D. Gianni Mazzali SDB "GESU' E' IL PASTORE CHE CI SALVA"

26 aprile 2015 | 4a Domenica di Pasqua - Anno B  | Omelia
Capita a tutti noi di sentirci sballottati, frastornati da tanti messaggi, da tante verità, da tante opinioni che ci rendono incerti, instabili, insicuri. La cultura di oggi accosta le opinioni e le interpretazioni del vivere più contrastanti, offuscando la nostra naturale ricerca della verità,
di punti saldi di riferimento. La Parola di Dio oggi incrocia il nostro bisogno di sicurezza e di sostegno e ci invita a contemplare Gesù, il Pastore risorto che ci guida e ci salva.

La nostra vita poggia su Gesù

Per il gruppo degli apostoli l'esperienza della risurrezione è stata dirompente. Grazie al dono dello Spirito, dopo il congedo di Gesù, hanno vinto la paura, l'incertezza, la viltà. Escono coraggiosi dal Cenacolo e nel nome di Gesù operano miracoli. Pietro è instancabile nell'interpretare i recenti fatti accaduti e nell'annunciare che in Gesù e solo in Gesù noi siamo salvati. Pietro vuole distogliere l'attenzione dei suoi uditori dalla sua persona per orientarla su Gesù: nel suo nome è stato operato il miracolo e lo storpio è stato risanato. Ci conforta questo umile e distaccato coraggio degli apostoli. Dopo l'esperienza dell'oscurità, dell'abbandono, del tradimento ora Gesù è la loro certezza, la loro sicurezza, la pietra salda su cui costruire la nuova comunità dei credenti, il nuovo popolo di Dio.
I nostri tentennamenti, i nostri dubbi, le nostre infedeltà trovano nell'esperienza degli apostoli un approdo. Sentiamo di dover abbandonare tante false sicurezze, tante piccole e deludenti verità, tante illusioni amare per aggrapparci a Gesù, la roccia, il fondamento che ci impedisce di crollare e di capitolare. Pietro ci suggerisce di non presumere su noi stessi, come è successo a lui nei momenti dell'orgoglio e della sfrontatezza. "Attaccatevi a Cristo" ci dice "in lui siete sicuri, saldi e sperimentate quella profonda liberazione interiore che è salvezza.

In Gesù siamo veramente figli

Dopo l'esperienza della risurrezione Giovanni riflette su quanto ha sperimentato personalmente nel gruppo degli apostoli durante brevi anni accanto a Gesù. L'esperienza della croce e della morte del Signore accanto a Maria hanno segnato in modo indelebile la sua vita. Ritorna in lui, con accenti sempre più forti, quella parola pronunciata da Gesù morente sulla croce nei suoi confronti: "Figlio!". E Giovanni scava nella paternità profonda, affettuosa di Gesù per lui personalmente. Si sente davvero un figlio prediletto, amato con intensa tenerezza. Nell'affetto di Gesù Giovanni contempla l'universale paternità del Padre che ci ha amati nel Figlio e in lui ci ha salvati "Figlioli noi siamo realmente figli di Dio".
Riconosciamo il nostro esistenziale bisogno di paternità e ci sentiamo avvolti dall'abbraccio di Gesù che in Giovanni, si rivolge a noi come figli e ci affida ad una Madre universale. Nella sua lettera il vecchio Giovanni ribadisce il dono di un Padre che ama tutti, senza eccezione, come figli nel Figlio suo Gesù. La pace, dono del Risorto, si radica e si esprime nella certezza che il nostro Dio è veramente Padre, del cui amore godiamo oggi e godremo pienamente quando potremo senza veli contemplare il suo volto.

Gesù, il Buon Pastore, ci conosce per nome

Approfondendo la realtà della risurrezione la liturgia ci presenta oggi Gesù che si definisce il Buon Pastore. L'amore universale di Gesù, che non ha confini e nel cui ovile accoglie tutti, affonda le sue radici nella verità profonda della risurrezione, della sconfitta del male e della morte. L'amore di Gesù per ogni pecorella si concretizza nel dono totale che egli fa di se stesso senza riserve, senza limiti. Ci sentiamo conosciuti personalmente, accettati ed amati per quello che siamo, per quello che vorremmo essere e per quello che ci pesa della nostra esperienza. Ogni pecorella, specialmente se debole, fragile e malata è amata per nome, accudita, recata in braccio. Il cuore di Gesù, Buon Pastore, diventa il modello e l'ispirazione di chi ha la missione oggi di annunciare la Buona Novella a tutti e nei contesti più diversi. L'amore personale di Gesù è il modello e il paradigma di ogni apostolo in ogni tempo.

"Pietro, mi vuoi bene davvero?" "Signore, tu lo sai che ti voglio bene" (Giovanni 21,15)

D. Gianni Mazzali SDB

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