Movimento Apostolico " Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!"
II Domenica di Quaresima (Anno B) (01/03/2015)
Vangelo: Mc 9,2-10
Perché un altro ci conosca non solo è necessario che gli diciamo chi siamo secondo verità perfetta, è anche indispensabile che il nostro essere corrisponda al nostro dire. Dire e mostrare, parlare e far vedere, insegnare e
attestare storicamente la nostra verità. Forse sul momento l'altro non comprende. Con il tempo parola e visione entrate nel cuore inizieranno a far germogliare i loro frutti. Questa unità è mirabilmente colta da San Luca e posta all'inizio degli Atti degli Apostoli come vera rivelazione di Gesù.
Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo ( At 1,1-5).
San Pietro vide Gesù trasfigurato sul monte. Ascoltò la voce del Padre che risuonava dal Cielo. Vide, ascoltò, comprese poco. Poi a poco a poco quella visione e quell'ascolto iniziarono a divenire il pilastro della sua fede. Quel giorno rimase indelebile nella sua mente e nel suo cuore. È a fondamento della sua fede in Cristo.
Vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: «Questi è il Figlio mio, l'amato, nel quale ho posto il mio compiacimento». Questa voce noi l'abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino. Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana è mai venuta una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio (2Pt 1,12-21).
Sul monte Gesù rivela ai suoi discepoli che la verità del Messia di Dio non è quella che pensa il popolo, il quale si è fatto di Lui una raffigurazione terrena, assai umana e poco divina. Dio non si è fatto carne per scacciare i Romani e ogni altro dalla terra dei padri. Per fare questo era sufficiente che mandasse un solo suo angelo. Non vi era alcuna necessità di passare per l'incarnazione. Il Figlio di Dio invece si è fatto uomo non per scacciare, ma per fare figli di Dio tutti gli uomini, rendendoli fratelli, suoi famigliari, concittadini gli uni degli altri, amici. Questo non lo può fare un angelo del cielo. Occorre il Verbo Incarnato. Lui è venuto per prendere su di sé il peccato del mondo ed espiarlo sulla croce. Gesù è venuto non per mostrare la sua onnipotenza, ma per rivelare quanto grande è il suo amore, la sua misericordia, la sua espiazione vicaria.
Come ha fatto Gesù deve fare anche il suo corpo in ciascuna delle sue cellule. Deve insegnare non la verità di Cristo, ma la verità di Cristo in esso. Ciò che Cristo Gesù ha fatto del suo corpo, uno strumento di riconciliazione, perdono, pace, fratellanza, amicizia, unità di tutto il genere umano. Deve insegnare e mostrare con la sua vita la verità del suo corpo. Il mondo all'inizio non comprende, non può comprendere, poi con il tempo, parola e visione daranno i loro buoni frutti. Oggi purtroppo siamo privi sia della visione che della parola. Si annunziano falsità, si dona uno spettacolo di peccato. Mai il mondo potrà credere. Gli manca il fondamento della fede. Siamo responsabili. Per grave nostra omissione il mondo rimane nelle tenebre.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di perfetta esemplarità.
Vangelo: Mc 9,2-10
Perché un altro ci conosca non solo è necessario che gli diciamo chi siamo secondo verità perfetta, è anche indispensabile che il nostro essere corrisponda al nostro dire. Dire e mostrare, parlare e far vedere, insegnare e
attestare storicamente la nostra verità. Forse sul momento l'altro non comprende. Con il tempo parola e visione entrate nel cuore inizieranno a far germogliare i loro frutti. Questa unità è mirabilmente colta da San Luca e posta all'inizio degli Atti degli Apostoli come vera rivelazione di Gesù.
Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo ( At 1,1-5).
San Pietro vide Gesù trasfigurato sul monte. Ascoltò la voce del Padre che risuonava dal Cielo. Vide, ascoltò, comprese poco. Poi a poco a poco quella visione e quell'ascolto iniziarono a divenire il pilastro della sua fede. Quel giorno rimase indelebile nella sua mente e nel suo cuore. È a fondamento della sua fede in Cristo.
Vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: «Questi è il Figlio mio, l'amato, nel quale ho posto il mio compiacimento». Questa voce noi l'abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino. Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana è mai venuta una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio (2Pt 1,12-21).
Sul monte Gesù rivela ai suoi discepoli che la verità del Messia di Dio non è quella che pensa il popolo, il quale si è fatto di Lui una raffigurazione terrena, assai umana e poco divina. Dio non si è fatto carne per scacciare i Romani e ogni altro dalla terra dei padri. Per fare questo era sufficiente che mandasse un solo suo angelo. Non vi era alcuna necessità di passare per l'incarnazione. Il Figlio di Dio invece si è fatto uomo non per scacciare, ma per fare figli di Dio tutti gli uomini, rendendoli fratelli, suoi famigliari, concittadini gli uni degli altri, amici. Questo non lo può fare un angelo del cielo. Occorre il Verbo Incarnato. Lui è venuto per prendere su di sé il peccato del mondo ed espiarlo sulla croce. Gesù è venuto non per mostrare la sua onnipotenza, ma per rivelare quanto grande è il suo amore, la sua misericordia, la sua espiazione vicaria.
Come ha fatto Gesù deve fare anche il suo corpo in ciascuna delle sue cellule. Deve insegnare non la verità di Cristo, ma la verità di Cristo in esso. Ciò che Cristo Gesù ha fatto del suo corpo, uno strumento di riconciliazione, perdono, pace, fratellanza, amicizia, unità di tutto il genere umano. Deve insegnare e mostrare con la sua vita la verità del suo corpo. Il mondo all'inizio non comprende, non può comprendere, poi con il tempo, parola e visione daranno i loro buoni frutti. Oggi purtroppo siamo privi sia della visione che della parola. Si annunziano falsità, si dona uno spettacolo di peccato. Mai il mondo potrà credere. Gli manca il fondamento della fede. Siamo responsabili. Per grave nostra omissione il mondo rimane nelle tenebre.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di perfetta esemplarità.
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