Monastero di Ruviano p. Fabrizio Cristarella Orestano"NON ABBIATE PAURA!

Veglia Gen 1, 1-2,2; Gen 22, 1-18; Es 14, 15-15,1; Is 54, 5-14; Is 55, 1-11; Bar 3, 9-15.32-4,4;
Ez 36, 16-28; Rm 6, 3-11; Mc 16, 1-8
Messa del giorno
At 10, 34a.37-43; Sal 117; Col 3, 1-4 (opp. 1Cor5, 6b-8); Gv 20, 1-9 (sera Lc 24 ,13-35)
 Monastero di Ruviano » Anno 2014/15 » Pasqua di Resurrezione (B) – Dio è fedele
Il Crocefisso è risorto! E’ questo il kerygma
dell’alba di Pasqua… il Crocefisso è risorto! La verità della Pasqua è lì: è proprio il Crocefisso  che è risorto.
E’ essenziale mantenere l’identità tra Crocefisso e Risorto, e questo Crocefisso è Gesù di Nazareth, uno che è morto perchè ha predicato un Dio altro, diverso, scandaloso, contraddittorio di tutte le immagini religiose di Dio, contrario a tutti gli incasellamenti ed usi strumentali di Dio; uno che ha affermato che per “onorare” questo Dio bisognava vivere in un certo modo, con una prassi quotidiana diversa e “scandalosa” …
Gesù di Nazareth: uno che è morto per questo scandalo, e che ha affermato che questa vita altra era l’unico modo per raccontare il vero volto di Dio.
La sua Risurrezione dice che Dio si riconosce in questa diversità, la Risurrezione dice che Dio è “dalla parte” di quel Crocefisso e delle cose che Lui ha proclamato con la vita, le parole, le relazioni con le persone, con le scelte … insomma, Gesù ha narrato un certo volto di Dio in cui Dio stesso, risuscitandolo dai morti, si è assolutamente riconosciuto.
Gesù ha pensato Dio in modo del tutto diverso da come l’hanno pensato gli uomini, e gli uomini “religiosi” in particolare…
La diversità assoluta tra il Dio creato ed immaginato dagli uomini ed il Dio vero che Gesù ha raccontato è il terreno della grande “battaglia” che il cristianesimo avrebbe dovuto ingaggiare con ogni “religione”, ma purtroppo spesso si è trasformato esso stesso in “religione”.
Il Dio vero, quello che ha risuscitato Cristo dai morti dando su di Lui “prova sicura” (cfr At 17, 32), è Colui che noi abbiamo “scartato” (cfr Sal 118, 22; At 4, 11), trattato come rifiuto … è un Dio rifiutato che non si impone con la potenza, e che risuscita il Figlio non per vendicarsi del mondo che l’ha inchiodato alla croce, ma per salvare quello stesso mondo; è il Dio che risponde all’orrore con la misericordia, all’odio con l’amore, al rifiuto con l’abbraccio che perdona.
Questo è la Pasqua!
Non si deve ridurre la Risurrezione di Gesù ad una generica vittoria sulla morte, ad una dolcissima e consolante vittoria della vita sulla morte; la rivelazione cristiana va più a fondo, molto più a fondo! C’è qualcosa in più: solo una vita donata è sottratta alla morte e conduce alla risurrezione…non ogni esistenza è fuori dall’artiglio della vaquità, del non-senso, della morte … una vita tenuta “come un tesoro geloso”, con avarizia, stretta a sè come possesso da non perdere, non vince la morte!
La Risurrezione proclama la vittoria di un certo modo di vivere: quello di Gesù! Chi lo “segue non cammina nelle tenebre ma avrà la luce della vita” (cfr Gv 8, 12).
La Risurrezione di Gesù proclama il Dio fedele al di là di ogni nostra fedeltà, e anche questo  scandalizza i “benpensanti”.
Sì, il Dio fedele!
E’ fedele il Padre che non ha abbandonato Gesù nella morte e, se ha taciuto nelle tenebre della Passione, ha poi gridato sollevandolo dagli abissi della terra (cfr Sal 30).
E’ è fedele Gesù che, appena risorto, pensa ai discepoli che pure l’avevano lasciato solo, abbandonato … il giovane avvolto in bianche vesti, che le donne incontrano nel sepolcro aperto, ha un messaggio precipuo da dare alle donne: Dite ai suoi discepoli e soprattutto a Pietro: Vi precede in Galilea; là lo vederete, come vi disse. Lo hanno abbandonato in quella fuga vergognosa del Getsemani, e per tutta la Passione si sono eclissati; ma per Lui sono ancora e sempre i suoi discepoli! Gesù non li abbandona alla dispersione, perchè Lui è fedele! Se fosse stato per la fedeltà dei discepoli, l’Evangelo sarebbe rimasto nel cuore e nei sogni di Cristo … Il finale dell’Evangelo di Marco, con le donne sopraffatte dall’immensità dell’annunzio della Risurrezione che vanno via dal Sepolcro e non dicono nulla a nessuno perchè hanno paura, ci dice che se fosse stato solo per le donne la vicenda di Gesù sarebbe caduta nel silenzio.
Marco con questo strano finale, con quell’ultima parola che è la paura delle donne, ci grida che è solo la fedeltà del Signore che permetterà all’Evangelo di correre per la storia!
Marco ci dice che la Risurrezione non è evento trionfalistico “a basso prezzo”: il gioioso annunzio della Risurrezione ci sarà, ma a partire da un nuovo inizio in Galilea, in cui la fedeltà di Cristo permetterà ai discepoli di ricominciare la sequela sperimentando la fedeltà di Colui che li precede sempre!
Il finale di Marco non è facile, perchè ci fa riporre tutto nelle mani di un Dio fedele al di là di ogni immagine religiosa di Dio; un Dio fedele che dice sì ad una vita che si consegna, si fida!
Così fu la vita di Gesù!
Così deve essere la vita del discepolo, chiamato a consegnarsi alla sola fedeltà di Dio; quella fedeltà narrata nella vicenda di Gesù Cristo, chiamato a smettere di confidare in se stesso.
Se si passa dalla nostra fedeltà a questa fedeltà di Dio, si sarà entrati nella Pasqua!
p. Fabrizio Cristarella Orestano

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