PADRE TIZIANO SOFIA "PARLIAMO DI VIGNE, DI UVA E DI VINO " 5^ dom Pasqua - B

 3 maggio 2015   5^ dom Pasqua - B
Se nei Paesi a clima equatoriale, o tropicale è difficile comprendere il
Vangelo di oggi (vigna - uva), chi in Italia non conosce la vite, non ha visto
tanti vigneti, moltissima e ottima
uva e finalmente depositi o cantine pieni
di bottiglie e di botti? Conosco i vigneti di quasi tutta l'Italia. Splendidi
quelli del Piemonte, come quelli della terra di provenienza del papà di
Papa Francesco, il Monferrato; poi le Langhe, il Roero. Chi non conosce il
Barolo, il Chianti, la Barbera? E i vini veneti e friulani, i siciliani e i
marchigiani? Come sarà stato il vino di Cana non quello regalato da Gesù
con un miracolo?
Lunga introduzione? No. Crediamo di sapere quasi tutto sui vigneti, le uve, i
vini. Poi, messi alle strette, scopriamo di essere solo buoni bevitori, non
enologi. Ma dietro ad ogni bottiglia pregiata c'è un lavoraccio poco conosciuto.
Chissà che il Padre Eterno non abbia imparato dai Piemontesi a preparare una
vigna, a potare (arte difficilissima e necessaria), a vendemmiare nei giorni giusti,
e finalmente a produrre vino... per il banchetto mondiale nel Paradiso!
Siamo cristiani "a parole", per sentito dire che siamo stati battezzati.
Dimentichiamo la cresima, l'Eucaristia domenicale
"Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua,
ma con i fatti e nella verità". (2^ lettura - Giovanni).
Immagina un bel grappolo d'uva in via di maturazione che sta attaccato alla vite
solo 45 minuti alla settimana, poi gli piace rimanere staccato da essa per tutta
la settimana, se pur si va ancora in Chiesa? Parlo di cristiani "parolai".
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Gli stessi che, fuori Chiesa, credono che il conto con Cristo sia pagato a
sufficienza; poi si continua a bestemmiare, a sparare giudizi su tutti; a rubare, a
divorziare, a "divertirsi" con droga, alcol, donne, uomini, bambini; a non
lavorare onestamente, a non pagare il dovuto, a non rispettare le giuste leggi,
ecc... E il giorno della vendemmia? Ecco!
Bello che Gesù chiami suo Padre come "vignaiolo", che oggi si preferisce
chiamare "viticoltore", più chic! Ma è lo stesso. Un VITICOLTORE con cesoia
speciale per potare, conoscitore dell'arte della potatura, controllore
dell'andamento della maturazione, esperto di vinagione e finalmente a tavola!
Stiamo prendendo sul serio questa parabola molto semplice? C'è un pericolo:
capiamo poco di vigne, meno ancora di vino! Mase non c'è vigna, non c'è uva;
niente uva, niente vino.
Cosa fare?
. Lasciarsi "curare" dal viticoltore, che è esperto e severo: butta al fuoco i tralci
improduttivi! Attenzione, è fuoco eterno...
. RIMANERE CONTINUAMENTE attaccati al tralcio e il tralcio alla vite. E la VITE
BUONA è solo CRISTO.
. Attenzione agli uccelli ghiotti di uva buona e dolce!
. E il giorno della potatura, ringraziare il Padre, anche se la cesoia è
impietosamente tagliente!
. E non andiamo ad insegnare al Padre come e dove potarci, cosa comunissima
tra i"buoni cristiani" poco cattolici!
. Gioiamo della vendemmia! E' l'ora della pigiatura, un tempo fatta con gambe
e piedi, oggi tutta un'altra cosa... Ci vuole a tutti i costi! Tipo vecchiaia,
malattie...
. Non è finita: il mosto che ne deriva ha bisogno di maturare e diventare
lentamente vino (mi scusino gli addetti per le imprecisioni procedurali della
vinificazione! Da ragazzo mi piaceva mangiare uva, bere mosto, poco pigiare).
MA UN BEL GIORNO, grazie al lungo processo, all'intervento del viticoltore,
delle forbici, del sole, dei macchinari, delle botti, eccoti il GRANDE BANCHETTO
UNIVERSALE, con il nostro VINO!
Chi ci fa maturare perfettamente? La linfa, il sole, l'acqua: cioè l'Eucaristia
(dopo l'innesto nel giorno del battesimo); cioè la Parola; cioè il tempo. A Dio il
giudizio se siamo uva buona o da buttare. SE il grappolo, la nostra famiglia, è
cresciuto bene. SE rispettiamo tutto il processo vinicolo.
Grappoli BUONI, UVA BUONA, DOC, per vino VERO (non "cinese"!).
COSA CHIEDERE AL VITICOLTORE?
- Di accettare di star sempre innestati alla vite. II peccato ci stacca e mette in
pericolo la vendemmia!
- Di accettare la più accurata potatura, "senza pietà". I tralci inutili ci rubano
linfa preziosa!
- Di sognare la vendemmia, e pazienza con la pigiatura e la fermentazione.
- Di avere un posto a tavola nel banchetto universale ed eterno, con "carni
abbondanti" e "vini generosi", dice I'Antico Testamento. Un gran bel sogno...
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E i tralci secchi, senza uva, e i grappoli acerbi senza succo, e la poca cura per
scacciare i "tanti uccellacci".
"Chi non rimane in me - VITE - viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo
raccolgono, lo gettano nei fuoco e lo bruciano! (il Vangelo di oggi, sic!).
Più chiaro di così!... Io avrei una paura matta a staccarmi anche per un solo
secondo da Cristo! Potrei finire male!
Come mai moltissimi cattolici non stanno attacati all'Eucarestia?

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