Commento a cura di Gigi Avanti"Tocca e rovescia il mio cuore!
Commento su Giovanni 3,14-21
IV Domenica di Quaresima - Laetare (Anno B) (15/03/2015)
Vangelo: Gv 3,14-21
Convertirci voce del verbo rovesciare! In questa domenica di quaresima risuonano forti le gesta e le parole di Gesù che compie al Tempio di Gerusalemme: rovescia i banchi dei cambiamonete e dice "non fate della casa del Padre mio un mercato!". Parole e gesta che hanno bisogno di superare anche un immediata emotività che
sentiamo appena letto questo episodio e ci spinge a soffermarci sulla "perdita della calma" da parte di Gesù ma soprattutto ci potrebbe spingere, con un pizzico di compiacimento, che le gesta e le parole di Gesù non ci riguardano ma che riguardano (finalmente!) tutti gli "addetti ai lavori del sacro" che spesso scandalizzano riducendo la fede ad un mercato di compravendita di favori "divini", accomodamenti, raccomandazioni e squallidi interessi economici! Tutto vero, ma rileggendo più volte questo brano sento sempre di più che quelle parole e quelle gesta profetiche di Gesù mi riguardano e riguardano il mio credere, la mia relazione con Lui. Ecco allora l'esigenza che il Signore in questo tempo di quaresima venga a "rovesciare" in qualche modo la nostra fede riscoprendo e ristabilendo una buona relazione con Lui attraverso il suo mistero pasquale! Un autore scriveva che "la prova più grande nella nostra vita è quella della fede perché sbagliarci su Dio è il peggio che ci possa capitare". Sbagliare il nostro rapporto con Dio infatti significherebbe non solo trasformare la nostra fede in un mercato, dove regna la confusione e si stabilisce una relazione con Dio falsa e deviante, ma se "Dio è amore", sbagliare la relazione con Lui significa anche sbagliarci sull'amore, sulla relazione con gli altri e anche con noi stessi!
Ecco allora che Gesù in questo vangelo spinge a "rovesciare" la nostra fede in alcuni suoi aspetti:
-Gesù "rovescia" il nostro rapporto con Dio: Il tempio, la legge, per il popolo ebraico sono il segno della comunione con Dio. Gesù vuole purificare questa comunione dove ormai l'osservanza scrupolosa della legge e le pratiche cultuali del tempio, come l'offerta dei sacrifici, hanno offuscato se non ribaltato l'assoluto nell'alleanza tra Dio e l'uomo che è l'iniziativa gratuita dell'amore di Dio che libera l'uomo e lo rende capace di bene! Nella I lettura sembra ben chiaro questo: "Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dall'Egitto, dalla condizione di schiavitù". L'assoluto della nostra fede è questo: fare esperienza della misericordia di Dio, della sua redenzione del tutto gratuita e immeritata attraverso il suo mistero di morte e risurrezione! Ecco perché i discepoli riescono a capire il gesto di Gesù al tempio e a credere solo dopo la sua risurrezione: perché fanno un'esperienza personale di un amore totalmente gratuito di Cristo che li salva non perché diventano dei "discepoli perfetti e devoti" ma perché sono stati toccati nel proprio cuore da questo amore crocifisso e risorto che li apre alla Vita vera (V maiuscola!) e gli permette di dire "credo in te Gesù", "mi affido a te!". Gesù sa bene che per recuperare all'essere l'uomo può solo farlo toccandogli il vuoto del suo cuore:"egli infatti conosceva quello che c'è nell'uomo", a noi la scelta di lasciarci toccare. La nostra fede nasce infatti da un'esperienza di ordine affettivo (non sentimentalismo) dove Dio tocca il cuore dell'uomo, il suo vuoto, attraverso l'amore pasquale di Cristo che gli fa nuovamente il dono meraviglioso e gratuito di sentirsi autorizzato a vivere e sentirsi giustificato! Come dice un autore "Non è l'uomo che compra la benevolenza di Dio con i sacrifici al tempio, ma è Dio che conquista il cuore dell'uomo con il suo sacrificio sulla croce, manifesto evidente del suo amore" Ogni volta che celebriamo l'eucarestia entriamo ed attingiamo in questo tempio che è il corpo di Cristo! Purtroppo Gesù vede nel tempio e continua a vedere oggi uomini che, allontanandosi da Dio o costruendone una falsa immagine, sono costretti a realizzare la propria vita solo con le proprie forze oppure con le sole proprie forze riappropriarsi della benevolenza di Dio. Sono persone che disperatamente cercano di "essere brave", di avere successo, di essere "produttive" e come nei sacrifici al tempio arrivano addirittura ad offrire o distruggere il meglio che hanno prodotto in nome di un riconoscimento da parte di Dio o degli altri! E' questa idea di Dio che lo trasforma in un Dio tiranno, che trasforma le dieci parole in dieci comandamenti, che trasforma la nostra fede in religione e precetti, che trasforma il fratello in avversario...
-Gesù rovescia il nostro cuore: San Francesco d'Assisi spesso invocava "la dolce violenza dell'amore di Cristo morto e risorto"... per liberare e trasformare il suo cuore. Il tempo di quaresima è un tempo favorevole per lasciare che la forza della pasqua di Cristo entri nel nostro cuore e rovesci quei "mercati" che occupano e opprimono il tempio della nostra vita! Ritagliarci spazi per raccontare a Dio quello che abbiamo dentro di noi, alla luce della sua Parola, chiedere il coraggio della verità per accompagnarci in decisioni che ci aiutino a rovesciare i i nostri modi "religiosamente corretti" dietro i quali trascuriamo spesso le più elementari esigenze di giustizia e di onestà nella vita di tutti i giorni! Rovesciare i nostri "sinceri" momenti di preghiera e di partecipazione alla comunità continuando poi a calunniare i nostri fratelli! Rovesciare le priorità della nostra vita che spesso nascondono pigrizie verso le vie faticose del fratello povero o malato. Rovesciare le nostre mentalità mondane vestite (anche male) di sentimenti evangelici trasformandoci in maestri di compromessi accomodanti rispetto la "scomodità "del vangelo!
Signore vieni e con la tua misericordia e il tuo amore tocca e rovescia il mio cuore!
IV Domenica di Quaresima - Laetare (Anno B) (15/03/2015)
Vangelo: Gv 3,14-21
Convertirci voce del verbo rovesciare! In questa domenica di quaresima risuonano forti le gesta e le parole di Gesù che compie al Tempio di Gerusalemme: rovescia i banchi dei cambiamonete e dice "non fate della casa del Padre mio un mercato!". Parole e gesta che hanno bisogno di superare anche un immediata emotività che
sentiamo appena letto questo episodio e ci spinge a soffermarci sulla "perdita della calma" da parte di Gesù ma soprattutto ci potrebbe spingere, con un pizzico di compiacimento, che le gesta e le parole di Gesù non ci riguardano ma che riguardano (finalmente!) tutti gli "addetti ai lavori del sacro" che spesso scandalizzano riducendo la fede ad un mercato di compravendita di favori "divini", accomodamenti, raccomandazioni e squallidi interessi economici! Tutto vero, ma rileggendo più volte questo brano sento sempre di più che quelle parole e quelle gesta profetiche di Gesù mi riguardano e riguardano il mio credere, la mia relazione con Lui. Ecco allora l'esigenza che il Signore in questo tempo di quaresima venga a "rovesciare" in qualche modo la nostra fede riscoprendo e ristabilendo una buona relazione con Lui attraverso il suo mistero pasquale! Un autore scriveva che "la prova più grande nella nostra vita è quella della fede perché sbagliarci su Dio è il peggio che ci possa capitare". Sbagliare il nostro rapporto con Dio infatti significherebbe non solo trasformare la nostra fede in un mercato, dove regna la confusione e si stabilisce una relazione con Dio falsa e deviante, ma se "Dio è amore", sbagliare la relazione con Lui significa anche sbagliarci sull'amore, sulla relazione con gli altri e anche con noi stessi!
Ecco allora che Gesù in questo vangelo spinge a "rovesciare" la nostra fede in alcuni suoi aspetti:
-Gesù "rovescia" il nostro rapporto con Dio: Il tempio, la legge, per il popolo ebraico sono il segno della comunione con Dio. Gesù vuole purificare questa comunione dove ormai l'osservanza scrupolosa della legge e le pratiche cultuali del tempio, come l'offerta dei sacrifici, hanno offuscato se non ribaltato l'assoluto nell'alleanza tra Dio e l'uomo che è l'iniziativa gratuita dell'amore di Dio che libera l'uomo e lo rende capace di bene! Nella I lettura sembra ben chiaro questo: "Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dall'Egitto, dalla condizione di schiavitù". L'assoluto della nostra fede è questo: fare esperienza della misericordia di Dio, della sua redenzione del tutto gratuita e immeritata attraverso il suo mistero di morte e risurrezione! Ecco perché i discepoli riescono a capire il gesto di Gesù al tempio e a credere solo dopo la sua risurrezione: perché fanno un'esperienza personale di un amore totalmente gratuito di Cristo che li salva non perché diventano dei "discepoli perfetti e devoti" ma perché sono stati toccati nel proprio cuore da questo amore crocifisso e risorto che li apre alla Vita vera (V maiuscola!) e gli permette di dire "credo in te Gesù", "mi affido a te!". Gesù sa bene che per recuperare all'essere l'uomo può solo farlo toccandogli il vuoto del suo cuore:"egli infatti conosceva quello che c'è nell'uomo", a noi la scelta di lasciarci toccare. La nostra fede nasce infatti da un'esperienza di ordine affettivo (non sentimentalismo) dove Dio tocca il cuore dell'uomo, il suo vuoto, attraverso l'amore pasquale di Cristo che gli fa nuovamente il dono meraviglioso e gratuito di sentirsi autorizzato a vivere e sentirsi giustificato! Come dice un autore "Non è l'uomo che compra la benevolenza di Dio con i sacrifici al tempio, ma è Dio che conquista il cuore dell'uomo con il suo sacrificio sulla croce, manifesto evidente del suo amore" Ogni volta che celebriamo l'eucarestia entriamo ed attingiamo in questo tempio che è il corpo di Cristo! Purtroppo Gesù vede nel tempio e continua a vedere oggi uomini che, allontanandosi da Dio o costruendone una falsa immagine, sono costretti a realizzare la propria vita solo con le proprie forze oppure con le sole proprie forze riappropriarsi della benevolenza di Dio. Sono persone che disperatamente cercano di "essere brave", di avere successo, di essere "produttive" e come nei sacrifici al tempio arrivano addirittura ad offrire o distruggere il meglio che hanno prodotto in nome di un riconoscimento da parte di Dio o degli altri! E' questa idea di Dio che lo trasforma in un Dio tiranno, che trasforma le dieci parole in dieci comandamenti, che trasforma la nostra fede in religione e precetti, che trasforma il fratello in avversario...
-Gesù rovescia il nostro cuore: San Francesco d'Assisi spesso invocava "la dolce violenza dell'amore di Cristo morto e risorto"... per liberare e trasformare il suo cuore. Il tempo di quaresima è un tempo favorevole per lasciare che la forza della pasqua di Cristo entri nel nostro cuore e rovesci quei "mercati" che occupano e opprimono il tempio della nostra vita! Ritagliarci spazi per raccontare a Dio quello che abbiamo dentro di noi, alla luce della sua Parola, chiedere il coraggio della verità per accompagnarci in decisioni che ci aiutino a rovesciare i i nostri modi "religiosamente corretti" dietro i quali trascuriamo spesso le più elementari esigenze di giustizia e di onestà nella vita di tutti i giorni! Rovesciare i nostri "sinceri" momenti di preghiera e di partecipazione alla comunità continuando poi a calunniare i nostri fratelli! Rovesciare le priorità della nostra vita che spesso nascondono pigrizie verso le vie faticose del fratello povero o malato. Rovesciare le nostre mentalità mondane vestite (anche male) di sentimenti evangelici trasformandoci in maestri di compromessi accomodanti rispetto la "scomodità "del vangelo!
Signore vieni e con la tua misericordia e il tuo amore tocca e rovescia il mio cuore!
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