MONASTERO MATRIS DOMINI LECTIO Seconda lettura 1 Corinti 6,13c-15a.17-20

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 domenica del Tempo Ordinario – Anno B
Seconda lettura
1 Corinti 6,13c-15a.17-20
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinti
I vostri corpi sono membra di Cristo.
Fratelli, il corpo non è per l'impurità, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. 14Dio, che ha risuscitato il
Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza.
15Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? 17Chi si unisce al Signore forma con lui un solo

spirito.18State lontani dall'impurità! Qualsiasi peccato l'uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà
all'impurità, pecca contro il proprio corpo.
19Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non
appartenete a voi stessi. 20Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo!
Collocazione del brano
Per tutti i tre anni in cui è suddivisa la liturgia domenicale la Chiesa propone nelle prime
domeniche del tempo Ordinario la prima lettera ai Corinzi. L’anno A si leggono i primi 4
capitoli, quest’anno sono previsti i capitoli 6-10, e per l’anno C i capitoli dal 12 al 15.
Paolo era arrivato a Corinto dopo il fallimento avuto ad Atene (Atti 17,22-34). Vi si fermò
per un anno e mezzo circa e diede vita a una comunità molto attiva. Dopo la sua partenza,
i Corinti, gli chiesero la soluzione ad alcuni problemi pratici che incontravano nel
confronto tra il Vangelo e le loro usanze precedenti. Nel brano di oggi Paolo affronta il
tema della sessualità e del modo in cui essa va vissuta all’interno della vita di fede. Un
nutrito gruppo di cristiani di Corinto pensava di essere completamente liberi dalle
condizioni relative alla condizione umana e quindi anche dalla sessualità e dalle forme che
la regolamentavano. Alcuni di loro ostentavano una rigorosa astinenza dal sesso, altri si
dedicavano a un sesso sfrenato frequentando le prostitute. Paolo indica loro la giusta
condotta da tenere nei confronti del proprio corpo e di Dio.
Lectio
Fratelli, il corpo non è per l'impurità, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo.
All’inizio del versetto 13 si dice “Il cibo è per il ventre e il ventre per il cibo”. Si tratta di
uno degli slogan con cui i cristiani di Corinto giustificavano la propria condotta sessuale
libera da regole. Il termine porneia, che qui è tradotto come impurità, indica infatti ogni
tipo di rapporto sessuale illegittimo. Paolo risponde ricordando che il corpo è per il
Signore. Per corpo qui si intende tutta la realtà umana, incarnata. La persona per sua
natura è volta alla relazione, relazione con Dio e con le altre persone. Questo vale in modo
particolare anche per la sessualità. Il piacere sessuale non è come quello legato al cibo,
implica la relazione con un’altra persona, è incontro, relazione, appartenenza reciproca.
Noi come persone incarnate siamo di Cristo, gli appartieniamo nella nostra interezza. E’
lui il nostorunico Signore. Ma anche Cristo si è dato a noi anima e corpo per la nsostra
salvezza. Questa non riguarda solo le noatre anime, ma l’interezza del nostro essere, in
particolare della nostra dimensione di soggetti che si realizzano nella relazione verso le
cose, verso gli altri, verso Dio.
14Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza.
Niente della nostra realtà quindi andrà perso. All’interno della nostra unione con Cristo
anche noi come Lui vivremo l’esperienza della risurrezione.
15Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?
Quindi i corpi dei credenti sono membra di Cristo, gli appartengono intimamente. La
liturgia ci fa saltare il versetto 16 che parla dell’unione con le prostitute. Secondo
l’interpretazione del matrimonio di Genesi 2,24 l’uomo e la donna nell’unione sessuale
diventano una sola carne. Quindi chi si unisce a una prostituta rende le membra di Cristo
membra di una prostituta. Però questa unione è priva di amore, non è donazione
reciproca, ma sfruttamento.
17Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito.
Chi si unisce al Signore non forma con lui una sola carne ma un solo spirito. Si tratta di
un’unione piena, espressione di amore e di donazione, che esprime una nuova esperienza,
creata dalla potenza vivificatrice di Dio.
18State lontani dall'impurità! Qualsiasi peccato l'uomo commetta, è fuori del suo corpo;
ma chi si dà all'impurità, pecca contro il proprio corpo.
Quindi è necessario stare alla larga dall’impurità, dai rapporti sessuali illeggittimi.
L’immoralità è un peccato che colpisce l’uomo in quanto “corpo”, nella sua dimensione
relazionale con gli altri, nella sua mondanità. Esprime una degenerazione della sessualità
della persona, vissuta come rapporto alienante, egogentrico e strumentale.
19Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete
ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi.
Paolo rincara la dose ricordando ai Corinti che essi sono tempio dello Spirito Santo. Ciò
che aveva affermato della comunità (3,16), lo dice del singolo fedele. Nel loro essere
corporeo sono abitazione santa e consacrata a Dio. Dunque non si apartengono. ciò vuol
dire la loro esistenza non è chiusa in loro stessi come esseri autosufficienti, ma apertura a
Dio e riconoscimento di una fondamentale appartenenza a Lui.
20Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo!
Questa appartenenza ha un fondamento: la morte di Cristo. Il prezzo è stato il suo sangue.
Sono stati liberati dal dominio del peccato e sono diventati suo possesso. Quindi Paolo
termina con l’esortazione a dare gloria a Dio con i propri corpi, con un’esistenza rivolta
agli altri, con rapporti interpersonali di comunicazione profonda e sincera, animata da
amore e da donazione. E’ questo il vero culto cristiano.
Meditiamo
- Come vivo la mia sessualità?
- Ho provato la gioia del vero incontro disinteressato ma profondo con le altre
persone?
- Come valuto la libertà sessuale della nostra società?

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