p. Alberto Maggi"INSEGNAVA LORO COME UNO CHE HA AUTORITA’"

IV TEMPO ORDINARIO – 1 febbraio 2015
Mc 1-21-28
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano
stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non
come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo
posseduto da uno spirito impuro e cominciò a
gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il
santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro,
straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un
insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli
obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Gesù ha chiamato i primi quattro discepoli invitandoli ad essere pescatori di uomini. Qual è il significato
di pescare gli uomini? Togliere gli uomini da un ambito che può recare loro la morte. E inizia la pesca.
Ma dove porterà Gesù i suoi discepoli per pescare gli uomini? E questa è la sorpresa che ci riserva il
vangelo di Marco nel brano di questa domenica, al capitolo 1, versetti 21-28.
Gesù non porta i suoi discepoli per salvare gli uomini in luoghi di malaffare o luoghi peccaminosi, ma nei
luoghi di culto, nei luoghi religiosi. Sono questi gli ambiti in cui bisogna salvare gli uomini, perché sono
questi i luoghi che rischiano di dare la morte alle persone che li frequentano.
Leggiamo Marco.
Giunsero a Cafarnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegna. L’evangelista non afferma
che Gesù partecipa al culto della sinagoga, ma va nella sinagoga per insegnare e il suo insegnamento è
l’esatto contrario di quello che lì veniva trasmesso. Gesù, nel suo insegnamento, vuole liberare le
persone da quelle che lui denuncerà come “dottrine degli uomini”, “tradizioni degli antichi”, che nulla
hanno a che fare con la volontà di Dio.
1Marco scrive che la reazione della gente è singolare, erano stupiti del suo insegnamento. E sottolinea,
egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità. Avere autorità significa avere il mandato divino. E
non come gli scribi. Erano gli scribi quelli che avevano questo mandato divino per insegnare.
Gli scribi erano i teologi ufficiali del sinedrio, era il magistero infallibile, persone di straordinaria
importanza; si credeva che le parole degli scribi fossero le stesse parole di Dio, quando c’era conflitto tra
la parola scritta e l’insegnamento dello scriba bisognava dare retta allo scriba perché lui era l’unico vero
interprete della sacra scrittura. Ebbene, appena Gesù insegna, ecco che la gente incomincia ad aprire gli
occhi. Questo Gesù ha il mandato divino per insegnare, non i nostri scribi.
Ed ecco che scoppia l’incidente. E immediatamente, come Gesù è entrato nella sinagoga e ha iniziato a
insegnare, c’è subito l’incidente. Nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da spirito impuro. La
denuncia che fa l’evangelista è molto seria e drammatica: ecco il prodotto della sinagoga, un uomo
posseduto da spirito impuro. Frequentare questi luoghi di culto, frequentare questi luoghi religiosi,
accogliere in maniera acritica l’insegnamento che lì viene dato, rende le persone impure.
Impure significa nell’impossibilità di comunicare con Dio. L’insegnamento religioso non solo non
avvicinava la gente a Dio, ma era quello che glielo impediva. Ebbene, cominciò a gridare, dicendo: “Che
vuoi da noi, Gesù Nazareno?” E’ strano perché c’è un uomo ma parla al plurale. “Sei venuto a rovinarci?”
Quest’uomo si sente minacciato da Gesù. Ma perché parla al plurale? Chi è che Gesù sta rovinando con il
suo insegnamento? Sta rovinando la categoria e la reputazione degli scribi. Allora questo è l’uomo che
ha dato un’adesione acritica, incondizionata all’insegnamento degli scribi e quando vede questo
insegnamento in cristi, sente in pericolo anche la propria religiosità, la propria fede.
Ecco perché reagisce. E’ l’uomo che si fa portavoce della categoria degli scribi. E lo richiama al suo
compito. “Io so chi tu sei: il santo di Dio!” Il santo di Dio è un’espressione che indicava il messia che
doveva osservare fedelmente la legge e poi imporla. Gesù non accetta il dialogo. E Gesù gli ordinò
severamente: “Taci! Esci da lui!! E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Perché questo spirito impuro, che è sconfitto dalla parola di Gesù lascia l’uomo straziandolo? Perché è
uno strazio. Quando si arriva a un certo punto della propria esistenza e si incontra il messaggio di Gesù
dover riconoscere che tutto l’insegnamento al quale si era creduto, tutte le pratiche religiose che erano
state fatte, non solo non permettevano la comunione con Dio, ma erano proprio l’ostacolo che lo
impediva, ebbene liberarsi da tutto questo è uno strazio. Ci si sente traditi, ci si sente ingannati.
Tutti furono presi da meraviglia (non timore), tanto che si chiedevano a vicenda: “Che è mai questo? Un
insegnamento nuovo”. Il termine “nuovo” adoperato dall’evangelista non ha in senso di aggiunto nel
tempo (un nuovo insegnamento) ma un insegnamento nuovo, nuovo di una qualità che soppianta tutto
il resto. L’insegnamento di Gesù è la risposta di Dio al bisogno di pienezza di vita che ogni persona porta
dentro di sé. E questo la gente lo ha percepito.
“Dato con autorità”. Ecco di nuovo si ribadisce che Gesù ha l’autorità, cioè il mandato divino per
insegnare e non gli scribi. “Comanda persino agli spiriti impuri …” E qui Gesù ha comandato a uno, ma la
2gente estende l’effetto, l’efficacia dell’insegnamento di Gesù a tutte le situazioni di impurità. “… E gli
obbediscono!” La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Quindi dilaga l’insegnamento di Gesù. Naturalmente gli scribi non staranno con le mani in mano, ma poi
si vendicheranno e più avanti vedremo che saranno gli scribi a dire che Gesù è lui che è posseduto da
uno spirito impuro

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