PAOLO VI,MEDITAZIONE"Cristo, che si accosta ai lebbrosi confortandoli e guarendoli

MEDITAZIONE
Il gesto amorevole di Cristo, che si accosta ai lebbrosi confortandoli e guarendoli, ha la sua
piena e misteriosa espressione nella passione, nella quale egli, martoriato e sfigurato dal sudore

di sangue, dalla flagellazione, dalla coronazione di spine, dalla crocifissione, dal rifiuto
escludente del popolo già beneficato, giunge ad identificarsi con i lebbrosi, diviene l'immagine
e il simbolo di essi, come aveva intuito il profeta Isaia contemplando il mistero del Servo di
Iahvè: "Non ha apparenza né bellezza... disprezzato e reietto dagli uomini... come uno davanti
al quale ci si copre la faccia... e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato" (Is
53,2-4). Ma è proprio dalle piaghe del corpo straziato di Gesù e dalla potenza della sua
risurrezione, che sgorga la vita e la speranza per tutti gli uomini colpiti dal male e dalle
infermità.
La Chiesa è stata sempre fedele alla missione di annunciare la Parola di Cristo, unita al gesto
concreto di solidale misericordia verso gli ultimi. È stato nei secoli un crescendo travolgente e
straordinario di dedizione nei confronti dei colpiti dalle malattie umanamente più ripugnanti, e
in particolare dalla lebbra, la cui presenza tenebrosa continuava a sussistere nel mondo orientale
ed occidentale. La storia pone in chiara luce che sono stati i cristiani ad interessarsi e a
preoccuparsi per primi del problema dei lebbrosi. L'esempio di Cristo aveva fatto scuola ed è
stato fecondo di solidarietà, di dedizione, di generosità, di carità disinteressata.
Nella storia dell'agiografia cristiana è rimasto emblematico l'episodio concernente Francesco
d'Assisi: era giovane, come voi; come voi cercava la gioia, la felicità, la gloria; eppure egli
voleva dare un significato totale e definitivo alla propria esistenza. Fra tutti gli orrori della
miseria umana, Francesco sentiva ripugnanza istintiva per i lebbrosi. Ma ecco, un giorno ne
incontrò proprio uno, mentre era a cavallo nei pressi di Assisi. Ne provò grande ribrezzo, ma,
per non venir meno al suo impegno di diventare "cavaliere di Cristo", balzò di sella e, mentre
il lebbroso gli stendeva la mano per ricevere l'elemosina, Francesco gli porse del denaro e lo
baciò.
PAOLO VI, omelia del 29 gennaio 1978

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