Fra.Paolo Floretta"Aggiungi un posto a tavola"
Pubblicato il 02 aprile, 2015
All’inizio del Triduo pasquale mi venuto alla mente il ricordo del transito di Francesco, associato a quello del suo Maestro, segnato dalle sue stigmate. Nei suoi ultimi giorni Francesco ha voluto far aggiungere un posto alla cena del
Signore: il suo. Ha chiesto ai suoi frati di leggere quanto narrato dall’evangelista Giovanni, il discepolo più amato. Così lo ricorda, tra gli altri, Bonaventura (FF 1388):
«Chiese poi che gli venisse letto il Vangelo secondo Giovanni, a incominciare dal versetto: Prima del giorno della Pasqua: voleva sentire in esso la voce del Diletto che bussava e dal quale lo divideva ormai soltanto la parete della carne».
Tra le cose più care e importanti in punto di morte, Francesco chiede per sé ciò che ha guidato la sua vita: il Vangelo della passione. E, poco prima, ha voluto regalare a sé e ai suoi frati la sua ripresentazione dell’ultima cena (FF 808).
«Mentre i frati versavano amarissime lacrime e si lamentavano desolati, si fece portare del pane, lo benedisse, lo spezzò e ne diede da mangiare un pezzetto a ciascuno».
Un gesto accompagnato anche dalla benedizione sui frati (FF 1567):
«E cominciando da uno di essi, li benedisse posando la destra sul capo di ciascuno, con l’intenzione di benedire tutti quelli che vivevano allora nella Religione e quanti vi sarebbero venuti sino alla fine del mondo. E sembrava avere compassione di se stesso, perché non poteva vedere i suoi figli e fratelli prima di morire».
Tra quei benedetti e quelle benedette ci siamo anche noi che desideriamo partecipare alla cena del Signore. Una tavolata amplissima, aperta a chiunque desideri partecipare.
ARTICOLO DI: Paolo Floretta
“Fra Paolo Floretta è francescano conventuale.
All’inizio del Triduo pasquale mi venuto alla mente il ricordo del transito di Francesco, associato a quello del suo Maestro, segnato dalle sue stigmate. Nei suoi ultimi giorni Francesco ha voluto far aggiungere un posto alla cena del
Signore: il suo. Ha chiesto ai suoi frati di leggere quanto narrato dall’evangelista Giovanni, il discepolo più amato. Così lo ricorda, tra gli altri, Bonaventura (FF 1388):
«Chiese poi che gli venisse letto il Vangelo secondo Giovanni, a incominciare dal versetto: Prima del giorno della Pasqua: voleva sentire in esso la voce del Diletto che bussava e dal quale lo divideva ormai soltanto la parete della carne».
Tra le cose più care e importanti in punto di morte, Francesco chiede per sé ciò che ha guidato la sua vita: il Vangelo della passione. E, poco prima, ha voluto regalare a sé e ai suoi frati la sua ripresentazione dell’ultima cena (FF 808).
«Mentre i frati versavano amarissime lacrime e si lamentavano desolati, si fece portare del pane, lo benedisse, lo spezzò e ne diede da mangiare un pezzetto a ciascuno».
Un gesto accompagnato anche dalla benedizione sui frati (FF 1567):
«E cominciando da uno di essi, li benedisse posando la destra sul capo di ciascuno, con l’intenzione di benedire tutti quelli che vivevano allora nella Religione e quanti vi sarebbero venuti sino alla fine del mondo. E sembrava avere compassione di se stesso, perché non poteva vedere i suoi figli e fratelli prima di morire».
Tra quei benedetti e quelle benedette ci siamo anche noi che desideriamo partecipare alla cena del Signore. Una tavolata amplissima, aperta a chiunque desideri partecipare.
ARTICOLO DI: Paolo Floretta
“Fra Paolo Floretta è francescano conventuale.
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