GIOVANNINI Attilio sdb "Ritrovare la vita"
5 aprile 2015 | 1a Domenica: S. Pasqua - Tempo diPasqua B | Appunti per la Lectio
*Fratelli, siete risorti con Cristo!
*Voi infatti siete morti, e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.
Oggi, dice la Parola, si è compiuto il nostro destino. Si è compiuto assieme a quello di Gesù: con lui siamo prima morti, poi risorti.
Perché siamo morti? Cos'è la morte?
La morte sembra una legge naturale, una cosa inevitabile. Ma basta che pensiamo agli ultimi fatti di cronaca (aerei buttati giù... scuole assaltate da kamikaze... barche stracariche fatte
affondare...) perché la nostra mente sia urtata dalla morte così violenta e dilagante.
Siamo in un mondo di morte, e la Parola di Dio ce ne dice il perché. Dice che questo mondo era fatto per noi, era generoso regalo per la nostra vita. Era da prendere con stupore e riconoscenza dalle mani del generoso donatore e goderlo insieme. Era un grande messaggio da ascoltare per rispondervi col nostro sì e il nostro grazie.
Ma è successo che noi, ignorando il donatore, abbiamo tentato di impadronirci del mondo per costruire il nostro destino da noi. Come se fossimo capaci da noi di difendere la nostra vita, di "realizzarci". Siamo caduti nella scempiaggine di considerarci potenzialmente autosufficienti, mentre siamo bisognosi di tutto. Ma così, lungi dal guadagnare noi stessi, ci siamo persi, abbiamo smarrito il nostro io, per assumere una maschera pretenziosa quanto inconsistente.
Dopo di che abbiamo perso anche il mondo, e anche gli altri.
Il mondo non rivela più la mano paterna del creatore che ci offre infiniti doni perfetti. È diventato puro oggetto, senz'anima, opaco e ostile.
Gli altri non sono più fratelli, ma concorrenti che ci sottraggono del nostro. Sono ridotti a estranei e nemici anziché compagni e compartecipi alla stessa gioia.
Così nasce la violenza, contro noi stessi, contro gli altri, contro il mondo: dalla violenza contro Dio. Così, dal non ascolto, la nostra vita si trasforma in morte.
Ossessionato dal dominio, il nostro cuore si chiude e muore.
Violentato dalla falsità, il mondo diventa un campo di morte. C'è ostilità e lotta tra uomo e donna, tra giovane e vecchio, tra ricco e povero, tra paesi del nord e paesi del sud, tra razze, religioni, classi sociali, famiglie...
Più si vuole possedere il mondo, più lo si affonda nell'inferno.
Occorre tornare a Dio, ridargli tutta l'autorità sul mondo, riprendere la nostra posizione di figli. Ma non è facile. Chi ci riesce?
Questo ritorno è riuscito a Gesù di Nazaret. Egli è stato figlio dall'inizio alla fine. Ha fatto la volontà del Padre nei minimi particolari. Si è conformato al Padre riconoscendo che tutto gli veniva da lui. Il Figlio, diceva, non parla da sé, non è venuto da sé, non agisce da sé.
*Il Figlio non può far nulla da se stesso che non veda fare dal Padre. Gv 518
.
Egli ha rinnegato la sua volontà, ha rinunciato ad ogni suo progetto, ha chiesto al Padre solo di fare il suo volere fino all'estremo. Ha spogliato il suo io completamente, si è annichilito per fare spazio completo al Padre. Così si è fatto capace di ricevere tutto dal Padre, di essere da lui riempito. Così ha realizzato la sua identità di vero figlio amato.
Tutto questo è costato sangue e lacrime. Ma di quanto l'uomo era andato lontano da Dio, di tanto doveva essere il cammino del ritorno. Di quanto profondo l'abisso toccato, di tanto faticosa la risalita. Dice benissimo la Lettera agli Ebrei:
*Gesù, pur essendo Figlio, imparò dalla cose che sofferse cosa significa obbedire e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna. Eb 58.
Reso perfetto, perché l'uccisione del suo io non fu solo metaforica: fu reale e definitiva. Ma, da perfetto, Gesù divenne totalmente del Padre, trasparente del Padre. Ora, se il Padre è amore, Gesù ne rende il volto: ne mostra l'infinita pietà tramite il suo perdono. Se infatti sulla croce Gesù perdona, noi comprendiamo che il Padre ci perdona e ci dà la possibilità di ritornare da ribelli a figli. Cioè da morti a di nuovo vivi.
La nostra vita riacquista il suo senso. Il mondo riacquista il suo senso. La creazione è ora compiuta. Il progetto divino ha vinto.
Il nostro spirito non è più abitato dalla violenza, ma dallo Spirito di Dio. Quello Spirito di Dio che, diventando lo Spirito di Gesù, è entrato nel mondo ed è ora donato a noi. Vuol dire che la capacità di amare come Dio è ormai possibile a ciascuno di noi.
E l'amore vince la morte.
GIOVANNINI Attilio sdb
*Fratelli, siete risorti con Cristo!
*Voi infatti siete morti, e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.
Oggi, dice la Parola, si è compiuto il nostro destino. Si è compiuto assieme a quello di Gesù: con lui siamo prima morti, poi risorti.
Perché siamo morti? Cos'è la morte?
La morte sembra una legge naturale, una cosa inevitabile. Ma basta che pensiamo agli ultimi fatti di cronaca (aerei buttati giù... scuole assaltate da kamikaze... barche stracariche fatte
affondare...) perché la nostra mente sia urtata dalla morte così violenta e dilagante.
Siamo in un mondo di morte, e la Parola di Dio ce ne dice il perché. Dice che questo mondo era fatto per noi, era generoso regalo per la nostra vita. Era da prendere con stupore e riconoscenza dalle mani del generoso donatore e goderlo insieme. Era un grande messaggio da ascoltare per rispondervi col nostro sì e il nostro grazie.
Ma è successo che noi, ignorando il donatore, abbiamo tentato di impadronirci del mondo per costruire il nostro destino da noi. Come se fossimo capaci da noi di difendere la nostra vita, di "realizzarci". Siamo caduti nella scempiaggine di considerarci potenzialmente autosufficienti, mentre siamo bisognosi di tutto. Ma così, lungi dal guadagnare noi stessi, ci siamo persi, abbiamo smarrito il nostro io, per assumere una maschera pretenziosa quanto inconsistente.
Dopo di che abbiamo perso anche il mondo, e anche gli altri.
Il mondo non rivela più la mano paterna del creatore che ci offre infiniti doni perfetti. È diventato puro oggetto, senz'anima, opaco e ostile.
Gli altri non sono più fratelli, ma concorrenti che ci sottraggono del nostro. Sono ridotti a estranei e nemici anziché compagni e compartecipi alla stessa gioia.
Così nasce la violenza, contro noi stessi, contro gli altri, contro il mondo: dalla violenza contro Dio. Così, dal non ascolto, la nostra vita si trasforma in morte.
Ossessionato dal dominio, il nostro cuore si chiude e muore.
Violentato dalla falsità, il mondo diventa un campo di morte. C'è ostilità e lotta tra uomo e donna, tra giovane e vecchio, tra ricco e povero, tra paesi del nord e paesi del sud, tra razze, religioni, classi sociali, famiglie...
Più si vuole possedere il mondo, più lo si affonda nell'inferno.
Occorre tornare a Dio, ridargli tutta l'autorità sul mondo, riprendere la nostra posizione di figli. Ma non è facile. Chi ci riesce?
Questo ritorno è riuscito a Gesù di Nazaret. Egli è stato figlio dall'inizio alla fine. Ha fatto la volontà del Padre nei minimi particolari. Si è conformato al Padre riconoscendo che tutto gli veniva da lui. Il Figlio, diceva, non parla da sé, non è venuto da sé, non agisce da sé.
*Il Figlio non può far nulla da se stesso che non veda fare dal Padre. Gv 518
.
Egli ha rinnegato la sua volontà, ha rinunciato ad ogni suo progetto, ha chiesto al Padre solo di fare il suo volere fino all'estremo. Ha spogliato il suo io completamente, si è annichilito per fare spazio completo al Padre. Così si è fatto capace di ricevere tutto dal Padre, di essere da lui riempito. Così ha realizzato la sua identità di vero figlio amato.
Tutto questo è costato sangue e lacrime. Ma di quanto l'uomo era andato lontano da Dio, di tanto doveva essere il cammino del ritorno. Di quanto profondo l'abisso toccato, di tanto faticosa la risalita. Dice benissimo la Lettera agli Ebrei:
*Gesù, pur essendo Figlio, imparò dalla cose che sofferse cosa significa obbedire e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna. Eb 58.
Reso perfetto, perché l'uccisione del suo io non fu solo metaforica: fu reale e definitiva. Ma, da perfetto, Gesù divenne totalmente del Padre, trasparente del Padre. Ora, se il Padre è amore, Gesù ne rende il volto: ne mostra l'infinita pietà tramite il suo perdono. Se infatti sulla croce Gesù perdona, noi comprendiamo che il Padre ci perdona e ci dà la possibilità di ritornare da ribelli a figli. Cioè da morti a di nuovo vivi.
La nostra vita riacquista il suo senso. Il mondo riacquista il suo senso. La creazione è ora compiuta. Il progetto divino ha vinto.
Il nostro spirito non è più abitato dalla violenza, ma dallo Spirito di Dio. Quello Spirito di Dio che, diventando lo Spirito di Gesù, è entrato nel mondo ed è ora donato a noi. Vuol dire che la capacità di amare come Dio è ormai possibile a ciascuno di noi.
E l'amore vince la morte.
GIOVANNINI Attilio sdb
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