Luca Desserafino sdb "SVUOTO' SE STESSO ASSUMENDO LA CONDIZIONE DI SERVO..."

29 MARZo 2015 | 6a Domenica - T. Quaresima B | Omelia
Con la odierna celebrazione delle palme si apre la grande e santa settimana della passione, morte e risurrezione del Signore Gesù. Non è solo un momento importante dell'anno liturgico, bensì è la sorgente delle altre celebrazioni che scandiscono tutto l'anno litugico.

Tutte, infatti, si riferiscono al mistero della Pasqua, da cui scaturisce la salvezza nostra e del mondo.
Dal mercoledì delle ceneri la Parola del Signore, come in uno spirituale pellegrinaggio, ci ha preso per mano e ci ha accompagnato perché fossimo pronti ad accogliere il Triduo Santo.

Nei prossimi giorni la Parola di Dio intensificherà la sua presenza in mezzo a noi perché i nostri occhi non si stacchino da Gesù.

Sì, dobbiamo tener fissi i nostri occhi su Gesù che, per amore, accetta anche la morte, pur di salvarci.
Incontreremo i suoi occhi, affranti dal dolore, ma sempre pieni di misericordia e di affetto, e li vedremo guardarci come guardarono Pietro, che pure lo aveva tradito; e sentiremo nel profondo del nostro cuore un nodo di dolore e di tenerezza assieme.

La Liturgia, con la narrazione del Vangelo della passione, proclamato dopo il Vangelo dell'ingresso in Gerusalemme, ci mostra il volto di Gesù che diviene crocifisso.

Gesù è re, ma l'unica corona che nelle prossime ore gli verrà posta sul capo è quella di spine, l'unico scettro è una canna e l'unica divisa è un manto scarlatto da burla. I rami di ulivo che in questa domenica sono il segno della festa, fra qualche giorno, nell'orto del Getsemani, lo vedranno sudare sangue per l'angoscia della morte.

Gesù non fugge da Gerusalemme, accetta la croce e la porta sino al Golgota, ove viene crocifisso. Tutto sembra finito per lui: non può più né parlare né guarire. Quella morte, agli occhi dei più, sembrò una sconfitta.
In realtà era una vittoria: era la logica conclusione di una vita spesa per amore al Padre e per amore agli uomini.

La vittoria dell'amore di Dio sulla morte continua a guidare ancora oggi quel piccolo corteo di discepoli che si raccolgono sotto le tante croci di oggi e avvolgono i corpi crocifissi con il lenzuolo della misericordia e dell'amore.
Il male e la morte non sono l'ultima parola.

I discepoli di Gesù di ogni luogo ed ora, continuano ad amare i poveri, i vinti, i malati, i sofferenti, gli anziani, quelli che non hanno nulla da dare in cambio, perché l'amore vince il male e la morte.
E l'amore è l'unica realtà che non passa, che vivifica ogni vita, che dona pienezza.
Contemplare la Passione di Gesù è contemplare la passione dei discepoli che come Lui ha fatto, anch'essi devono essere pronti a donare la vita per amore, senza troppi calcoli efficentistici, o di guadagno, ma spinti dall'unica legge della gratuità, proprio come lo è stato per il Maestro.

Luca Desserafino sdb |

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