D. Mario MORRA SDB""Voi lo avete crocifisso …, Dio lo ha risuscitato, … noi tutti ne siamo testimoni"

5 aprile 2015 | 1a Domenica: S. Pasqua - T. di Pasqua B | Omelia
IL Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa… Sì ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
L'annuncio della risurrezione di Gesù, o meglio, l'annuncio del mistero pasquale, di passione, morte e risurrezione, è il nucleo centrale, il tema predominante della predicazione degli apostoli.
Il testo degli Atti degli Apostoli, che ci è stato presentato nella prima lettura, è un esempio tipico della predicazione degli apostoli.

S. Pietro, in casa del centurione Cornelio, dichiara apertamente che i giudei uccisero Gesù, appendendolo ad una croce, ma Dio lo ha risuscitato il terzo giorno, e volle che apparisse non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui, dopo la sua risurrezione dai morti.
Nel suo primo discorso, dopo la discesa dello Spirito Santo nella Pentecoste, S. Pietro, davanti alla folla dei giudei, dichiara con sicurezza e con coraggio: Gesù Nazareno… voi lo avete crocifisso e lo avete messo a morte, Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai lacci della morte… noi tutti ne siamo testimoni.
E ancora, dopo il miracolo della guarigione dello storpio, compiuto davanti alla porta Bella del Tempio: Perché vi meravigliate di questo - dice Pietro - e continuate a fissarci come se per nostro potere e nostra pietà avessimo fatto camminare quest'uomo? Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato… Voi avete rinnegato il Santo e il Giusto, e avete chiesto che vi fosse graziato un assassino, e avete ucciso l'autore della vita. Ma Dio lo ha risuscitato dai morti e di questo noi siamo testimoni. … La cosa sia nota a tutti e a tutto il popolo di Israele: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno… costui vi sta innanzi sano e salvo.
In modo analogo si esprime S. Paolo, nei suoi discorsi ad Antiochia di Pisidia e ad Atene, nell'Areopago: Dio ha designato Gesù giudice della terra, col risuscitarlo dai morti.
Nella sua prima lettera ai cristiani di Corinto, S. Paolo esprime con maggior vigore ancora la centralità del mistero pasquale di Gesù: Vi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa, e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di 500 fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli Apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.
Dalle parole pertanto di S. Pietro e di S. Paolo, emerge con evidenza una verità fondamentale: gli Apostoli si sentono sicuri. Sanno che la loro testimonianza è valida ed inoppugnabile, non solo perché hanno visto il sepolcro vuoto, ma perché Gesù risorto è apparso loro più volte ed in diverse circostanze; hanno conversato con Lui, hanno mangiato e bevuto con Lui.
Gesù ha ordinato loro di annunziare a tutto il popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio.
I Giudei, all'udire le parole degli Apostoli, chiedono: Che cosa dobbiamo fare, fratelli?
La risposta è semplice: Pentitevi, e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo; pentitevi e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati.
È quanto dobbiamo fare noi per vivere con frutto la Pasqua, perché la risurrezione di Gesù diventi anche per noi risurrezione a vita nuova.
Dobbiamo vivere con coerenza il nostro Battesimo, nel suo duplice aspetto di morte al peccato e di vita della grazia; di distacco dalle opere del male e di impegno per camminare sulla strada del bene che Gesù ci ha indicato; impegno che non può essere di un solo giorno, ma che deve essere rinnovato ogni giorno della nostra vita.
È questo il senso delle parole di S. Paolo che ci invitano a cercare e a pensare alle cose di lassù e non a quelle della terra; e ci esortano ad essere pasta nuova, con una vita rinnovata, pura e santa.
Dobbiamo quindi, secondo quanto scrive l'Apostolo, far morire le cattive passioni che sono in noi, bandire dalla nostra vita vizi e cattive abitudini che ci portano lontano da Cristo, spogliarci dell'uomo vecchio e del suo modo di agire, per rivestirci dell'uomo nuovo, che, rigenerato alla vita nuova dal battesimo, si comporta secondo la volontà di Dio.
È con questo spirito, con questi propositi e con questa speranza che noi dobbiamo celebrare la Santa Pasqua.
Ci accompagni Maria che ha sofferto nel suo cuore la passione del Figlio e che oggi è la prima ad essere consolata dalla sua Resurrezione.


D. Mario MORRA SDB

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