don Giovanni Berti" Nella casa di Pietro"

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (08/02/2015)
Vangelo: Mc 1,29-39 
Una signora anziana malata e a letto, a cui ho visitato in questi giorni, mi ha detto che la cosa che le pesa di più della sua condizione è proprio quella di sentirsi inutile e impotente. Non può più prendersi cura dei figli e dei nipoti, e questa è davvero la cosa che la fa soffrire di più. Questa sofferenza è quella che probabilmente prova anche la suocera di Pietro,
anziana che Gesù visita e guarisce nella casa dell'apostolo. E' significativo che appena guarita la donna si rimette al servizio, facendo del dono della guarigione ricevuta da Gesù un dono che restituisce ad altri.
Per raccontarci di questa guarigione l'evangelista Marco ci fa entrare in una casa importante, quella di Simon Pietro e di suo fratello Andrea a Cafarnao, sulle rive del lago di Galilea.
La casa di Simone c'è ancora, e gli archeologi hanno più di un elemento per dire che quelle quattro pareti, poste sotto la chiesa costruita sul sito archeologico dell'antica Cafarnao, sono proprio dell'apostolo. Infatti sono state trovate tracce piccole ma determinanti che fanno capire che proprio in quella casa di pescatori si ritrovava una primitiva comunità legata al ricordo di Pietro. Questa casa si trova poco distante dalla sinagoga della città, anch'essa conservata, da dove Gesù e gli apostoli si muovono subito dopo il culto del sabato per andare proprio in questa casa dove giace malata la suocera di Pietro.
E' sabato, e in quel giorno sacro non è permesso altro che pregare e fare il minimo indispensabile, ma soprattutto nessun lavoro, per non offendere Dio e la sua Legge.
Ma è proprio di sabato che Gesù opera questa guarigione, coinvolto dai suoi discepoli che hanno intuito che il Maestro va oltre le regole religiose, con una autorità riguardo le cose di Dio che nessun altro ha.
Gesù trova una donna che è immobilizzata da una febbre che le impedisce di vivere e di trovare un senso alla sua esistenza. Possiamo immaginare quelle quattro pareti domestiche immerse in un clima di immobilità e dolore, come spesso accade nelle nostre case quando la malattia di anche uno solo dei componenti della famiglie costringe lui o lei all'immobilità.
Gesù, che è appena uscito dalle pareti "sacre" della sinagoga, entra nelle pareti altrettanto "sacre" della vita umana, e possiamo davvero affermare che per lui non c'è differenza e separazione tra sacro e profano, tra tempio e vita, tra l'essere rivolti a Dio e l'essere rivolti all'essere umano. Questo si vede benissimo in tutto quel che accade dentro la casa di Pietro: Gesù, proprio nel giorno in cui si dovrebbe essere tutti solamente per Dio, prende per mano questa donna e la risolleva (termine che richiama nel greco la resurrezione). Compie un gesto apparentemente "impuro" toccando una donna malata, ma in realtà per Gesù è proprio nel prendersi cura delle ferite fisiche e interiori della suocera di Pietro che santifica il sabato e rende gloria a Dio.
E la donna finalmente può ritrovare la sua dignità non solo perché guarita e capace di darsi da fare, ma soprattutto perché non è segno di maledizione ma di benedizione, e Dio le fa visita proprio nel momento della sua massima debolezza.
Ancora una volta Gesù sta istruendo i suoi discepoli e attraverso loro istruisce anche noi oggi, e la casa di Pietro diventa modello di come può e deve essere la comunità cristiana.
La Chiesa è la casa dove ci si prende cura gli uni degli altri e dove nell'amore reciproco si rende culto a Dio. I cristiani guardando al povero e prendendosene carico arrivano direttamente a Dio, proprio come Gesù ha fatto.

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