Mons.Antonio Riboldi "Gesù Cristo è risorto. Alleluia!"

Omelia del giorno 5 Aprile 2015
 Pasqua di Resurrezione
Chi non ricorda lo smarrimento del Venerdì santo?
L’immenso e totale amore di Gesù per l’umanità, per ciascuno di noi, era stato condiviso, fino in fondo,
solo dalla Mamma, da Giovanni il prediletto e da alcune donne.

Gli apostoli, presi da paura, erano fuggiti, temendo di essere coinvolti nell’odio dei farisei.

L’ignoranza, l’odio, l’inferno che alle volte diventa il cuore dell’uomo, credevano di averla spuntata addirittura su Dio, che è l’Amore. Forse ci fu chi, quella notte, si era compiaciuto del male fatto, ma si può essere felici quando crocifiggiamo Gesù con i nostri peccati?

Fanno pensare, e molto, ‘le folle accorse allo spettacolo, che tornavano battendosi il petto’: sono i tanti che oggi, come ieri, come sempre, parlano di ‘eclissi di Dio’, tranne poi accorgersi che senza Dio ‘si fa buio su tutta la terra’ e, ancora di più, nella speranza e nel cuore!

Ci doveva essere un grande silenzio sul Calvario: il silenzio della paura.

La conosciamo tutti la paura che tutto sia finito, a causa di ciò che ci accade. Chi non ha provato questo senso di essere orfano di futuro, per quanto di grave può accadere, o già è accaduto?

È più che comprensibile, dunque, la paura degli Apostoli.

Ma regnava anche il silenzio dell’attesa!

Penso alla Madonna del Sabato santo, alla Maddalena e ai tanti che amavano veramente il Maestro. Gesù era la loro sola ragione di vita. Certamente non si erano rassegnati a pensarlo sepolto, come non esistesse più. Tutto si può seppellire, ma non l’amore, che genera sempre speranza.

E così il Sabato era diventato il tempo dell’Attesa, come è il ‘sabato’ di quanti, raggiunti dalla Grazia del Perdono, attendono che l’Amore mostri il volto di una storia nuova.

Si scrive tanto, oggi, del bisogno di molti di tornare alla fede smarrita, e quindi alla speranza.

Chi di noi, amici carissimi, non ha passato simili momenti, in cui si aveva l’impressione che la vita non avesse più senso e ‘ci sentivamo come morti’?

Ed, all’improvviso, vederselo davanti, splendente di gloria – perché morire per amore, non è finire nella cenere, da dove tutti veniamo, ma è entrare in una Vita, che nulla più ha di questa esperienza terrena! – era........non ci sono parole per descrivere le sensazioni, i sentimenti, i pensieri!!!

Ma una cosa è certa: tutti i timori cadono ed inizia un cammino nuovo, che porta in Alto, varcando le soglie della morte, eredità del peccato di Adamo!

Eppure anche in questa esperienza dirompente della resurrezione, la nostra ottusità continua ad emergere, come nell’incertezza degli Apostoli, nell’incredulità di Tommaso, nell’incapacità di riconoscerlo dei discepoli di Emmaus, nella convinzione della Maddalena, che il Maestro le sia stato sottratto… Un’incredulità persistente, che assomiglia tanto alla nostra, di fronte all’annuncio che un giorno risorgeremo.

Se pensassimo che verrà anche per noi la Pasqua, quando saremo noi a risorgere e – speriamo – entreremo nella gloria del Risorto, come vivremmo più intensamente la nostra esistenza quaggiù!

È un pensiero che dovrebbe accompagnarci sempre, per dare alla vita quotidiana la giusta prospettiva con il senso dell’attesa di quel giorno.

Se vivessimo in tale consapevolezza, cambierebbe tanto di noi, che a volte ci affidiamo alla vita come una situazione ‘provvisoria’ senza futuro o affaticandoci, come fanno tanti, stupidamente e tragicamente a costruirsi solo un Golgota, convinti di creare ‘giorni di uomini’, illusi di poter, ancora una volta, oscurare ‘il giorno del Signore’.

Non sia così per noi credenti: facciamoci riempire il cuore di stupore e di amore.

La memoria della Pasqua ci aiuti ad entrare nel Mistero della vita con Cristo Risorto, Vivo, che da allora attraversa tempi e anime con la Sua Gioia.

Sono venti secoli che quell’annuncio si ripete, come un ‘oggi senza tramonto’.

Ha raggiunto tantissimi nella storia: meglio, è la stessa storia della Chiesa.

E anche oggi possiamo risentirlo...sempre se, come Maria, come gli Apostoli, come i discepoli, siamo animati dal desiderio di trovarLo ... perché senza di Lui, senza Resurrezione, direbbe S. Agostino: ‘a nulla varrebbe vivere!’.

Ma occorre vivere seguendo le parole che S. Paolo scrive ai cristiani di Colossi:

“Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù,

 dove è Cristo seduto alla destra di Dio;

rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.

Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!

Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato,

allora anche voi apparirete con Lui nella gloria” (Col. 3, 1-4)

L’augurio è che il nostro tempo conosca la bellezza del Cristo Risorto, esca dalla notte che fa paura e, insieme ai tanti cristiani oggi perseguitati e martiri per la fede, possiamo essere ‘testimoni di Gesù Risorto’ e, quindi ‘con Lui e per Lui, speranza del mondo’.

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