D. Gianni Mazzali SDB"DIO E' AMORE"

10 maggio 2015 | 6a Domenica di Pasqua - Anno B  | Omelia
Siamo tutti indistintamente cercatori dell'amore. La vita umana inaridisce e di spegne senza l'amore. Amare ed essere amati è un bisogno fondamentale, insopprimibile, è l'impulso più prepotente in ogni essere umano. Le sofferenze più atroci, le depressioni, i traumi e le tragedie del vivere hanno più spesso la loro origine in un amore mortificato, nella negazione dell'amore, nella
devastazione della solitudine, del rifiuto, del disprezzo. L'amore segna le nostre gioie più limpide e i nostri turbamenti più devastanti. Per tutto questo ci conquista la Parola di oggi che proclama che Dio è amore.

Dio accoglie e salva tutti

Il brano degli Atti degli Apostoli, che ha come sfondo la conversione del pagano romano Cornelio, evidenzia una tendenza della nostra natura umana ed esprime allo stesso tempo una verità confortante della nostra fede. L'amore, se non è costantemente vagliato e purificato, tende ad essere possessivo, a chiudersi e pertanto ad escludere, a dividere. Una fede chiusa può diventare una ossessione, una insensata pretesa di esclusività. Un amore possessivo impoverisce man mano, impazzisce e si autodistrugge.
Dobbiamo riconoscere che vi sono frammenti di tale tendenza nell'esperienza di ciascuno di noi per esserne consapevoli ed apprezzare fino in fondo il respiro di universale apertura della pagina degli Atti "Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia a qualunque nazione appartenga". Pietro si esprime in modo semplice, diretto, ma dice una verità dirompente, delle cui portata forse lui stesso non è del tutto consapevole se si considerano i suoi tentennamenti successivi e la sua incertezza. Gesù ci ha rivelato un Dio su cui nessuno può pretendere il monopolio e l'esclusiva. Il Dio di Gesù davvero accoglie e salva tutti; un verità confortante e in costante controtendenza.
Ce ne accorgiamo anche oggi quando siamo mortificati e sconcertati dalla contrapposizione di fedi diverse che genera intolleranza, violenza, assurda e crudele barbarie. La Parola ci incalza a non chiuderci a riccio, a non circoscrivere la nostra fede, a non scoraggiarci, nonostante le palesi contraddizioni, nel testimoniare una salvezza universale che non esclude nessuno, a credere, nonostante le contraddizioni, in un Dio che è di tutti e per tutti.

Dio ci salva nel Figlio

E' bello e nello stesso tempo educativo riflettere sul metodo e sull'agire di Dio. Chi è potente è tentato di far sentire l'efficacia e il protagonismo dei propri interventi. Ci colpisce invece, scorrendo tutta la storia della salvezza, come Dio, l'Altissimo, l'Esistente, raramente è intervenuto in prima persona nel fluire degli eventi, ma spessissimo si è servito di intermediari, di rappresentanti, di messaggeri, talvolta di angeli, più spesso di uomini. Pur riconoscendo il nostro bisogno di essere salvati da lui, ci ha sempre valorizzati, ha voluto coinvolgerci e non scaraventarcela dal cielo la salvezza!
Il suo amore tenero, delicato e coinvolgente si è manifestato nel suo supremo dono del Figlio a tutti gli uomini: "In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui".
Dio, l'Architetto, il Creatore di tutto diventa "Salvatore" nel Figlio che è apparso per tutti "il Figlio dell'uomo". E' lo stesso Giovanni che contempla e ci scrive dell'amore di Dio, di Yahweh, l'Innominabile, manifestatosi nel suo Figlio prediletto. Ci consegna una verità tra le più sconvolgenti: Dio ha scelto l'umanità vera, autentica di suo Figlio, nato da Maria, per adottarci tutti indistintamente, per farci figli suoi e restituirci la dignità perduta.

Dio ci comanda di amare

E' davvero un paradosso. Ti viene spontaneo controbattere: l'amore non si può comandare, l'amore è l'esperienza più libera, più spontanea, verrebbe da dire più "illogica" tra tutte. In che senso può dire Gesù ai suoi, nel suo discorso di addio: "Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri"?
Semplicemente perché l'amore è il "segno" della fede dei suoi discepoli, di tutti i discepoli di Cristo. Devi sentirti incalzato ad amare, a lavare i piedi, a raggiungere gli ultimi, a non considerare nulla di esclusivamente tuo perché diversamente la tua fede è vana e corrisponde ad un rifiuto del dono della salvezza.
L'amore concreto, quotidiano deve essere l'ossessione di ogni cristiano che, solo nell'amore, ha la certezza di essere salvato dall'Amore.

"Chi prende su di sé il peso del prossimo e in ciò che è superiore cerca di beneficare l'inferiore; chi, dando ai bisognosi ciò che ha ricevuto da Dio, è come un Dio per i beneficati, egli è imitatore di Dio"
(Anomino cristiano, Lettera a Diogneto).

D. Gianni Mazzali SDB

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