don PAOLO ZAMENGO SDB"La preghiera irresistibile

 Mc 1 40-45 VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (15/02/2015)   
La lebbra ha talmente sfigurato il volto di quest’uomo da renderlo irriconoscibile. Privo di identità, è diventato immondo, repellente, escluso da ogni contatto sociale, perfino respinto dai familiari. E viene abbandonato sulla strada dalla carovana frettolosa e triturante dell’indifferenza.

Stanco di scappare e di gridare la propria umiliazione, questo lebbroso si inventa un gesto estremo. Gioca l’ultima carta e oltrepassa i confini della legalità. Le sue condizioni gli vietano di avvicinarsi ma non può fare diversamente. Per strade che solo la disperazione conosce raggiunge Gesù, si butta ai suoi piedi e piange la sua sventura. Intorno si crea il vuoto. Solo Gesù rimane ad ascoltare la sua preghiera perché, per Gesù, nulla ha prezzo quanto la vita di un uomo.
Le prescrizioni della legge erano chiare: avvicinare un lebbroso comportava il contrarre la medesima impurità. Toccare un lebbroso era come toccare un cadavere. Il lebbroso era dichiarato un maledetto, colpito da Dio e condannato. Gesù tocca un “cadavere”. Ma proprio per questo era venuto sulla terra, a risuscitare i morti.
Ora, davanti a Gesù c’è uno al quale, a differenza di altri, era rimasta intatta la voglia di vivere e ricominciare. Questo lebbroso è malato ma ha mantenuto tutta la sua lucidità. Sa di non avere meriti, ma ha una fede sincera. Il suo futuro è appeso a un misterioso “se”. Se vuoi, puoi guarirmi.
E Gesù vacilla. Il dolore umano fa barcollare Dio, come in Egitto, quando udì la voce del dolore del suo popolo e decise di scendere sulla terra per liberarlo dalla schiavitù del Faraone. Così ora Dio ascolta e si commuove per il pianto dei poveri.
Il Creatore non accetta che i suoi figli siano deformati o sfatti. Dio guarisce la lebbra di ogni tempo soprattutto il peccato, radice di ogni corruzione. Il lebbroso prega Gesù per essere guarito. E Gesù proclama una parola definitiva che svela il cuore di Dio: “Lo voglio, guarisci!”.
Il dolore è conseguenza del peccato ma Gesù ha pagato per tutti. Dopo di lui si può accogliere il dolore solo per amore. Dio non ha creato né la morte né la lebbra né la guerra. Dio è vita, Dio è futuro. Dio guarisce. Non conosciamo né come né quando, ma, goccia dopo goccia, Dio rinnova la faccia della terra.
La lebbra non è una punizione ma la conseguenza del peccato di presunzione con il quale l’uomo ha creduto di poter sfidare Dio. Gesù è venuto a guarire e chiede a quanti hanno incontrato il suo amore, di trasformarsi essi stessi in carezza di Dio.
Gesù ascolta il lebbroso e lo guarisce. La sua sola presenza ha il potere di guarire, ma Gesù tocca anche quella creatura per esprimergli vicinanza e condivisione. Gesù decide di condividere la sorte di chi vive ai margini e nelle periferie. Da allora chi vorrà camminare dietro con lui non potrà non vestire i suoi medesimi sentimenti.

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