mons. Vincenzo Paglia "Lo zelo - per la tua casa mi divora".Commento su Giovanni 2,13-25

Commento su Giovanni 2,13-25
Introduzione
Una visita sul sito del Tempio nella Gerusalemme attuale dà un'idea della sacralità del luogo agli occhi del popolo ebreo. Ciò doveva essere ancora più sensibile quando il tempio era ancora intatto e vi si recavano, per le grandi feste, gli Ebrei della Palestina e del
mondo intero.
L'uso delle offerte al tempio dava la garanzia che la gente acquistasse solo quanto era permesso dalla legge. L'incidente riferito nel Vangelo di oggi dà l'impressione che all'interno del tempio stesso si potevano acquistare le offerte e anche altre cose.

Come il salmista, Cristo è divorato dallo "zelo per la casa di Dio" (Sal 068,10). Quando gli Ebrei chiedono a Gesù in nome di quale autorità abbia agito, egli fa allusione alla risurrezione. All'epoca ciò dovette sembrare quasi blasfemo. Si trova in seguito questo commento: "Molti credettero nel suo nome. Gesù però non si confidava con loro, perché conosceva tutti". Noi dobbiamo sempre provare il bisogno di fare penitenza, di conoscerci come Dio ci conosce.

Il messaggio che la Chiesa ha predicato fin dall'inizio è quello di Gesù Cristo crocifisso e risorto. Tutte le funzioni della Quaresima tendono alla celebrazione del mistero pasquale. Che visione straordinaria dell'umanità vi si trova! Dio ha mandato suo Figlio perché il mondo fosse riconciliato con lui, per farci rinascere ad una nuova vita in lui. Eppure, a volte, noi accogliamo tutto ciò con eccessiva disinvoltura. Proprio come per i mercati del tempio, a volte la religione ha per noi un valore che ha poco a vedere con la gloria di Dio o la santità alla quale siamo chiamati.

Omelia

"Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete nel Vangelo", abbiamo ascoltato all'inizio di questa quaresima. Non lasciamo passare invano questo periodo propizio per rientrare in noi stessi, per capire chi siamo, per cambiare e provare ad essere migliori. "Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme". Seguiamo Gesù nel suo cammino verso la città santa. Gesù non scappa. Non salva se stesso. Non viene a patti con il male: si contrappone ad esso e sceglie la via dell'amore, fino alla fine. Questa sua scelta è scandalo per i Giudei, scrupolosi seguaci di una giustizia senza misericordia e stoltezza per i pagani, per i quali al massimo si ama coloro che ci amano. Dio sceglie la debolezza e vince il male con quello che è possibile a tutti, con quanto abbiamo di più umano: l'amore. Gesù accetta che venga distrutto il tempio del suo corpo per distruggere il male e fare risorgere la vita. Ma di fronte al male tutto ciò non è inutile? Non serve forse ben altro? Spesso pensiamo di sì, portando la logica del mondo anche nella sua stessa casa. Il comandamento del mondo è: "Salva te stesso; pensa per te; alla violenza contrapponi violenza!". Gesù non vuole essere uno sconfitto. Anzi: non salva se stesso proprio perché vuole che tutto risorga! Anche la scena della cacciata dei venditori dal tempio, a suo modo, è uno scatto di gelosia da parte di Gesù.

Così si può intendere quanto dice il profeta: "Lo zelo - ovvero la gelosia - per la tua casa mi divora". Fece una cordicella, nota Marco, e cominciò a sferzare i venditori e a rovesciare i banchetti dei cambiavalute. È un Gesù particolarmente duro e risoluto. Non può tollerare che la casa del Padre sia inquinata, anche se si tratta di piccoli e in certo modo indispensabili commerci. Sa bene che in un tempio ove si accolgono questi piccoli commerci si arriva a vendere e a comprare, per soli trenta denari, anche la vita di un uomo. Ma qual è il mercato che scandalizza Gesù? Senza dubbio la lettura di questa pagina evangelica interpella il nostro modo di gestire gli edifici di culto e quanto vi è annesso: se siano cioè davvero luoghi per la preghiera e l'incontro con Dio. Chiede pure a chi ha responsabilità pastorali di porre grande attenzione a se stessi e alle proprie comunità, perché non siano palestre per il proprio egoismo o tornaconto, senza cura per lo "zelo per la casa del Signore". Ma c'è un altro mercato sul quale conviene porre la nostra attenzione: è quello che si svolge dentro i cuori. E' un mercato che scandalizza ancor più il Signore Gesù, perché il cuore è il vero tempio che Dio vuole abitare.

Tale mercato riguarda il modo stesso di concepire la vita, quando cioè essa viene ridotta ad una sorta di compravendita, così che nulla è fatto gratuitamente. Si è infatti perso il senso e soprattutto la pratica della gratuità, della generosità e della grazia. Tutto si fa per interesse. Questa ferrea legge sembra ormai presiedere inesorabilmente alla vita degli uomini: tutti, chi più chi meno, siamo impegnati a trafficare e a commerciare per noi stessi e il nostro guadagno. Non importa se da tale pratica generalizzata crescono le erbe velenose dell'arroganza, dell'insaziabilità e della voracità che rendono la vita più amara per tutti. Quel che conta e vale è il proprio personale guadagno, a qualsiasi prezzo. Gesù entra oggi nella nostra vita, come entrò nel tempio, e rovescia questo primato, manda all'aria le bancarelle dei nostri interessi meschini e riafferma il primato di Dio. È lo zelo che il Signore ha per ognuno di noi, per il nostro cuore, per la nostra vita perché si apra ad accogliere Dio. Per questo ogni domenica il Vangelo diviene come la sferza che Gesù usa per cambiare il nostro cuore, la nostra vita. Anzi, ogni volta che questo piccolo libro viene aperto scaccia dal cuore l'attaccamento a se stessi e rovescia la tenacia nel perseguire in qualsiasi modo i propri affari. Il Vangelo è la "spada a doppio taglio" di cui parla la lettera agli Ebrei, che penetra sin nelle midolla. Per Gesù non c'è felicità contro gli altri, senza gli altri, senza il primo altro che è Dio. Se non c'è spazio per lui, non c'è spazio nemmeno per i fratelli! Lasciamoci cambiare il cuore dal Vangelo e troveremo la via della felicità e della resurrezione. Con la nostra passione ed il nostro amore rendiamo questa casa luogo di pace e di preghiera, perché gli uomini imparino a vivere in pace tra loro.

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