D. Gianni Mazzali SDB "IN GESU' RISORTO VINCIAMO IL MALE

19 aprile 2015 | 3a Domenica di Pasqua - Anno B  | Omelia
Il nostro cammino, l'esperienza quotidiana della nostra vita è fatta di luci e di ombre, di serenità e di oppressione, di trasparenza e di confusione. La signora che ho incontrato ieri sera nella penombra della chiesa era oppressa, confusa, incapace di reagire ad un peso soffocante. Aveva bisogno di liberazione, di ritrovare un'energia, un dono che le consentisse di riprendersi, di ridare un senso ad una vita vuota. La Parola oggi ci conferma e ci rassicura: Gesù risorto è sempre con noi e ci cammina accanto per sostenerci e, quando necessario, risollevarci.



Sono io!

I discepoli nel Cenacolo sono confusi dalla varie voci e testimonianze che si accavallano e riferiscono che Gesù è vivo. Stanno ascoltando la testimonianza dei due appena giunti da Emmaus che riferiscono frementi di aver incontrato e riconosciuto Gesù, di essere certi che egli è vivo. Vorrebbero convincere tutti, ma domina nel gruppo una grande incertezza e il dubbio si insinua, creando turbamento e disagio.
L'atteggiamento interiore di molti tra i discepoli rispecchia le incertezze frequenti e il disagio della nostra esperienza di fede. Sono troppi i "perché", i "ma", le contraddizioni che ci turbano e ci assalgono. A volte siamo indifferenti, a volte sfrontati, a volte pieni di rabbia e di rivalsa nei confronti di Dio. A volte domina l'ebbrezza della nostra reclamata autonomia, a volte gli enigmi oscuri, i pesi insopportabili offuscano ogni riferimento nei confronti di Dio. Ci sono situazioni umane in cui la fede ci appare davvero una contraddizione.
"Sono io!". Gesù vuole rassicurare i suoi e demolire le ragioni della paura, del turbamento, dello sconforto.
"Sono io! Toccami!". E' un invito accorato quello di Gesù. Non mantenerti distante, non cedere alla tentazione di sentirti solo, abbandonato, avvilito. Il tuo Dio ti viene accanto, ti si accosta, vuole che tu lo tocchi, che lo senta vivo. Ti si siede accanto per mangiare con te, per condividere, per lenire, per sollevare.
"Sono io!". Non avvilupparti nel tuo sconforto, non lasciare che la disperazione ti distrugga, che l'oscurità ti soggioghi. Con l'energia di una vita nuova tutto può cambiare in te e la tua ribellione dissolversi.
"Sono io e ti dono la pace!". Come i discepoli ciascuno di noi può incontrare Gesù risorto e sentire che il male, il peccato, la confusione sono annientati. Il dono del Risorto è una pace profonda che trasforma le fatiche del nostro cammino, che ridona fiducia, che ci consente di intraprendere scelte che ci rinnovano dentro, che ci cambiano.

I nostri peccati sono cancellati

Un'eresia antica, quella del monaco Pelagio, sosteneva che l'uomo è fondamentalmente buono e che la sua libertà può dominare il peccato e conseguire da se stessa la salvezza. Anche oggi, nonostante l'imperversare della barbarie e di una violenza dilagante, tanti guardano esclusivamente all'uomo, unico artefice e responsabile di se stesso. Domina uno spirito di emancipazione e di rivendicazione di uomini e donne nei confronti di Dio.
Eppure quanta solitudine, quanta impotenza, quante palesi contraddizioni contraddistinguono il vivere odierno. L'uomo proclama di essere diventato finalmente "adulto" e si ritrova fragile, diviso, impotente.
La Parola annuncia oggi una liberazione che ci viene offerta in dono e che noi siamo incapaci di conseguire. Dio è intervenuto nella nostra storia per liberarci da un male profondo che ci rende schiavi, che ci soggioga: "E' lui (il Cristo) la vittima di espiazione per i nostri peccati, non soltanto per i nostri, ma per quelli di tutti il mondo"
Accettare umilmente il dono della liberazione, non ci diminuisce nella nostra umanità, ma ci realizza come persone. Sentiamo effettivamente di respirare libertà e di essere attivamente collaboratori con il dono, la grazia di Dio. Gesù risorto è la riprova che Dio ci vuole responsabilizzare nella lotta e nella vittoria contro il male.

Un amore perfetto

Siamo costantemente posseduti dal bisogno di amare e di essere amati: l'amore ricevuto e donato è la forza più prepotente che c'è in noi. Ne siamo soggiogati, dominati, al punto che spesso siamo confusi. Ci si può sbagliare, ci si può confondere sull'amore. Per la mancanza o il tradimento dell'amore ci si dispera. Riconosciamo che c'è in noi un profondo bisogno di essere guidati, di essere orientati verso l'amore. Dio che è Amore è il motore del nostro amore. Ignorare Dio vuol dire perdersi, smarrirsi. La Parola ci suggerisce si metterci in ascolto di Dio, di scolpire nel nostro cuore e nella nostra vita le sue "grandi parole", i suoi comandamenti per ritrovarci, per realizzare l'amore nella nostra dimensione terrena "Chi osserva la sua parola, il lui l'amore di Dio è veramente perfetto".

"Se qualcuno mi dimostrasse che Cristo è fuori dalla verità e se fosse effettivamente vero che la verità non è in Cristo, ebbene io preferirei restare con Cristo piuttosto che con la verità". (Fëdor Dostoevskij)

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