Enzo Bianco, sdb"QUELLA TOMBA TROVATA VUOTA"
5 aprile 2015 | 1a Domenica: S. Pasqua - Tempo di Pasqua B | Omelia
Nella Pasqua, noi cristiani rinnoviamo una gioia antica di duemila anni. Una gioia che - ci ricorda il Vangelo - è esplosa improvvisa di fronte a una tomba trovata vuota.
Quel giorno lontano sembrava destinato alla tristezza e al lutto, per la morte del Signore. E invece d'improvviso si è riempito di gioia.
* Maria di Magdala si era recata di buon mattino al sepolcro, vi era andata per piangere un morto. E non lo aveva trovato. Pietro e Giovanni erano corsi anche loro, e avevano trovato le bende ammucchiate in un angolo, il sudario ben ripiegato, e di Gesù nessuna traccia. Allora finalmente avevano capito, dato che Gesù li aveva avvertiti tante volte, a proposito della sua risurrezione.
* Da allora ha preso a realizzarsi nella storia degli uomini il progetto del Signore, il suo programma, la Buona Notizia che egli ci ha portato.
- Quale progetto? Lo sappiamo: è il Regno di Dio. Qualcosa che comincia a realizzarsi qui e ora. Che è già, e non ancora. E si prolunga e si completerà fuori del tempo e dello spazio, nel mistero di Dio.
- La notizia è che Dio è Padre e ci ama come figli. Che Gesù è venuto a salvarci, da fratello e amico, e noi sappiamo (sono sue parole) che "amico è colui che dà la vita per l'amico".
- Il programma per noi, è uno stile di vita nuovo, che lui è venuto a inaugurare e a insegnare all'umanità. E che noi cristiani siamo sollecitati a fare nostro giorno dopo giorno.
* Quando i tempi sono diventati maturi, il Verbo è venuto nel mondo a suscitare un movimento di persone orientate al bene, cioè la Chiesa. E da duemila anni sollecita sulla terra la cooperazione degli uomini. Gesù convoca senza sosta attorno a sé i suoi discepoli, i cristiani. Noi. E ci affida una missione nel mondo.
* Ecco la novità di quella tomba vuota: con la morte di Gesù nulla è finito, con la sua risurrezione tutto è ricominciato e ricomincia. Oggi come 2000 anni fa. Proprio come allora, in un'umanità divenuta più consapevole, prende sempre più consistenza la Buona Notizia che Gesù ci ha portato.
Il cristiano è venuto ad assumere - verso di sé e verso le persone che gli sono accanto - uno sguardo diverso, originale, che invano cercheremmo in altre concezioni di vita. È una visione ricca di valori, dignitosa, nobilitata dal sapere che siamo tutti fratelli, perché figli d'un unico Padre. E destinati alla vita eterna.
* Però il Regno promesso da Gesù non si è realizzato una volta per sempre: è da costruire a ogni generazione. E ognuno di noi è chiamato a dare il suo contributo.
C'è davvero tanto da fare, basta che ci guardiamo attorno. Tivù e giornali sciorinano ogni giorno sotto i nostri occhi i mille problemi del mondo d'oggi.
- C'è da superare le tante divisioni degli uomini, che si contrappongono muro contro muro.
- C'è da dare una mano a chi è più sfortunato, a chi soffre e non ce la fa.
* Il progetto di Gesù Cristo, vasto quanto il mondo, è stato cominciato allora dagli apostoli, e ora tocca a noi portarlo avanti. Noi, ciascuno nel suo piccolo. Non ci si chiede gesti clamorosi, ma anzitutto simpatia e solidarietà. Papa Francesco dice e insiste: con tenerezza. Ci ha proposto per il 2016 un nuovo Anno Santo, a cui ha assegnato una parola d'ordine: misericordia.
Di fatto il Regno di Dio viene realizzato:
- da qualsiasi uomo onesto che lavora con amore per la sua famiglia,
- da ogni madre che educa i figli non nell'egoismo ma alla generosità,
- dai giovani che si impegnano per ciò che è giusto nella società,
- dagli anziani che hanno da offrire solo più le loro afflizioni e le loro preghiere, ma preghiere che sono preziose agli occhi di Dio.
Così nasce nel cristiano la pienezza della vita, nasce la gioia del costruire insieme. È la gioia antica e sempre nuova, scaturita quasi 2000 anni fa, perché quel sepolcro vuoto è diventato la culla del cristianesimo.
* Di una persona che sprizza gioia da tutti i pori, un tempo si diceva: "contento come una Pasqua". È un modo di dire tutto cristiano. Ed è il più bell'augurio che possiamo scambiarci. Oggi ce lo scambiamo: possiamo vivere tutti sempre contenti come Pasque, in Cristo Gesù
Enzo Bianco, sdb
Nella Pasqua, noi cristiani rinnoviamo una gioia antica di duemila anni. Una gioia che - ci ricorda il Vangelo - è esplosa improvvisa di fronte a una tomba trovata vuota.
Quel giorno lontano sembrava destinato alla tristezza e al lutto, per la morte del Signore. E invece d'improvviso si è riempito di gioia.
* Maria di Magdala si era recata di buon mattino al sepolcro, vi era andata per piangere un morto. E non lo aveva trovato. Pietro e Giovanni erano corsi anche loro, e avevano trovato le bende ammucchiate in un angolo, il sudario ben ripiegato, e di Gesù nessuna traccia. Allora finalmente avevano capito, dato che Gesù li aveva avvertiti tante volte, a proposito della sua risurrezione.
* Da allora ha preso a realizzarsi nella storia degli uomini il progetto del Signore, il suo programma, la Buona Notizia che egli ci ha portato.
- Quale progetto? Lo sappiamo: è il Regno di Dio. Qualcosa che comincia a realizzarsi qui e ora. Che è già, e non ancora. E si prolunga e si completerà fuori del tempo e dello spazio, nel mistero di Dio.
- La notizia è che Dio è Padre e ci ama come figli. Che Gesù è venuto a salvarci, da fratello e amico, e noi sappiamo (sono sue parole) che "amico è colui che dà la vita per l'amico".
- Il programma per noi, è uno stile di vita nuovo, che lui è venuto a inaugurare e a insegnare all'umanità. E che noi cristiani siamo sollecitati a fare nostro giorno dopo giorno.
* Quando i tempi sono diventati maturi, il Verbo è venuto nel mondo a suscitare un movimento di persone orientate al bene, cioè la Chiesa. E da duemila anni sollecita sulla terra la cooperazione degli uomini. Gesù convoca senza sosta attorno a sé i suoi discepoli, i cristiani. Noi. E ci affida una missione nel mondo.
* Ecco la novità di quella tomba vuota: con la morte di Gesù nulla è finito, con la sua risurrezione tutto è ricominciato e ricomincia. Oggi come 2000 anni fa. Proprio come allora, in un'umanità divenuta più consapevole, prende sempre più consistenza la Buona Notizia che Gesù ci ha portato.
Il cristiano è venuto ad assumere - verso di sé e verso le persone che gli sono accanto - uno sguardo diverso, originale, che invano cercheremmo in altre concezioni di vita. È una visione ricca di valori, dignitosa, nobilitata dal sapere che siamo tutti fratelli, perché figli d'un unico Padre. E destinati alla vita eterna.
* Però il Regno promesso da Gesù non si è realizzato una volta per sempre: è da costruire a ogni generazione. E ognuno di noi è chiamato a dare il suo contributo.
C'è davvero tanto da fare, basta che ci guardiamo attorno. Tivù e giornali sciorinano ogni giorno sotto i nostri occhi i mille problemi del mondo d'oggi.
- C'è da superare le tante divisioni degli uomini, che si contrappongono muro contro muro.
- C'è da dare una mano a chi è più sfortunato, a chi soffre e non ce la fa.
* Il progetto di Gesù Cristo, vasto quanto il mondo, è stato cominciato allora dagli apostoli, e ora tocca a noi portarlo avanti. Noi, ciascuno nel suo piccolo. Non ci si chiede gesti clamorosi, ma anzitutto simpatia e solidarietà. Papa Francesco dice e insiste: con tenerezza. Ci ha proposto per il 2016 un nuovo Anno Santo, a cui ha assegnato una parola d'ordine: misericordia.
Di fatto il Regno di Dio viene realizzato:
- da qualsiasi uomo onesto che lavora con amore per la sua famiglia,
- da ogni madre che educa i figli non nell'egoismo ma alla generosità,
- dai giovani che si impegnano per ciò che è giusto nella società,
- dagli anziani che hanno da offrire solo più le loro afflizioni e le loro preghiere, ma preghiere che sono preziose agli occhi di Dio.
Così nasce nel cristiano la pienezza della vita, nasce la gioia del costruire insieme. È la gioia antica e sempre nuova, scaturita quasi 2000 anni fa, perché quel sepolcro vuoto è diventato la culla del cristianesimo.
* Di una persona che sprizza gioia da tutti i pori, un tempo si diceva: "contento come una Pasqua". È un modo di dire tutto cristiano. Ed è il più bell'augurio che possiamo scambiarci. Oggi ce lo scambiamo: possiamo vivere tutti sempre contenti come Pasque, in Cristo Gesù
Enzo Bianco, sdb
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