D. Mario MORRA SDB "Pregate il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe"

26 aprile 2015 | 4a Domenica di Pasqua - Anno B | Omelia
Celebriamo oggi la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni e la Liturgia della Parola che abbiamo ascoltato ci offre l'occasione per riflettere sul significato di "vocazione" che riguarda ciascuno di noi.
L'Apostolo S. Giovanni, nella 2a lettura, ci dice che per la fede e per il battesimo abbiamo una comune fondamentale vocazione e dignità: siamo chiamati ad essere figli di Dio!
Già fin da ora, e non metaforicamente, ma realmente, quindi "partecipi della vita divina"; una dignità di cui non possiamo neppure renderci pienamente conto su questa terra, ma che un giorno ci sarà svelata in tutto il suo splendore.
Siamo chiamati ad una comunione di vita piena con Dio: "Saremo simili a Lui perché lo vedremo così come Egli è". Come conseguenza dobbiamo condurre la nostra esistenza terrena secondo questa altissima vocazione e dignità di figli di Dio, ma quante difficoltà incontriamo, nella nostra vita, a camminare in questa vocazione!
La 1a lettura richiama la guarigione dello storpio compiuta da Pietro, davanti alla porta del Tempio di Gerusalemme, nel nome ed in virtù di Gesù Risorto.
Ora lo storpio raffigura tutti noi, che dobbiamo essere sostenuti e guariti dalle nostre infermità da Gesù, unico salvatore, nostro e del mondo.
S. Pietro ci ricorda: "Non vi è in nessun altro la salvezza" se non in Gesù Cristo Nazareno, crocifisso, che Dio ha risuscitato. "Non esiste sotto il cielo altro nome dato agli uomini per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvi"
Gesù è il buon Pastore che offre la sua vita per noi; Egli è venuto e si è sacrificato perché noi potessimo avere la vita divina in abbondanza. Egli ha offerto la sua vita liberamente per noi, perché ci "conosce", cioè ci ama di amore infinito, e nulla richiede da noi se non che anche noi "conosciamo", cioè amiamo, Lui e lo seguiamo. "Io sono il buon pastore: io conosco le mie pecore ed esse conoscono me, come il Padre mi conosce ed io conosco il Padre. E per queste pecore io do la vita. Ho anche altre pecore che non sono di questo recinto. Anche di quelle devo diventare pastore. Udranno la mia voce, e diventeranno un unico gregge con un solo pastore".
Opportunamente il Papa Beato Paolo VI ha voluto che questa domenica che ci presenta la figura di Gesù "Buon Pastore" fosse dedicata alla Giornata mondiale di Preghiera per le vocazioni; non per una, ma per tutte le vocazioni, anche se la figura del Buon Pastore ci porta a pensare in modo particolare alla vocazione sacerdotale e religiosa.
La prima vocazione che ci accomuna tutti, è la vocazione, la chiamata del Signore al Battesimo ed alla Fede, per cui siamo diventati "figli di Dio".
E' bello quindi che nella giornata di preghiera per le vocazioni prendiamo tutti coscienza della grandezza della nostra vocazione di cristiani battezzati, per rendere gloria a Dio ed impegnarci a corrispondervi nelle particolari condizioni di vita in cui la provvidenza di Dio ci ha posto.
Tutte le vocazioni sono belle ed importanti nella vita della Chiesa: l'essenziale sta nel saperle vivere in pienezza.
Certamente riveste una particolare importanza la chiamata del Signore ad una vita di speciale consacrazione a Dio, nel Sacerdozio e nella vita religiosa.
Conosciamo tutti le difficoltà che oggi incontrano i giovani nel rispondere con generosità alla chiamata del Signore, per un servizio pieno alla Chiesa ed ai fratelli.
Le vocazioni sono un dono di Dio: è Lui che sceglie, che chiama, che dà la grazia di rispondervi e di perseverare.
Certo il Signore potrebbe far sorgere sacerdoti e religiosi anche dalle pietre o dal deserto, ma ordinariamente chiede la collaborazione di ognuno di noi, delle nostre famiglie cristiane, delle nostre comunità ecclesiali e religiose.
Se i giovani vedono in noi adulti dei cristiani convinti, sarà per loro più facile sentire la spinta a seguire generosamente Gesù ed accogliere prontamente l'eventuale chiamata del Signore.
Papa Francesco in un suo messaggio così ci esorta:
"Il Vangelo racconta che "Gesù percorreva tutte le città e i villaggi … Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: "La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe" (Mt 9,35-38). Queste parole ci sorprendono, perché tutti sappiamo che occorre prima arare, seminare e coltivare per poter poi, a tempo debito, mietere una messe abbondante. Gesù afferma invece che "la messe è abbondante". Ma chi ha lavorato perché il risultato fosse tale? La risposta è una sola: Dio. Evidentemente il campo di cui parla Gesù è l'umanità, siamo noi. E l'azione efficace che è causa del "molto frutto" è la grazia di Dio, la comunione con Lui (cfr Gv 15,5).
La preghiera che Gesù chiede alla Chiesa, dunque, riguarda la richiesta di accrescere il numero di coloro che sono al servizio del suo Regno.
San Paolo, che è stato uno di questi "collaboratori di Dio", instancabilmente si è prodigato per la causa del Vangelo e della Chiesa. Con la consapevolezza di chi ha sperimentato personalmente quanto la volontà salvifica di Dio sia imperscrutabile e l'iniziativa della grazia sia l'origine di ogni vocazione, l'Apostolo ricorda ai cristiani di Corinto: "Voi siete campo di Dio" (1 Cor 3,9).
Pertanto sorge dentro il nostro cuore prima lo stupore per una messe abbondante che Dio solo può elargire; poi la gratitudine per un amore che sempre ci previene; infine l'adorazione per l'opera da Lui compiuta, che richiede la nostra libera adesione ad agire con Lui e per Lui". (Messaggio 2013)

Imitando Maria che custodiva nell'animo i divini misteri e li meditava assiduamente (cfr Lc 2, 19), insieme con Lei, che occupa un posto centrale nel mistero della Chiesa preghiamo:
O Padre, fa' sorgere fra i cristiani numerose e sante vocazioni al sacerdozio, che mantengano viva la fede; donaci santi ministri del tuo altare, che siano attenti e fervorosi custodi dell'Eucaristia;
chiama ministri della tua misericordia, che, mediante il sacramento della Riconciliazione, diffondano la gioia del tuo perdono;
suscita anime sante e generose che sappiano consacrare la loro vita in servizio a Te, ai fratelli ed alle sorelle…
Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore, e per l'intercessione di Maria, Regina degli Apostoli!

D. Mario MORRA SDB

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