D. Mario MORRA SDB""Distruggete questo tempio e io lo farò risorgere in tre giorni… "
8 marzo 2015 | 3a Domenica - T. Quaresima B | Omelia
3a Domenica di Quaresima 2015 Distruggete questo tempio e io lo farò risorgere in tre giorni…
Egli parlava del Tempio del suo corpo".
La Liturgia della Parola di questa 3a Domenica di Quaresima porta al centro della nostra
attenzione la figura di Gesù e, di conseguenza, il nostro rapporto con Lui; un rapporto che deve essere di fede convinta e profonda.
Nel brano del Vangelo Gesù compie un gesto risoluto ed energico nel cacciare i profanatori dal Tempio.
Questo gesto rivela l'aspetto umano della sua personalità.
San Giovanni Evangelista, che pure insiste nel suo Vangelo in modo speciale sulla divinità di Gesù, Verbo di Dio fatto uomo, riporta però alcuni aspetti umani della personalità di Gesù, che ce lo fanno sentire vicino a noi, uno di noi.
Al pozzo, dove incontra la donna Samaritana, Gesù è stanco, assetato e chiede da bere; di fronte alla tomba dell'amico Lazzaro, Gesù si commuove e piange; nell'episodio odierno, dinanzi ai trafficanti e profanatori del Tempio, Gesù arde di sdegno: "Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori dal Tempio con le pecore e i buoi, gettò a terra il denaro dei cambiavalute e rovesciò i banchi".
Dalla persona di Gesù si sprigiona una forza ed una risolutezza veramente sovrumane, tanto che nessuno osa reagire, ed ai discepoli vengono in mente le parole della Bibbia: "Lo zelo per la tua casa mi divora".
Il gesto di Gesù però, oltre che a restituire al Tempio il suo carattere sacro di "Casa di preghiera", ha un significato simbolico molto importante.
Con questo gesto Gesù dichiara prima di tutto la fine del culto legato al Tempio materiale di Gerusalemme, e l'inizio di un culto spirituale.
Alla Samaritana Gesù dirà: "E' giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e verità".
In secondo luogo, Gesù parla di un Tempio nuovo, il Tempio del suo corpo: "Distruggete questo tempio e io lo farò risorgere in tre giorni… Egli parlava del Tempio del suo corpo".
Gesù morto e risorto è il Tempio nuovo, ossia il luogo privilegiato della presenza di Dio, il luogo dell'incontro con Dio.
Gesù è la nostra salvezza, in lui abita tutta la pienezza della divinità.
S. Paolo, nel brano della lettera ai cristiani di Corinto, illustra proprio questo mesaggio: "Mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza umana, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani".
Gesù è scandalo per i Giudei, perché essi non possono concepire un Messia crocifisso, e non trionfatore glorioso; è stoltezza per i pagani, perché i pagani non possono concepire un Dio fatto uomo e per di più messo a morte.
Eppure ribadisce Paolo, noi "predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio".
Per questo però, è necessaria la fede! È necessario accettare che la forza di Dio si rivela nella debolezza della Croce; credere che la "follia della Croce" è più sapiente della sapienza degli uomini; accettare, in definitiva, che in Gesù morto e risorto si trova la salvezza dell'uomo.
Viene allora spontaneo chiederci: in quale rapporto sta Gesù con l'antica legge del Sinai, con i dieci Comandamenti dati da Dio al suo popolo, secondo quello che ci dice la 1a lettura?
Gesù stesso ci aiuta nella risposta. Egli ha detto chiaramente: "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento".
Gesù non ha rottamato i dieci Comandamenti, ma li ha perfezionati; ha posto cioè in risalto ciò che deve essere l'anima ed il cuore di tutte le leggi: l'amore: "Il più grande ed il primo dei comandamenti è "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". E il secondo è simile al primo "Amerai il prossimo tuo come te stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge ed i Profeti"
Di più: oltre a confermare e a perfezionare i Comandamenti dati a Mosè, Gesù ci ottiene anche la grazia e l'aiuto necessari per metterli in pratica, proprio attraverso i meriti della sua Passione, Morte e Risurrezione.
Perciò, come ha avuto occasione di riaffermare il Papa, Giovanni Paolo II, nel suo pellegrinaggio al Monte Sinai, l'osservanza dei Comandamenti è garanzia di libertà interiore e di realizzazione integrale dell'uomo, sia sul piano individuale, sia sul piano sociale.
"Nel Decalogo vissuto c'è la speranza di ogni libertà, nel Decalogo tradito c'è la certezza di ogni schiavitù" (card. Ballestrero); schiavitù dell'idolatria, dell'egoismo, delle passioni, dell'odio fratricida, come purtroppo la storia di ieri e di oggi ampiamente ci dimostra.
Ravviviamo allora la nostra fede in Gesù che ci salva con la sua legge di amore, e chiediamogli la grazia e l'aiuto per essere fedeli nella sua osservanza! Ci sentiremo liberi figli di Dio.
Maria che, con il suo sì nell'Annunciazione, ha reso possibile l'incarnazione del Verbo eterno di Dio, e ci ha dato Gesù, ci accompagni nel nostro cammino quaresimale perché possiamo incontrarlo, come nostro salvatore, nella Pasqua.
D. Mario MORRA SDB
3a Domenica di Quaresima 2015 Distruggete questo tempio e io lo farò risorgere in tre giorni…
Egli parlava del Tempio del suo corpo".
La Liturgia della Parola di questa 3a Domenica di Quaresima porta al centro della nostra
attenzione la figura di Gesù e, di conseguenza, il nostro rapporto con Lui; un rapporto che deve essere di fede convinta e profonda.
Nel brano del Vangelo Gesù compie un gesto risoluto ed energico nel cacciare i profanatori dal Tempio.
Questo gesto rivela l'aspetto umano della sua personalità.
San Giovanni Evangelista, che pure insiste nel suo Vangelo in modo speciale sulla divinità di Gesù, Verbo di Dio fatto uomo, riporta però alcuni aspetti umani della personalità di Gesù, che ce lo fanno sentire vicino a noi, uno di noi.
Al pozzo, dove incontra la donna Samaritana, Gesù è stanco, assetato e chiede da bere; di fronte alla tomba dell'amico Lazzaro, Gesù si commuove e piange; nell'episodio odierno, dinanzi ai trafficanti e profanatori del Tempio, Gesù arde di sdegno: "Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori dal Tempio con le pecore e i buoi, gettò a terra il denaro dei cambiavalute e rovesciò i banchi".
Dalla persona di Gesù si sprigiona una forza ed una risolutezza veramente sovrumane, tanto che nessuno osa reagire, ed ai discepoli vengono in mente le parole della Bibbia: "Lo zelo per la tua casa mi divora".
Il gesto di Gesù però, oltre che a restituire al Tempio il suo carattere sacro di "Casa di preghiera", ha un significato simbolico molto importante.
Con questo gesto Gesù dichiara prima di tutto la fine del culto legato al Tempio materiale di Gerusalemme, e l'inizio di un culto spirituale.
Alla Samaritana Gesù dirà: "E' giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e verità".
In secondo luogo, Gesù parla di un Tempio nuovo, il Tempio del suo corpo: "Distruggete questo tempio e io lo farò risorgere in tre giorni… Egli parlava del Tempio del suo corpo".
Gesù morto e risorto è il Tempio nuovo, ossia il luogo privilegiato della presenza di Dio, il luogo dell'incontro con Dio.
Gesù è la nostra salvezza, in lui abita tutta la pienezza della divinità.
S. Paolo, nel brano della lettera ai cristiani di Corinto, illustra proprio questo mesaggio: "Mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza umana, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani".
Gesù è scandalo per i Giudei, perché essi non possono concepire un Messia crocifisso, e non trionfatore glorioso; è stoltezza per i pagani, perché i pagani non possono concepire un Dio fatto uomo e per di più messo a morte.
Eppure ribadisce Paolo, noi "predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio".
Per questo però, è necessaria la fede! È necessario accettare che la forza di Dio si rivela nella debolezza della Croce; credere che la "follia della Croce" è più sapiente della sapienza degli uomini; accettare, in definitiva, che in Gesù morto e risorto si trova la salvezza dell'uomo.
Viene allora spontaneo chiederci: in quale rapporto sta Gesù con l'antica legge del Sinai, con i dieci Comandamenti dati da Dio al suo popolo, secondo quello che ci dice la 1a lettura?
Gesù stesso ci aiuta nella risposta. Egli ha detto chiaramente: "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento".
Gesù non ha rottamato i dieci Comandamenti, ma li ha perfezionati; ha posto cioè in risalto ciò che deve essere l'anima ed il cuore di tutte le leggi: l'amore: "Il più grande ed il primo dei comandamenti è "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". E il secondo è simile al primo "Amerai il prossimo tuo come te stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge ed i Profeti"
Di più: oltre a confermare e a perfezionare i Comandamenti dati a Mosè, Gesù ci ottiene anche la grazia e l'aiuto necessari per metterli in pratica, proprio attraverso i meriti della sua Passione, Morte e Risurrezione.
Perciò, come ha avuto occasione di riaffermare il Papa, Giovanni Paolo II, nel suo pellegrinaggio al Monte Sinai, l'osservanza dei Comandamenti è garanzia di libertà interiore e di realizzazione integrale dell'uomo, sia sul piano individuale, sia sul piano sociale.
"Nel Decalogo vissuto c'è la speranza di ogni libertà, nel Decalogo tradito c'è la certezza di ogni schiavitù" (card. Ballestrero); schiavitù dell'idolatria, dell'egoismo, delle passioni, dell'odio fratricida, come purtroppo la storia di ieri e di oggi ampiamente ci dimostra.
Ravviviamo allora la nostra fede in Gesù che ci salva con la sua legge di amore, e chiediamogli la grazia e l'aiuto per essere fedeli nella sua osservanza! Ci sentiremo liberi figli di Dio.
Maria che, con il suo sì nell'Annunciazione, ha reso possibile l'incarnazione del Verbo eterno di Dio, e ci ha dato Gesù, ci accompagni nel nostro cammino quaresimale perché possiamo incontrarlo, come nostro salvatore, nella Pasqua.
D. Mario MORRA SDB
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