Fra. Giovanni Voltan “Chi fa la verità viene verso la luce…” (Gv 3,21)
“Chi fa la verità viene verso la luce…” (Gv 3,21)
Nella notte un uomo, Nicodemo, cerca Gesù, di cui ha colto il fascino: è l’inizio di un cammino verso la luce. Che ci riguarda tutti, che ha a che fare con le nostre “notti” assetate di luce. Qui cedo il commento al caro d. Marcello:
“C’era tra i Farisei un uomo, di nome Nicodemo, un capo dei Giudei”: è presentato così
Nicodemo, col suo nome, un uomo, fariseo, capo dei Giudei, più avanti si dirà “vecchio” e Gesù lo riconoscerà “maestro di Israele”. Forse la qualifica di questa persona, colta, ricca, fedele alla Legge che maggiormente interessa al Vangelo è “uomo”: ha tutto, ma, avanti negli anni, gli rimane il vuoto dentro, la sua umanità grida dentro di lui. Che senso ha la vita se rimane, alla fine, questa fragilità? Che cos’è l’uomo? “Costui venne a Lui, di notte”: Nella “notte” incontra Gesù: non è tanto per paura, per nascondersi dagli altri, che viene incontro a Gesù di notte. La notte è pure il simbolo della condizione umana, che l’uomo deve avere il coraggio di accettare se non vuole falsificare tutto: solo accettando l’oscurità della notte si fa strada la luce. Nel dialogo, pian piano Nicodemo scompare e Gesù prende la parola: egli cede il posto a Gesù e la notte si rischiara di luce: “Chi fa la verità viene alla luce”. La vera notte è la solitudine umana chiamata ad aprirsi all’incontro con il suo amore, vera luce che rischiara la notte (d. Marcello Mammarella). Una luce crescente verso il cuore incandescente del Vangelo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito”.
BLOG BIBBIA FRANCESCANA
ARTICOLO DI: Giovanni Voltan
“Ministro Provinciale della Provincia Italiana Sant'Antonio di Padova dei Frati Minori Conventuali
Nella notte un uomo, Nicodemo, cerca Gesù, di cui ha colto il fascino: è l’inizio di un cammino verso la luce. Che ci riguarda tutti, che ha a che fare con le nostre “notti” assetate di luce. Qui cedo il commento al caro d. Marcello:
“C’era tra i Farisei un uomo, di nome Nicodemo, un capo dei Giudei”: è presentato così
Nicodemo, col suo nome, un uomo, fariseo, capo dei Giudei, più avanti si dirà “vecchio” e Gesù lo riconoscerà “maestro di Israele”. Forse la qualifica di questa persona, colta, ricca, fedele alla Legge che maggiormente interessa al Vangelo è “uomo”: ha tutto, ma, avanti negli anni, gli rimane il vuoto dentro, la sua umanità grida dentro di lui. Che senso ha la vita se rimane, alla fine, questa fragilità? Che cos’è l’uomo? “Costui venne a Lui, di notte”: Nella “notte” incontra Gesù: non è tanto per paura, per nascondersi dagli altri, che viene incontro a Gesù di notte. La notte è pure il simbolo della condizione umana, che l’uomo deve avere il coraggio di accettare se non vuole falsificare tutto: solo accettando l’oscurità della notte si fa strada la luce. Nel dialogo, pian piano Nicodemo scompare e Gesù prende la parola: egli cede il posto a Gesù e la notte si rischiara di luce: “Chi fa la verità viene alla luce”. La vera notte è la solitudine umana chiamata ad aprirsi all’incontro con il suo amore, vera luce che rischiara la notte (d. Marcello Mammarella). Una luce crescente verso il cuore incandescente del Vangelo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito”.
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ARTICOLO DI: Giovanni Voltan
“Ministro Provinciale della Provincia Italiana Sant'Antonio di Padova dei Frati Minori Conventuali
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