GIOVANNINI Attilio sdb "Il vero amore."
15 marzo 2015 | 4a Domenica - Tempo di Quaresima B | Appunti per la Lectio
*Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti...
San Paolo non smetteva di pensare alla sua storia, alla grande svolta della sua vita. Era un rabbino rampante, teso a esibire una giustizia perfetta nell'osservanza estrema della Legge di Mosè. Ci metteva tutte le sue energie, e da
vero fondamentalista cercava di imporre l'osservanza rigorosa anche agli altri.
La sua vita era diventata una specie di furore, nello spasimo di mantenere la più scrupolosa osservanza su tutto e nel combattere i non convinti come lui. Ma più andava avanti, più lo sforzo, la tensione, lo stress diventava insostenibile, finché crollò.
Accadde che la sua mente si aprì e gli apparve la semplice verità: la salvezza non veniva da lui. Praticava la Legge, e la legge era santa, ma ci voleva il cuore. E il cuore era irrimediabilmente corrotto.
La salvezza era puro dono di Dio. Immeritato. Dio, nella sua grande misericordia, ha deciso di passar sopra il peccato e riconciliarci senza condizioni. È lui che trasforma il nostro cuore e rettifica la nostra mente per farci capaci di buone opere.
Dunque non c'era bisogno di tanto sforzo, non serviva a nulla tutta la tensione per non sgarrare neanche per svista. Era già stato salvato.
Era avvenuto precisamente sulla croce di Gesù. Sì, all'inizio aveva creduto che la croce fosse stata solo il castigo di un eretico e falso profeta, dei tanti spuntati in Galilea. Ora gli è rivelato che quel suplizio, quella morte mansueta, era l'auto consegna di un giusto per gli ingiusti; di più: era l'atto d'amore assoluto di quel Dio, il quale
*dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo morì per noi.
*… quando eravamo nemici siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo.
Riconciliati: tornati in buoni rapporti con Dio per mezzo di Gesù. Gesù solo poteva fare questo, perché lui da una parte rappresentava Dio in quanto Figlio; dall'altra rappresentava noi in quanto uomo. Così in lui avviene l'incontro.
Nella sua croce si vede un Dio che ama l'uomo fino a morirne; ma si vede anche un uomo che ama Dio da morirne. C'è un amore che discende ed un amore che sale. Si comprende che è l'amore discendente a rendere possibile l'amore ascendente; ma questo non può mancare. L'amore di Dio è prima e senza condizioni; però senza la risposta dell'uomo la salvezza non attecchisce. Unilaterale all'origine, la riconciliazione si fa bilaterale alla fine.
È la grazia che ci rende capaci di fede; ma senza la fede tutto l'amore di Dio non serve a niente. Per questo san Paolo è diventato, da propugnatore della Legge, propugnatore della fede. Dio ha detto il suo sì; noi dobbiamo dire il nostro sì. E poi la riconciliazione diventerà comunione, partecipazione alla vita divina, elevazione a figli di Dio... Tanti modi di dire la stessa cosa: vivere di lui.
In tutto questo si trova perfettamente d'accordo anche san Giovanni. Egli scrive che sec. Gesù i giudei per salvarsi non devono fare tante cose; devono fare una cosa sola, quella che ha fatto Abramo. Abramo non ha messo in pratica tutta la Legge (che non c'era ancora). Ha fatto semplicemente questo: ha creduto nella promessa di Dio. Si è fidato di lui e affidato a lui. E fu l'amico di Dio.
Fidarsi è questione d'umiltà. Non pensare di essere sufficientemente bravi da cavarsela da soli. Tutta la Scrittura insegna questo.
I giudei non hanno saputo leggere bene la Scrittura, lamenta Gesù. Ora c'è un fatto:
*Chi fa la verità viene alla luce.
Cioè chi apre la Parola di Dio in modo giusto viene a trovare la via della salvezza.
I giudei, i rabbi specialmente, pretendevano di essere gli interpreti esclusivi delle Scritture, in realtà non hanno raggiunto la cosa essenziale. Ma non volevano ammettere di sbagliarsi a leggere, e così non credettero.
Noi vogliamo guardarci dal loro errore. Diffidiamo di noi stessi e gettiamoci totalmente nelle braccia di Gesù. Allora sì faremo la comunione in questa messa.
GIOVANNINI Attilio sdb
*Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti...
San Paolo non smetteva di pensare alla sua storia, alla grande svolta della sua vita. Era un rabbino rampante, teso a esibire una giustizia perfetta nell'osservanza estrema della Legge di Mosè. Ci metteva tutte le sue energie, e da
vero fondamentalista cercava di imporre l'osservanza rigorosa anche agli altri.
La sua vita era diventata una specie di furore, nello spasimo di mantenere la più scrupolosa osservanza su tutto e nel combattere i non convinti come lui. Ma più andava avanti, più lo sforzo, la tensione, lo stress diventava insostenibile, finché crollò.
Accadde che la sua mente si aprì e gli apparve la semplice verità: la salvezza non veniva da lui. Praticava la Legge, e la legge era santa, ma ci voleva il cuore. E il cuore era irrimediabilmente corrotto.
La salvezza era puro dono di Dio. Immeritato. Dio, nella sua grande misericordia, ha deciso di passar sopra il peccato e riconciliarci senza condizioni. È lui che trasforma il nostro cuore e rettifica la nostra mente per farci capaci di buone opere.
Dunque non c'era bisogno di tanto sforzo, non serviva a nulla tutta la tensione per non sgarrare neanche per svista. Era già stato salvato.
Era avvenuto precisamente sulla croce di Gesù. Sì, all'inizio aveva creduto che la croce fosse stata solo il castigo di un eretico e falso profeta, dei tanti spuntati in Galilea. Ora gli è rivelato che quel suplizio, quella morte mansueta, era l'auto consegna di un giusto per gli ingiusti; di più: era l'atto d'amore assoluto di quel Dio, il quale
*dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo morì per noi.
*… quando eravamo nemici siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo.
Riconciliati: tornati in buoni rapporti con Dio per mezzo di Gesù. Gesù solo poteva fare questo, perché lui da una parte rappresentava Dio in quanto Figlio; dall'altra rappresentava noi in quanto uomo. Così in lui avviene l'incontro.
Nella sua croce si vede un Dio che ama l'uomo fino a morirne; ma si vede anche un uomo che ama Dio da morirne. C'è un amore che discende ed un amore che sale. Si comprende che è l'amore discendente a rendere possibile l'amore ascendente; ma questo non può mancare. L'amore di Dio è prima e senza condizioni; però senza la risposta dell'uomo la salvezza non attecchisce. Unilaterale all'origine, la riconciliazione si fa bilaterale alla fine.
È la grazia che ci rende capaci di fede; ma senza la fede tutto l'amore di Dio non serve a niente. Per questo san Paolo è diventato, da propugnatore della Legge, propugnatore della fede. Dio ha detto il suo sì; noi dobbiamo dire il nostro sì. E poi la riconciliazione diventerà comunione, partecipazione alla vita divina, elevazione a figli di Dio... Tanti modi di dire la stessa cosa: vivere di lui.
In tutto questo si trova perfettamente d'accordo anche san Giovanni. Egli scrive che sec. Gesù i giudei per salvarsi non devono fare tante cose; devono fare una cosa sola, quella che ha fatto Abramo. Abramo non ha messo in pratica tutta la Legge (che non c'era ancora). Ha fatto semplicemente questo: ha creduto nella promessa di Dio. Si è fidato di lui e affidato a lui. E fu l'amico di Dio.
Fidarsi è questione d'umiltà. Non pensare di essere sufficientemente bravi da cavarsela da soli. Tutta la Scrittura insegna questo.
I giudei non hanno saputo leggere bene la Scrittura, lamenta Gesù. Ora c'è un fatto:
*Chi fa la verità viene alla luce.
Cioè chi apre la Parola di Dio in modo giusto viene a trovare la via della salvezza.
I giudei, i rabbi specialmente, pretendevano di essere gli interpreti esclusivi delle Scritture, in realtà non hanno raggiunto la cosa essenziale. Ma non volevano ammettere di sbagliarsi a leggere, e così non credettero.
Noi vogliamo guardarci dal loro errore. Diffidiamo di noi stessi e gettiamoci totalmente nelle braccia di Gesù. Allora sì faremo la comunione in questa messa.
GIOVANNINI Attilio sdb
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