Commento a cura di don Eduard Patrascu "Io so che voi avete agito per ignoranza"

 Commento su Luca 24,35-48
III Domenica di Pasqua (Anno B) (19/04/2015)
Vangelo: Lc 24,35-48 
E' incredibile ciò che le letture di oggi vogliono trasmetterci! Voi mi direte: "eh si la solita battuta del prete per attirare l'attenzione!" allora, ascoltate, se poi non siete d'accordo, andate a verificare.
Quale è il tema che unisce le tre letture e il salmo? Oppure, come si fa a capirlo? La maniera più semplice è di
soffermarci sulle parole comuni ai brani, ed io credo che oggi le parole intorno alla quale gira la parola di Dio oggi sia "peccato e conversione": potete verificare, anche se nel salmo non sono esplicite, si può comunque vedere facilmente che si tratta di un'invocazione rivolta al signore, in un momento di difficoltà. Cosa gli si chiede? Ecco il ritornello: "risplenda su di noi Signore la luce del tuo volto"! La luce...
È quella luce per la cui mancanza, ci dice la prima lettura, i giudei hanno ucciso il Figlio di Dio e hanno preferito, al suo posto, un assassino ("per ignoranza", vale a dire mancanza di luce nel conoscere, ragionare); per mancanza di luce i discepoli di Gesù non riescono a capire, appena dopo la risurrezione, che tutto ciò che Gesù aveva vissuto in Gerusalemme era stato stabilito da Dio lungo la storia ("bisogna che si compiano le cose scritte su di me"): addirittura Gesù appare loro, ed essi non riescono a credere, tant'è che Gesù, pur non avendo magari fame, deve mangiare del pesce arrostito (buono!)... magari con un po' di aglio, evitando che loro si facessero dubbi sull'aver mangiato! Ed ecco, che Gesù dona loro la luce per capire le Scritture: "apre la loro mente all'intelligenza delle scritture".
Ebbene, la luce è la cosa che a noi manca tanto spesso! Quella luce che ci permette di capire le cose veramente importanti della vita; intendo vita umana integrale, vale a dire anche quella del cuore... la fede. Quale è il messaggio che Gesù affida ai discepoli? Dice il vangelo: "di questo voi siete testimoni: "il figlio di Dio doveva patire e risuscitare dai morti e nel suo nome saranno predicati la conversione e il perdono dei peccati". Ecco allora che Gesù, subito dopo la sua risurrezione, cerca di smascherare quella ignoranza per la quale i giudei lo avevano messo a morte. E, guarda caso, i giudei credevano di fare bene uccidendolo; anzi, si sentivano obbligati di metterlo a morte perché... le motivazioni sono 3 o 4, ma, nota il vangelo, nessuna era stata valida. Ecco allora che il credersi giusti solo per il fatto di essere, è la più grande cecità di tutti i tempi, o come si usa dire oggi: io mi sento a posto, non rubo, non uccido, non dico grosse bugie e non tradisco... quindi, cosa mi manca?
Se leggiamo la seconda lettura nel suo contesto, lettura del bravo e buono S. Giovanni, che nel cap. 4 della stessa lettera dice "Dio è amore", qui dice: "da questo sappiamo di conoscere Cristo: se osserviamo i suoi comandamenti... chi non osserva i suoi comandamenti è bugiardo e non conosce Gesù". Ma notare che dice "i comandamenti", cioè tutti e non solo il 5°, 6°, 7° e 8°, ma tutti, anche quelli che si riferiscono direttamente a Dio! Vale a dire: come può dire uno che è un bravo cristiano se non vive da cristiano? Cioè: se la preghiera non è un incontro quotidiano con Dio, se i sacramenti (confessione e comunione) non fanno parte della normale vita, se la messa domenicale non è un punto fisso, come la cosa più importante della settimana! Come fa un cristiano a pretendersi "a posto" se non legge mai la parola di Dio, il vangelo? Non riuscirà mai a capire il vero volto di Dio! E si metterà ad accusare a destra e a sinistra, la chiesa, i preti, i cristiani, tutti, perché è più facile accusare che impegnarsi, nel proprio piccolo a migliorare il modo. Oppure, rimarrà nell'ignoranza, non sempre senza colpa, e agirà di conseguenza. La storia mostra che quando uno ha troppe certezze sul proprio modo di agire, ebbene quelle certezze sono grandi segnali di una paralisi dell'intelligenza, quindi di chiusura. Allora, verifichiamo la nostra vita di fede e vediamo se per caso non pretendiamo di essere bravi e di fatto non facciamo nemmeno le cose essenziali, fondamentali della fede: osservare i comandamenti. Ricordiamoci che "chi dice lo conosco e non osserva i comandamenti, è un bugiardo" e in un altro posto, lo stesso Giovanni dice "chi dice di non aver peccati, è ugualmente un bugiardo". E credo che a nessuno di noi piace sentirsi dire "sei un ignorante"!. Anzi.
Che il signore ci dia la grazia dell'umiltà, realismo per poter riconoscere il proprio peccato e così beneficiare della sua grande, immensa, impensabile misericordia. Chiediamo a Maria che ci ottenga questa grazia

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