Umberto DE VANNA sdb "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino"

25 gennaio 2015 | 3a Domenica - T. Ordinario B | Omelia
3a Domenica - T. Ordinario 2015
Per cominciare
All'inizio della sua vita pubblica Gesù sintetizza quella che è la sua proposta di vita e dell'intero vangelo: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo". A differenza della predicazione di Giona a Ninive, che minaccia il
castigo di Dio e la distruzione della città, convertirsi secondo Gesù è cambiare modo di vedere le cose, accogliere una speranza nuova, aprirsi a lui.
La Parola di Dio
Giona 3,1-5.10. Alla predicazione di Giona l'intera città di Ninive si converte e cambia vita, dal più importante al più piccolo. Lo stesso re abbandona il trono, si toglie il mantello, si veste di sacco anche lui e fa penitenza.
1 Corinzi 7,29-31. Il tempo è breve, dice Paolo agli abitanti di Corinto: passa la scena di questo mondo e dobbiamo dare importanza a ciò che è importante, vedere le cose in modo profondamente nuovo.
Marco 1,14-20. Inizia la lettura continua del vangelo di Marco, il vangelo più breve, quello che raccoglie i ricordi di Pietro, prigioniero a Roma. Gesù invita alla conversione, perché i tempi sono maturi e annuncia la venuta del regno di Dio. Poi chiama i primi apostoli a lasciare tutto e a seguirlo.

Riflettere...

o Marco comincia il suo vangelo con il battesimo di Giovanni, a cui si sottopone anche Gesù. Al battesimo, seguono le tentazioni nel deserto: 40 giorni di penitenza per prepararsi alla vita pubblica.
o Potremmo dire che il momento è drammatico: il Battista è stato arrestato. Gesù ne è certamente turbato, ma non cede alla paura e dà inizio alla sua predicazione.
o La parola di Gesù sin dall'inizio presenta il cuore del vangelo: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo".
o A questo annuncio è legato strettamente il gesto della chiamata dei primi quattro apostoli. Gesù non è semplicemente un pensatore, ma porta con sé un progetto di vita che prevede delle esperienze nuove. Gli apostoli saranno i primi a ricevere la proposta di realizzarlo. Certo lo saranno in modo pieno dopo la Pentecoste, ma in qualche misura lo vivranno già negli anni della vita pubblica di Gesù.
o Si direbbe che Gesù sceglie il modo più difficile per presentare il vangelo: non lo fa con una dottrina proclamata in modo astratto, ma attraverso la vita di una piccola comunità, quella degli apostoli.
o All'invito di Gesù, gli apostoli rispondono "subito" e si mettono immediatamente al suo seguito. L'avverbio "subito" è caratteristico in Marco, che lo usa una quarantina di volte nel suo vangelo.
o La risposta positiva degli apostoli non è conseguenza della pesca miracolosa, come leggiamo nel vangelo di Luca. La decisione immediata in Marco è dovuta al fatto che quando Gesù chiama, proprio perché si tratta di Gesù, la risposta non può che essere positiva e pronta.
o Nel vangelo di Marco sono tralasciati tutti i particolari che possono motivare sia la scelta di Gesù, sia la risposta degli apostoli.
o Gesù non è scelto dai suoi discepoli, come facevano i rabbini del suo tempo: è lui che chiama e la sua è una parola forte e creatrice come quella di Dio, e pone questi uomini in una situazione totalmente nuova.
o Per questo chiunque nella chiesa chiamerà qualcuno per metterlo al servizio del vangelo, potrà farlo soltanto in forza della parola di Gesù.

... Attualizzare

* Siamo ancora al primo capitolo di Marco. Gesù inizia oggi la sua vita pubblica. Lo abbiamo già ricordato quindici giorni fa, raccontando il battesimo di Gesù. In quel momento Gesù cambia vita, esce allo scoperto, passa dai trent'anni di vita in famiglia all'attività pubblica e si dà alla predicazione itinerante.
* Gesù viene condotto dallo Spirito nel deserto e viene tentato, quindi dà inizio alla predicazione e sin dalle prime battute traccia il suo programma, che abbiamo già ricordato: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo".
* "Regno di Dio è un'espressione giudaica per dire che Dio è il signore della storia e si è fatto storia; e cammina con l'uomo sino alla caduta definitiva dei veli del tempo" (mons. Enrico Masseroni).
* La storia ha un inizio nuovo con la comparsa sulla scena di Gesù. La costruzione del regno ci coinvolge tutti, arruola tutti, è una proposta rivolta a ogni categoria di persone, chiamate a dare un senso nuovo alla propria esistenza, a convertirsi verso questo progetto che Gesù comincia a proclamare.
* Nell'aria c'è già il clima dei giorni del carnevale, ma si direbbe che il messaggio di questa domenica abbia invece già un sapore quaresimale. È un invito urgente, che fa impallidire anche gli interessi più sacrosanti dell'uomo: il matrimonio, la famiglia, gli affari, la malattia, i piaceri di ogni giorno (cf la 2ª lettura).
* Gesù nella sua predicazione ha fatto soprattutto uso della parola, oltre che offrire un modello di vita con la sua persona e le sue scelte. Potremmo domandarci se oggi non si servirebbe anche dei mezzi di comunicazione sociale: internet, stampa, radio, televisione, cinema, come cerchiamo di fare noi, anche se non modeste iniziative.
* Sappiamo di certo che Gesù ha scelto un'altra strada. Non ha scritto nulla, e ha puntato tutto sulla testimonianza personale, sull'annuncio diretto, sul passaparola. Ha scelto di mostrare il regno di Dio già in qualche misura realizzato nella vita di una piccola comunità: il gruppo degli apostoli e dei discepoli, delle donne che lo seguono.
* Non per niente la prima comunità cristiana trasmetterà questo messaggio vissuto. "La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un'anima sola e godeva il favore di tutto il popolo". Così il libro degli atti degli apostoli, che riferisce nello stesso tempo le prime parole pronunciate da Pietro dopo la Pentecoste, le stesse di Gesù: l'esortazione a "convertirsi e a farsi battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei peccati" (At 2,38).
* Sia il testo di Giona, che le parole di Gesù, fanno riferimento all'urgenza del messaggio che viene annunciato. "Ancora 40 giorni e Ninive sarà distrutta", dice Giona. "Il tempo è compiuto", dice Gesù, dando al presente, a ogni giorno, un'importanza senza misura. La salvezza passa dall'oggi, da un impegno di conversione che non può essere rimandato.
* Gli abitanti di Ninive si convertono. Sono pagani, sono Assiri e nemici storici degli Ebrei, ma il libro didascalico di Giona li propone come esempio di ascolto immediato e radicale della parola di Dio. Lo stesso Giona si dirà deluso per la loro rapida conversione e si lamenterà con Dio, quasi per aver fatto brutta figura come profeta avendo annunciato castighi che poi non si sono realizzati.
* Quella della conversione è una proposta che la chiesa oggi fa a noi, e che passa attraverso una parola più autorevole di quella di Giona, che invita a prendere sul serio la vita, dal momento che con la venuta del Figlio di Dio che si fa parola, i tempi sono giunti alla loro pienezza e tutto deve assume un colore nuovo, una finalità nuova, un'urgenza nuova.
* Convertirsi non vuol dire recitare un atto di dolore o fare una confessione. A meno che non esprimano la volontà di collocarsi davvero dalla parte di Dio. Convertirsi vuol dire vedere e giudicare ogni cosa con gli occhi di Gesù, cambiare mentalità, sentire l'urgenza del momento presente (ancora la 2ª lettura), fare spazio a Gesù, accoglierlo, perché è lui il vangelo e la vita nuova.
* Ci si può convertire in un solo istante, come è capitato a Paolo, ma in generale questo avviene più lentamente. Per sant'Agostino è stato un cammino faticoso, anche se poi conserverà per tutta la vita la nostalgia del tempo perso. Lo stesso Paolo, prima di raggiungere Gerusalemme dopo la sua conversione e incontrare gli apostoli, è vissuto per tre anni in disparte in Arabia (Gal 1,15-18).
* Convertirsi vuol dire abbandonare qualcosa, come è capitato in modo radicale per gli apostoli, che abbandonano tutto ? le reti e la famiglia ? affascinati dalla parola di Gesù. La conversione non può comunque essere una scelta indolore, che ti lascia in fondo nella situazione di sempre. È una scelta che se parte da un momento di maggior entusiasmo e rapimento, di maggior consapevolezza che ti fa aprire gli occhi e ti porta alla resa gioiosa, rimane però l'impegno di una vita, perché non ci si converte una volta per tutte, ma è una scelta che va confermata ogni giorno.

Vidi una nuova nascita
Uno dei protagonisti del romanzo La croce e il pugnale di David Wilkerson, racconta. "Qualche tempo fa incontrai un serpente gigantesco. Era grasso otto centimetri e lungo più di un metro e venti, e se ne stava lì al sole, incutendo terrore. Ebbi paura e non osai muovermi per molto tempo, e poi d'un tratto, mentre lo osservavo, assistetti a un miracolo. Vidi una nuova nascita. Vidi quel vecchio serpente mutare la sua pelle e lasciarla lì al sole, trasformandosi in un nuovo essere, veramente bello".

Umberto DE VANNA sdb

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