Luca Desserafino sdb"Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto"

22 febbraio 2015 | 1a Domenica - T. Quaresima B | Omelia
1a Domenica - T. Quaresima - B
Con questa domenica iniziamo il tempo della Quaresima che nel suo duplice carattere "battesimale e penitenziale" è tutto proteso verso la Pasqua e ripropone al popolo cristiano un cammino impegnativo di conversione.

In questo tempo, siamo chiamati a ritornare al Signore, concentrando la nostra attenzione su di Lui e scoprendo che Egli ci attende e ci guarda con infinita misericordia. Lo sguardo di Dio su di me desidera incontrare il mio sguardo su di Lui.
Se Dio mi guarda, io non posso guardare altrove. Questa è la tentazione che subiamo di continuo: voltare le spalle a Lui per lasciarci catturare da ciò che non è Dio e non può assicurarci felicità e salvezza.

La celebrazione del Mercoledì delle Ceneri ci ha ricordato la realtà della nostra vita.
Tutti siamo deboli, singoli e nazioni, anche se il mondo ci spinge, sempre più, a considerarci forti e autosufficienti.
La vita di ciascuno di noi è davvero come polvere; polvere come quella cenere che ci è stata posta sulla testa.
L'ostentazione della forza, la manifestazione dell'arroganza, l'uso della violenza, conducono inesorabilmente gli uomini dentro una spirale drammatica di distruzione reciproca.
È quanto accadde al tempo di Noè, delineatoci nella prima lettura.

L'autore del Libro della Genesi mostra la larghezza e la profondità del male che aveva avvelenato il cuore sin nel profondo: "Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male". Il diluvio, inevitabile conseguenza di un mondo intriso di peccato, fece scomparire la vita dalla terra, sommergendola nelle acque torbide dell'odio e della violenza.

Ma il Signore non abbandona i suoi figli. E, dopo il diluvio, interviene con una sorta di nuova creazione stabilendo un nuovo patto con Noè, con i suoi figli, con i discendenti e con tutti gli esseri viventi.
L'alleanza di Noè è un'alleanza universale che abbraccia ogni essere vivente, ogni uomo e ogni donna, ogni popolo della terra, nessuno escluso.
Dio strinse un patto di alleanza con tutti i popoli, perché tutti appartengono a lui. Di più, il Signore promise solennemente a se stesso e a Noè la saldezza di questo patto: "non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque, né più diluvio devasterà la terra". Dio non voleva dimenticare mai più la sua alleanza con l'umanità, e proprio per questo, pose tra il cielo e la terra un arcobaleno, segno dell'alleanza ristabilita.

La breve pericope del Vangelo di Marco, che abbiamo ascoltato, ci invita a restare in compagnia di Gesù nei quaranta giorni di deserto. Egli stesso ci conduce con lui perché possiamo ritrovare il cuore di Dio e riscoprire il senso della vita.
Nel deserto, dove Gesù si prepara alla sua missione, avviene lo scontro con Satana, uno scontro che riemergerà in tutto il vangelo di Marco. L'opera del Figlio di Dio infatti manifesterà progressivamente ciò che lo scarno episodio di Marco in un certo senso anticipa: il forte (= Satana) sarà incatenato e vinto dal più forte (= Gesù). Con Gesù è finalmente giunto il tempo in cui Dio irrompe nella storia in modo decisivo, per dirigerla verso il suo radicale compimento.

Quando Dio irrompe nella storia e nella vita di una creatura (Noè, Abramo, Mosè, i profeti...), avviene un profondo cambiamento: mutano progetti, prospettive, abitudini, legami. Il peretorio appello di Gesù alla conversione si giustifica per il fatto che se è giunta la salvezza, se Dio si è fatto vicino, bisogna disporsi ad accoglierlo senza indugi e resistenze per partecipare alla novità che Egli prospetta.

Non si tratta solo di rinunciare al peccato, ma di dare un orientamento nuovo alla propria vita, aderendo al Vangelo. Uno sguardo lucido e schietto alla nostra esistenza di cristiani può far emergere situazioni di compromesso e di comodo, valori inconsistenti, prospettive sbagliate, buone abitudini senza convinzioni di fondo, sottomissione passiva agli idoli del mondo.

In questa lotta permanente Gesù ci sostiene e oggi, all'inizio della Quaresima, ci consegna una "parola d'ordine", una "parola di vita" per il nostro itinerario verso la Pasqua:"Il tempo è compiuto".
La grande svolta nella storia e nella nostra storia personale è arrivata. La Felicità è a portata di mano. "Il Regno di Dio è vicino".
Attraverso Gesù, Dio si fa accanto a noi per cambiare il nostro destino, per donarci la possibilità di un futuro incredibilmente nuovo e beato.

A quale condizione? "Convertitevi e credete al Vangelo". Dio non ci costringe, non può regalarci se stesso se noi non ci stiamo e non gli spalanchiamo la porta del nostro cuore. Convertirsi - ecco l'impegno quaresimale - vuol dire appunto restituire a Dio il primo posto nella vita, stanando e scacciando Satana da ogni angolo, anche il più nascosto della nostra esistenza. Credere al Vangelo vuol dire lasciarsi affascinare dalla buona notizia del Regno, cioè Dio amore che si dona in Gesù, e testimoniarlo nella propria vita credente.

Per raggiungere un traguardo, lo sappiamo per esperienza, non è sufficiente un entusiasmo epidermico o una volontà generica: occorre un impegno preciso, una lunga e laboriosa preparazione.
Il rinnovamento della propria vita non è affare di un momento, ma è frutto di sacrificio, di costanza, di pazienza.
La Quaresima è l'opportunità che Dio offre a tutti noi per rinsaldare la nostra alleanza d'amore con lui; non ci resta che realizzarla insieme.    

Luca Desserafino sdb

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