D. Mario MORRA SDB "Gesù è salito al cielo e siede alla destra del Padre"

17 maggio2015 | 7a Domenica: Ascensione - Anno B | Omelia
Celebriamo oggi la festa dell'Ascensione del Signore al cielo. Nel Credo noi professiamo la nostra fede in questo mistero con le parole: "Gesù è salito al cielo e siede alla destra del Padre".

Quale significato hanno queste parole? Certo non vogliono indicare il cielo in senso fisico, astronomico, al di là delle stelle, quasi che Gesù abbia compiuto un viaggio da astronauta! Per cielo intendiamo una realtà molto più profonda, uno stato, una condizione di vita: Gesù entra nella gloriosa condizione divina, non più soggetta allo spazio ed al tempo, anche come uomo.
Gesù, che con l'incarnazione si è svuotato della sua gloria divina, abbassandosi fino alla condizione di servo, nella Passione e Morte ignominiosa della croce, ora è dal Padre esaltato e costituito Signore dell'universo.
Quindi l'Ascensione non indica l'uscita di Gesù dal mondo, ma piuttosto una sua nuova presenza divina nel mondo, senza condizionamenti di tempo e di spazio.
Con l'Ascensione possiamo dire che si avveri la parabola del buon pastore che, dopo aver cercato affannosamente la pecorella smarrita, la trova, se la pone sulle spalle e torna all'ovile a far festa. Gesù con la sua vita di dolore e di morte, ha ricercato la povera umanità smarrita nelle tortuose vie del mondo, l'ha ritrovata, se l'è posta sulle spalle, con la pesante croce, ed ora torna alla casa del Padre colmo di gioia.
Con Lui l'umanità intera esulta, perché salvata: "Nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te" abbiamo pregato all'inizio della nostra celebrazione. Gesù asceso al cielo ci indica la meta finale del nostro pellegrinaggio terreno: viviamo sulla terra, ma siamo orientati verso il cielo, verso il paradiso, senza dimenticare le realtà terrestri!.
"Perché state a guardare il cielo?" dicono i due uomini in bianche vesti agli Apostoli, meravigliati nel vedere salire Gesù in alto. Gesù ha appena detto loro: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura".
Opportunamente oggi celebriamo la 49a giornata per le comunicazioni sociali, per tutti i mezzi cioè che servono ad annunciare il Vangelo di Gesù: la nostra preghiera ed il nostro impegno perché i tanti strumenti moderni di comunicazione trasmettano fedelmente l'annuncio di salvezza portato da Gesù e servano efficacemente per la nuova evangelizzazione.
Noi cristiani non dobbiamo fermarci a guardare il cielo dimenticando la terra. Al contrario, dobbiamo impegnarci nella storia a svolgere la missione che Gesù ci ha affidato.
S. Paolo, scrivendo ai cristiani di Efeso, dice: "Ascendendo al cielo… Gesù ha distribuito doni agli uomini"; e intende con queste parole indicare i tanti doni che Gesù ci comunica per mezzo dello Spirito Santo ad edificazione della Chiesa. Tra questi doni vi è il dono particolare che ha fatto ad ognuno di noi, singolarmente, "al fine di edificare il corpo di Cristo". Per questo dobbiamo sentirci tutti impegnati nel collaborare, ognuno con i propri doni, alla crescita della comunità cristiana, "fino alla sua piena maturità".
Gli Atti degli Apostoli ci descrivono la vita della Chiesa fin dai suoi primi giorni e ci mostrano come il vero protagonista di tutto sia lo Spirito Santo. Gesù ha scelto gli Apostoli nello Spirito Santo, ed ora, prima di lasciarli soli e tornare al Padre, promette loro: "Sarete battezzati in Spirito Santo fra non molti giorni" "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria, e fino agli estremi confini della terra".
In forza dello Spirito Santo i discepoli sono resi capaci di essere testimoni di Gesù Risorto, in tutto il mondo, a partire dal proprio ambiente, "da Gerusalemme". La missione del cristiano non è generica: è calata nella concretezza della propria terra, della propria città, del proprio quartiere, del proprio campo di lavoro, della propria famiglia.
"Fino agli estremi confini della terra", senza chiusure, portate da pregiudizi e da egoismo: dovunque vi è il fratello, la sorella nella sofferenza o nella necessità, lì dobbiamo testimoniare con la nostra fede ed il nostro amore, la presenza amorosa e salvifica di Gesù Risorto.

Luca negli Atti ci descrive il "dopo Ascensione" e ci dice "Allora gli Apostoli lasciarono il monte degli Ulivi e tornarono a Gerusalemme.…Erano tutti concordi e si riunivano regolarmente per la preghiera con le donne, con Maria, la Madre di Gesù, e con i suoi fratelli".
Dopo l'Ascensione di Gesù al cielo, Maria è circondata dagli Apostoli e dalle Donne, in preghiera nel Cenacolo in attesa della discesa dello Spirito Santo nella Pentecoste.
Don Bosco ha voluto rappresentarci, nel meraviglioso quadro, proprio questa realtà: Maria è l'Ausiliatrice della Chiesa nascente, e prepara gli Apostoli a ricevere lo Spirito Santo.
Quest'anno felicemente la festa di Pentecoste coincide con la festa di Maria Ausiliatrice: chiediamo a Maria di prepararci Lei stessa a ricevere degnamente il dono dello Spirito Santo per la Chiesa, per il Papa e per tutti noi..


D. Mario MORRA SDB

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