamento di Gesù, gli evangelisti notano una reazione degli uditori: lo stupore. C'erano molti maestri allora, la gente era abituata a sentire com- menti sulle Scritture. Marco qui dice: "Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità (exusìa) e non come gli scribi". Da che cosa deriva l'autorevolezza di Gesù? Gli scribi si riferivano sempre alla legge: erano i "patiti" della legge. Gesù si riferiva sempre al legislatore, a Dio. A lui non interessava la casistica, ma la volontà di Dio, il progetto di Dio.
Ricordiamo, per esempio, la casistica sul divorzio. Gesù evita ogni discussione e proclama il progetto iniziale di Dio: "All'inizio non era così". All'inizio, cioè nella mente del legislatore. Matteo addirittura riporterà nel discorso della montagna espressioni inaudite, in cui Gesù si sosti- tuisce a Dio: "Avete udito che fu detto... ma io vi dico...". E in Giovanni 5,17 Gesù afferma: "Il Padre mio opera sempre e anch'io opero". "Proprio per questo", aggiunge l'evangelista, "i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio".
Ed ecco subito la prima guarigione. L'arrivo di Gesù inchioda Satana, che urla. Quando Satana urla non è più pericoloso, perché si sente messo alle strette. È pericoloso invece quando non urla, quando seduce, quando si veste da angelo di luce infilandosi nei posti più impensati, il più delle volte dentro la chiesa. I falsi profeti crederanno perfino di dar gloria a Dio.
Osserviamo le parole che Satana rivolge a Gesù: "Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei...". Quel "sei venuto", in greco, è all'aoristo; non indica dunque un'azione momentanea, ma una situazione definitiva. E poi è tipicamente satanica la pretesa di "sapere" su Gesù. In Marco soprattutto, Gesù mette in guardia i suoi discepoli dal voler dare risposte affrettate su di lui. Io so: queste due parole dobbiamo guardarle bene, o meglio dobbiamo guardarci bene da queste due parole. Hanno qualcosa di satanico!
È estremamente significativo che il primo segno di Gesù sia la liberazione da Satana. È lo scopo della sua venuta: "Ci ha liberato dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto" (Col 1,13). È interessante il verbo che noi traduciamo con "liberare": il verbo rüomai, che indica quasi qualcosa di violento (ci ha "strappati"!). È lo stesso verbo usato nel "Padre nostro" quando diciamo: "Liberaci dal male". Ed è curioso che la Bibbia greca dei "Settanta" traduca la parola ebraica goel (per noi "Redentore") con rüsámenos (colui che "strappa").
E sarà anche la missione che Gesù affiderà alla Chiesa:
"Ne costituì dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e a scacciare i demoni". Ma non pensiamo subito ai classici esorcismi. La presenza della Chiesa è esorcizzante. Una comunità che non frena Satana non è Chiesa. Perché ci sia Chiesa dunque ci vogliono questi connotati: stare con lui; predicare; scacciare i demoni.

MACHETTA Domenico

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