p. Alberto Maggi OSM"GESU’, TENTATO DA SATANA, E’ SERVITO DAGLI ANGELI
I QUARESIMA – 22 febbraio 2015 Mc 1,12-15
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni,
tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e
diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Stupisce la sobrietà dell’evangelista Marco nel descrivere le tentazioni di Gesù nel deserto. Infatti scrive
Marco: E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato dal
Satana. Secondo Marco Gesù non prega, non digiuna. E Marco neanche elenca il numero delle
tentazioni come invece fanno nei loro vangeli Matteo e Luca. Cosa ci vuol trasmettere l’evangelista?
Il “subito” mette in relazione le tentazioni con l’episodio del battesimo quando Gesù ha ricevuto lo
spirito, cioè l’amore di Dio. La risposta di Gesù all’amore del padre è l’amore per gli uomini che lui viene
a liberare. Questo spirito lo sospinge, il verbo ha un’immagine di forza, di violenza quasi nei confronti di
Gesù. Lo sospinge nel deserto per quaranta giorni. Il deserto e i quaranta giorni richiamano i quaranta
anni che il popolo di Israele stette nel deserto prima di entrare nella terra promessa.
Quindi l’evangelista ci vuole indicare che tutta la vita di Gesù è stata un cammino, una traversia nel
deserto verso la pienezza della liberazione. Quello che l’evangelista ci sta descrivendo non è un episodio
della vita di Gesù, ma una sintesi di tutta la sua esistenza.
Ebbene in questo deserto per quaranta giorni fu tentato dal Satana. E’ la prima volta che in questo
vangelo compare il termine “Satana”, poi scompare per riapparire poi nel capitolo 8 in bocca a Gesù
rivolto a uno dei suoi discepoli, a Simon Pietro, che Gesù chiamerà “Satana”. “Vattene Satana, torna a
metterti dietro di me!”
E’ quindi la prima e l’ultima volta che compare il Satana. Nell’episodio in cui Gesù rifiuta Pietro e lo
definisce Satana, Pietro non accetta la morte di Gesù, Pietro vuole il potere di Gesù. Il Satana poi
ricompare nella parabola dei quattro terreni come immagine degli uccelli che raccolgono il seme appena
seminato e l’evangelista indica che è il potere.
1Chi ha un’ideologia di potere è refrattario e ostile all’annunzio di Gesù. Poi riapparirà nella polemica di
Gesù quando dichiarerà che “un Satana che è diviso contro se stesso è destinato alla fine”.
Quindi il Satana compare pochissime volte. Ma quello che l’evangelista ci aiuta a comprendere, l’azione
di questo Satana e il suo significato è soprattutto il verbo “tentare” comparirà ancora tre volte in questo
vangelo, da parte di chi non ci saremmo aspettati, cioè i Farisei.
Queste persone tanto pie, tanto devote, tanto zelanti, tanto osservanti di ogni dettaglio della legge,
l’evangelista li identifica invece come diavoli, come strumenti del Satana, perché sono loro che tentano
Gesù, e tutte e tre le volte che tentano Gesù sono all’insegna della divisione. Satana, il diavolo, è colui
che divide. Ebbene i Farisei che si credevano tanto vicini a Dio, in realtà sono strumenti del diavolo per
dividere.
La prima volta che compaiono, e compare di nuovo il verbo “tentare”, è quando Gesù ha condiviso i pani
non solo il terra d’Israele, ma anche in terra dei pagani, per indicare che l’amore di Dio è per tutta
l’umanità. Questo era inaccettabile. Scrive l’evangelista al capitolo 8, versetto 11, Vennero i Farisei e si
misero a discutere con lui chiedendogli un segno dal cielo per tentarlo.
Quello che sta facendo Gesù è assurdo, l’amore di Dio anche per i pagani. Allora vogliono un avvallo da
parte di Dio. Loro vogliono dividere Dio dai pagani, ma l’amore di Dio è per tutta l’umanità. Poi la volta
sarà quando alcuni Farisei, avvicinatisi per tentarlo, gli chiedono se è lecito a un uomo ripudiare la
propria moglie. Vogliono dividere l’uomo dalla donna.
L’uomo ha una superiorità, dei diritti che la donna non ha. E Gesù invece si richiama al disegno della
creazione e riafferma l’unità tra l’uomo e la donna e la perfetta uguaglianza. Infine la terza volta, forse la
volta più subdola, sarà Gesù che chiederà “Perché volete tentarmi?” Gli hanno chiesto lecito o no pagare
il tributo, la tassa a Cesare e Gesù non cadrà nella loro trappola e dirà che sia Cesare che i Farisei hanno
occupato il posto di Dio.
I Farisei hanno diviso Dio dagli uomini. E Gesù dirà: “Restituite a Dio quello che è di Dio”, cioè
restituitegli il suo popolo. Quindi i Farisei, questi leader spirituali, questi rappresentanti della spiritualità,
della massima santità, che la gente guardava con ammirazione, l’evangelista sin dalle prime battute del
suo vangelo, li denuncia come strumenti del diavolo. Il diavolo è colui che divide, colui che crea
fenomeni di divisione.
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni,
tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e
diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Stupisce la sobrietà dell’evangelista Marco nel descrivere le tentazioni di Gesù nel deserto. Infatti scrive
Marco: E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato dal
Satana. Secondo Marco Gesù non prega, non digiuna. E Marco neanche elenca il numero delle
tentazioni come invece fanno nei loro vangeli Matteo e Luca. Cosa ci vuol trasmettere l’evangelista?
Il “subito” mette in relazione le tentazioni con l’episodio del battesimo quando Gesù ha ricevuto lo
spirito, cioè l’amore di Dio. La risposta di Gesù all’amore del padre è l’amore per gli uomini che lui viene
a liberare. Questo spirito lo sospinge, il verbo ha un’immagine di forza, di violenza quasi nei confronti di
Gesù. Lo sospinge nel deserto per quaranta giorni. Il deserto e i quaranta giorni richiamano i quaranta
anni che il popolo di Israele stette nel deserto prima di entrare nella terra promessa.
Quindi l’evangelista ci vuole indicare che tutta la vita di Gesù è stata un cammino, una traversia nel
deserto verso la pienezza della liberazione. Quello che l’evangelista ci sta descrivendo non è un episodio
della vita di Gesù, ma una sintesi di tutta la sua esistenza.
Ebbene in questo deserto per quaranta giorni fu tentato dal Satana. E’ la prima volta che in questo
vangelo compare il termine “Satana”, poi scompare per riapparire poi nel capitolo 8 in bocca a Gesù
rivolto a uno dei suoi discepoli, a Simon Pietro, che Gesù chiamerà “Satana”. “Vattene Satana, torna a
metterti dietro di me!”
E’ quindi la prima e l’ultima volta che compare il Satana. Nell’episodio in cui Gesù rifiuta Pietro e lo
definisce Satana, Pietro non accetta la morte di Gesù, Pietro vuole il potere di Gesù. Il Satana poi
ricompare nella parabola dei quattro terreni come immagine degli uccelli che raccolgono il seme appena
seminato e l’evangelista indica che è il potere.
1Chi ha un’ideologia di potere è refrattario e ostile all’annunzio di Gesù. Poi riapparirà nella polemica di
Gesù quando dichiarerà che “un Satana che è diviso contro se stesso è destinato alla fine”.
Quindi il Satana compare pochissime volte. Ma quello che l’evangelista ci aiuta a comprendere, l’azione
di questo Satana e il suo significato è soprattutto il verbo “tentare” comparirà ancora tre volte in questo
vangelo, da parte di chi non ci saremmo aspettati, cioè i Farisei.
Queste persone tanto pie, tanto devote, tanto zelanti, tanto osservanti di ogni dettaglio della legge,
l’evangelista li identifica invece come diavoli, come strumenti del Satana, perché sono loro che tentano
Gesù, e tutte e tre le volte che tentano Gesù sono all’insegna della divisione. Satana, il diavolo, è colui
che divide. Ebbene i Farisei che si credevano tanto vicini a Dio, in realtà sono strumenti del diavolo per
dividere.
La prima volta che compaiono, e compare di nuovo il verbo “tentare”, è quando Gesù ha condiviso i pani
non solo il terra d’Israele, ma anche in terra dei pagani, per indicare che l’amore di Dio è per tutta
l’umanità. Questo era inaccettabile. Scrive l’evangelista al capitolo 8, versetto 11, Vennero i Farisei e si
misero a discutere con lui chiedendogli un segno dal cielo per tentarlo.
Quello che sta facendo Gesù è assurdo, l’amore di Dio anche per i pagani. Allora vogliono un avvallo da
parte di Dio. Loro vogliono dividere Dio dai pagani, ma l’amore di Dio è per tutta l’umanità. Poi la volta
sarà quando alcuni Farisei, avvicinatisi per tentarlo, gli chiedono se è lecito a un uomo ripudiare la
propria moglie. Vogliono dividere l’uomo dalla donna.
L’uomo ha una superiorità, dei diritti che la donna non ha. E Gesù invece si richiama al disegno della
creazione e riafferma l’unità tra l’uomo e la donna e la perfetta uguaglianza. Infine la terza volta, forse la
volta più subdola, sarà Gesù che chiederà “Perché volete tentarmi?” Gli hanno chiesto lecito o no pagare
il tributo, la tassa a Cesare e Gesù non cadrà nella loro trappola e dirà che sia Cesare che i Farisei hanno
occupato il posto di Dio.
I Farisei hanno diviso Dio dagli uomini. E Gesù dirà: “Restituite a Dio quello che è di Dio”, cioè
restituitegli il suo popolo. Quindi i Farisei, questi leader spirituali, questi rappresentanti della spiritualità,
della massima santità, che la gente guardava con ammirazione, l’evangelista sin dalle prime battute del
suo vangelo, li denuncia come strumenti del diavolo. Il diavolo è colui che divide, colui che crea
fenomeni di divisione.
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