mons. Gianfranco Poma"Il Regno di Dio è vicino"
III Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (25/01/2015)
Vangelo: Mc 1,14-20
Marco, nel suo stile scarno ed essenziale, in poche parole sintetizza tutto il messaggio di Gesù Cristo che la Liturgia fa risuonare, oggi, in tutto il mondo (Mc.1,14-20). Lo chiama il "Vangelo di Dio" che Gesù proclama in Galilea,
in questa regione di confine tra la sacralità della Giudea e la terra dei pagani, sottolineando la dimensione perennemente missionaria dell'annuncio. Il "Vangelo di Dio": a noi ormai lontani dall'esperienza dei primi lettori di Marco, rischia di sfuggire la novità spiazzante e rivoluzionaria di questa espressione. "Vangelo" era allora il lieto annuncio della vittoria di un potente sui propri nemici: Gesù annuncia "il Vangelo di Dio", il lieto annuncio non riguarda più il potente di turno, la vittoria di qualcuno che è la sconfitta di un altro, la gioia di qualcuno e il pianto di altri. Il lieto annuncio proclamato da Gesù è in nome di Dio, è Dio stesso che in Lui si fa presente nel mondo e nella storia: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo". Tutta la narrazione di Marco consisterà nel mostrare il senso di questa proclamazione di Gesù. La forma della proclamazione è precisa: è l'annuncio lieto di un evento che irrompe nella storia degli uomini che chiede di essere accolto per poter dare alla loro esistenza il senso a cui aspirano. "Il regno di Dio è vicino: convertitevi": si tratta del nucleo essenziale dell'annuncio di Gesù. In tutta la sua vita e nella sua morte, Gesù non annuncia la venuta del regno di Dio come vittoria politica per la restaurazione del regno di Israele, ma come presenza personale di Dio accanto all'uomo, nella storia, da realizzare in un dialogo continuo di relazione tra padre che ama i propri figli e che chiede a loro di accogliere il suo amore. La "conversione" è la risposta che gli uomini sono chiamati a dare ad un Dio che non si presenta come un giudice che condanna, che incute timore. La conversione è il "cambiamento di mentalità" di fronte a Dio e del modo di impostare la vita da parte dell'uomo che crede in un Dio padre che ama: non avere paura ma lasciarsi amare è la conversione che Gesù chiede. È Lui, Gesù, che ha vissuto tutta la sua esistenza umana come figlio che si lascia amare dal Padre che trasmette l'Amore all'uomo fragile che incontra. "Il tempo è compiuto: credete nel Vangelo": l'annuncio primo di Gesù è gia diventato motivo di riflessione per la comunità che ne gusta la bellezza e cerca di penetrarne l'intensità, e diventa l'invito rivolto a ciascuno di noi per vivere il tempo che scorre come esperienza personale, fragile, dell'infinito. Dio è vicino a noi, è con noi: ogni attimo è pieno di Dio, ogni sensazione è Parola di Dio, tutto è Amore. "Credete nel Vangelo" significa aprirsi, affidarsi per vedere, sentire, gustare il lieto annuncio che in ogni esperienza, anche quella che sentiamo più oscura, c'è sempre una luce, un Amore.
Adesso comincia la storia nuova: Gesù ha tutta l'iniziativa. È lui la novità della storia, riempita dall'Amore. Ancora una volta, il racconto di Marco è essenziale e pure così preciso. "Passando lungo il mare di Galilea vide Simone e Andrea, fratello di Simone... disse loro...": Gesù vede due persone, con il loro nome, nella situazione concreta del loro lavoro. Comincia così la novità cristiana: Gesù vede e parla a due persone, la qualità della relazione a cui dà inizio, è segno della novità dell'Amore. "Venite dietro a me, e vi farò diventare pescatori di uomini": Gesù chiede a Simone e ad Andrea non di fare chissà che cosa, ma di seguire lui, di entrare in relazione con lui, di lasciarsi amare da lui. Gesù chiede di rispondere al suo Amore: Gesù ama e chiede di essere amato. Ecco: la novità della storia è l'inizio della relazione d'Amore, finalizzata non ad altro ma a gustare l'Amore e ad immettere l'Amore in ogni attimo, in ogni azione in cui la vita si distende. La "conversione" che Gesù chiede è proprio questa: non fare della vita un mezzo per fare delle cose, ma vivere la vita in un tale Amore che ogni cosa viva. "Vi farò diventare pescatori di uomini", forse significa proprio questo: chi entra in relazione con Gesù diventa una persona libera, che vive concretamente di tutto ma non è schiava di niente. Pescare i pesci, il loro lavoro, diventa con lui, la loro via concreta per cercare la vita, per dare senso vero agli uomini che cercano la gioia, la felicità: non c'è bisogno di uscire dall'acqua per cercare la vita e con Lui, trovarla. "E subito, abbandonando le reti, seguirono Lui". L'interpretazione immediata di questa frase ci porterebbe a ritenere che Simone e Andrea abbiano materialmente abbandonato le reti per seguire Gesù. Una migliore attenzione al seguito del racconto evangelico e ai verbi usati in questa frase ci invita a ritenere che la risposta immediata dei due discepoli non consiste nel cambiamento concreto della loro attività, ma nell'inizio per loro di una dinamica nuova di vita: "subito" entrano in relazione con Lui. "Seguire Gesù" significa vivere ogni istante nella relazione d'amore con Lui. "Lasciare le reti" significa, continuando ad usarle, rimanerne liberi, uscendo dal rischio che le reti diventino un laccio che mortifica l'uomo. "Seguire Gesù" significa vivere ogni istante come relazione con Lui, in un Amore liberante che rende possibile, rimanendo nella concretezza della vita, gustarla senza diventarne mai schiavi. "Gesù passando vide e parlò con persone precise" "Simone e Andrea subito, lasciando... andarono con Lui". Immediatamente Marco narra di Gesù che vede Giacomo e Giovanni e li chiama: a loro Gesù non dice niente, solo li chiama. Ed essi "lasciando il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni, andarono dietro a Lui": ecco, anche le relazioni familiari e sociali, nell'incontro con Cristo, non sono più un assoluto da cui far dipendere il senso della vita. Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni... comincia una storia nuova, una storia di relazione d'amore, di libertà per amare e gustare la vita, che oggi coinvolge noi, nella quale risuona l'annuncio di Gesù che continua a suscitare la nostra risposta: egli ci chiede di andare dietro a Lui, di seguirlo, di vivere la relazione d'Amore con Lui perché solo così la nostra piccola vita diventa l'esperienza inesauribile di gioia, di libertà per amare.
Vangelo: Mc 1,14-20
Marco, nel suo stile scarno ed essenziale, in poche parole sintetizza tutto il messaggio di Gesù Cristo che la Liturgia fa risuonare, oggi, in tutto il mondo (Mc.1,14-20). Lo chiama il "Vangelo di Dio" che Gesù proclama in Galilea,
in questa regione di confine tra la sacralità della Giudea e la terra dei pagani, sottolineando la dimensione perennemente missionaria dell'annuncio. Il "Vangelo di Dio": a noi ormai lontani dall'esperienza dei primi lettori di Marco, rischia di sfuggire la novità spiazzante e rivoluzionaria di questa espressione. "Vangelo" era allora il lieto annuncio della vittoria di un potente sui propri nemici: Gesù annuncia "il Vangelo di Dio", il lieto annuncio non riguarda più il potente di turno, la vittoria di qualcuno che è la sconfitta di un altro, la gioia di qualcuno e il pianto di altri. Il lieto annuncio proclamato da Gesù è in nome di Dio, è Dio stesso che in Lui si fa presente nel mondo e nella storia: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo". Tutta la narrazione di Marco consisterà nel mostrare il senso di questa proclamazione di Gesù. La forma della proclamazione è precisa: è l'annuncio lieto di un evento che irrompe nella storia degli uomini che chiede di essere accolto per poter dare alla loro esistenza il senso a cui aspirano. "Il regno di Dio è vicino: convertitevi": si tratta del nucleo essenziale dell'annuncio di Gesù. In tutta la sua vita e nella sua morte, Gesù non annuncia la venuta del regno di Dio come vittoria politica per la restaurazione del regno di Israele, ma come presenza personale di Dio accanto all'uomo, nella storia, da realizzare in un dialogo continuo di relazione tra padre che ama i propri figli e che chiede a loro di accogliere il suo amore. La "conversione" è la risposta che gli uomini sono chiamati a dare ad un Dio che non si presenta come un giudice che condanna, che incute timore. La conversione è il "cambiamento di mentalità" di fronte a Dio e del modo di impostare la vita da parte dell'uomo che crede in un Dio padre che ama: non avere paura ma lasciarsi amare è la conversione che Gesù chiede. È Lui, Gesù, che ha vissuto tutta la sua esistenza umana come figlio che si lascia amare dal Padre che trasmette l'Amore all'uomo fragile che incontra. "Il tempo è compiuto: credete nel Vangelo": l'annuncio primo di Gesù è gia diventato motivo di riflessione per la comunità che ne gusta la bellezza e cerca di penetrarne l'intensità, e diventa l'invito rivolto a ciascuno di noi per vivere il tempo che scorre come esperienza personale, fragile, dell'infinito. Dio è vicino a noi, è con noi: ogni attimo è pieno di Dio, ogni sensazione è Parola di Dio, tutto è Amore. "Credete nel Vangelo" significa aprirsi, affidarsi per vedere, sentire, gustare il lieto annuncio che in ogni esperienza, anche quella che sentiamo più oscura, c'è sempre una luce, un Amore.
Adesso comincia la storia nuova: Gesù ha tutta l'iniziativa. È lui la novità della storia, riempita dall'Amore. Ancora una volta, il racconto di Marco è essenziale e pure così preciso. "Passando lungo il mare di Galilea vide Simone e Andrea, fratello di Simone... disse loro...": Gesù vede due persone, con il loro nome, nella situazione concreta del loro lavoro. Comincia così la novità cristiana: Gesù vede e parla a due persone, la qualità della relazione a cui dà inizio, è segno della novità dell'Amore. "Venite dietro a me, e vi farò diventare pescatori di uomini": Gesù chiede a Simone e ad Andrea non di fare chissà che cosa, ma di seguire lui, di entrare in relazione con lui, di lasciarsi amare da lui. Gesù chiede di rispondere al suo Amore: Gesù ama e chiede di essere amato. Ecco: la novità della storia è l'inizio della relazione d'Amore, finalizzata non ad altro ma a gustare l'Amore e ad immettere l'Amore in ogni attimo, in ogni azione in cui la vita si distende. La "conversione" che Gesù chiede è proprio questa: non fare della vita un mezzo per fare delle cose, ma vivere la vita in un tale Amore che ogni cosa viva. "Vi farò diventare pescatori di uomini", forse significa proprio questo: chi entra in relazione con Gesù diventa una persona libera, che vive concretamente di tutto ma non è schiava di niente. Pescare i pesci, il loro lavoro, diventa con lui, la loro via concreta per cercare la vita, per dare senso vero agli uomini che cercano la gioia, la felicità: non c'è bisogno di uscire dall'acqua per cercare la vita e con Lui, trovarla. "E subito, abbandonando le reti, seguirono Lui". L'interpretazione immediata di questa frase ci porterebbe a ritenere che Simone e Andrea abbiano materialmente abbandonato le reti per seguire Gesù. Una migliore attenzione al seguito del racconto evangelico e ai verbi usati in questa frase ci invita a ritenere che la risposta immediata dei due discepoli non consiste nel cambiamento concreto della loro attività, ma nell'inizio per loro di una dinamica nuova di vita: "subito" entrano in relazione con Lui. "Seguire Gesù" significa vivere ogni istante nella relazione d'amore con Lui. "Lasciare le reti" significa, continuando ad usarle, rimanerne liberi, uscendo dal rischio che le reti diventino un laccio che mortifica l'uomo. "Seguire Gesù" significa vivere ogni istante come relazione con Lui, in un Amore liberante che rende possibile, rimanendo nella concretezza della vita, gustarla senza diventarne mai schiavi. "Gesù passando vide e parlò con persone precise" "Simone e Andrea subito, lasciando... andarono con Lui". Immediatamente Marco narra di Gesù che vede Giacomo e Giovanni e li chiama: a loro Gesù non dice niente, solo li chiama. Ed essi "lasciando il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni, andarono dietro a Lui": ecco, anche le relazioni familiari e sociali, nell'incontro con Cristo, non sono più un assoluto da cui far dipendere il senso della vita. Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni... comincia una storia nuova, una storia di relazione d'amore, di libertà per amare e gustare la vita, che oggi coinvolge noi, nella quale risuona l'annuncio di Gesù che continua a suscitare la nostra risposta: egli ci chiede di andare dietro a Lui, di seguirlo, di vivere la relazione d'Amore con Lui perché solo così la nostra piccola vita diventa l'esperienza inesauribile di gioia, di libertà per amare.
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