Luca Desserafino sdb "I giudizi del Signore sono tutti giusti"

8 MARZO 2015 | 3a Domenica - T. Quaresima B | Omelia
3a Domenica - T. Quaresima - B
"Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme", nota l'evangelista Giovanni. Anche per noi si sta avvicinando la Pasqua e la Liturgia ci unisce nuovamente al gruppo dei discepoli che accompagnano Gesù. La Liturgia si apre con la presentazione delle "dieci parole" (i Dieci Comandamenti) dell'Antico Testamento; queste furono le prime parole che ascoltarono gli israeliti e in certo modo costituirono il fondamento della loro fede.

I Dieci Comandamenti, a guardarli con attenzione, non sono però semplicemente una serie di alte e universali norme morali. Sono molto di più: in essi si esprime il contenuto fondamentale da cui derivano tutta la Legge e i Profeti, ossia l'amore per il Signore e l'amore per il prossimo.

Le dieci Parole del Sinai, ascoltate nella prima lettura, sono introdotte da un'autopresentazione di Dio: "Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla casa degli schiavi". La cosa può passare inosservata, ma è di grande significato, perchè quanto viene dopo prende il suo significato vero proprio a partire da questa consapevolezza: colui che ci parla, colui che ci dà le sue leggi, è colui che ci ha fato uscire dalla "casa degli schiavi". La rivelazione di Dio presuppone quindi un'esperienza, e ad essa ci richiama; essa non è solo una teoria che viene proposta, ma una storia che viene illuminata dalla Parola rivelatrice, che evidenzia appunto l'azione di Dio in nostro favore. Non si deve mai dimenticare che il nostro fare è risposta al suo fare: ciò che Dio fa per noi fonda quello che noi facciamo per lui.

L'azione di Dio si è manifestata come azione misericordiosa, noi siamo chiamati a rispondere a questa gratuità di amore con la fiducia e con l'obbedienza filiale. Qui, nel decalogo, non c'è la richiesta di piegarsi a una volontà superiore, quanto piuttosto l'offerta di un'alleanza: Dio è per noi e noi dobbiamo fidarci di lui; rispondiamo al suo dono con il nostro dono. Il dono della sua legge non è null'altro se non un proseguimento della sua azione liberatrice. Per essere libero a Israele non è sufficiente essere fuori dall'Egitto, lontano dagli oppressori; adesso deve comportarsi da popolo libero e lottare con le tentazioni per rimanere fedele all'Alleanza stessa.

Nell'episodio del Vangelo di Giovanni colpisce il gesto fortemente polemico di Gesù: "fece una sferza, cacciò tutti dal tempio, rovesciò per terra le monete dei cambiavalute". Non credo che questo gesto voglia semplicemente significare che il culto debba svolgersi con decoro: non come un chiassoso mercato, ma nel silenzio e nel raccoglimento. Troppo poco. Il gesto polemico di Gesù si riallaccia ai profeti, i quali hanno spesso polemizzato con il culto che si svolgeva al tempio, non certo per abolirlo, ma per purificarlo. I profeti ricordavano continuamente che il culto non è solo adorazione: è nel contempo missione e conversione. Tanto è vero che l'elemento essenziale del culto al tempio era l'ascolto della Parola, e questa impegna la vita. Soprattutto i profeti ricordavano che nel tempio si incontra il Dio vivente: non un Dio chiuso nel tempio e preoccupato di sé, ma un Dio interessato a ciò che succede fuori.

L'evangelista Giovanni non si accontenta di presentarci Gesù che, al modo degli antichi profeti, ci richiama al vero culto; egli afferma che Gesù - e precisamente il Cristo morto e risorto - è il vero tempio: "Egli parlava del tempio del suo corpo". Ma qual'è il mercato che scandalizza Gesù? Qual è la compravendita che Gesù non può sopportare? È quella che si svolge dentro i cuori: un mercato che scandalizza ancor più il Signore Gesù perché il cuore è il vero tempio che Dio vuole abitare. Tale mercato riguarda il modo di concepire e di condurre la vita.

Quante volte la vita viene ridotta ad una lunga ed avara compravendita, senza più la gratuità dell'amore! Quante volte dobbiamo constatare, a partire da noi stessi, il rarefarsi della gratuità, della generosità, della benevolenza, della misericordia, del perdono! La ferrea legge dell'interesse personale, o di gruppo, o di nazione, sembra presiedere inesorabilmente la vita degli uomini. Gesù entra ancora una volta nella nostra vita, come entrò nel tempio, manda all'aria le bancarelle dei nostri interessi meschini e riafferma il primato assoluto dell'amore gratuito di Dio. È lo zelo che Gesù ha per ognuno di noi, per il nostro cuore, per la nostra vita perché si apra ad accogliere Dio.

Il male e il peccato, l'orgoglio e l'egoismo, cercano tutti i modi per ostacolare l'invadenza dell'amore nella vita del mondo. Eppure è proprio nell'accogliere l'amore del Signore che noi troviamo la nostra felicità e salvezza.

È più che mai necessario lasciarci sferzare dal Vangelo per essere liberati dalla legge mercantile dell'egoismo, ed entrare così nel tempio dell'amore che è Gesù stesso.  

Luca Desserafino sdb

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