D. Mario MORRA SDB"Dio è amore"

10 maggio2015 | 6a Domenica di Pasqua - Anno B | Omelia
Il Papa Benedetto XVI ha voluto intitolare la sua prima lettera enciclica con la semplice affermazione Dio è amore, per ricordarci l'amore che Dio ha per noi e, per riflesso, l'amore che noi dobbiamo avere per i nostri fratelli e per le nostre sorelle, figli tutti dell'unico Dio Padre.

Il messaggio che ci viene dalla Liturgia della Parola di questa domenica è racchiuso proprio nell'affermazione dell'apostolo Giovanni; "Dio è amore".
"Che cosa si poteva dire di più? - scrive S. Agostino - Se niente si dicesse in tutte le altre pagine della Bibbia, e solo questo avessimo udito dalla bocca dello Spirito di Dio, non dovremmo chiedere nulla più".
Dio è amore. Questa affermazione non è la conclusione di un ragionamento filosofico o teologico, ma è la sintesi che Giovanni trae da tre fatti fondamentali; e cioè dal fatto che:
a) Dio ci ha amato per primo, prima di ogni nostro merito, quando ancora eravamo peccatori, indegni del suo amore: "In questo sta l'amore di Dio: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi";
b) Dio ci ha amato al punto da inviare il proprio Figlio a salvarci: "In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo Figlio Unigenito nel mondo perché noi avessimo la vita".
c) Dio ci ha amato tanto da perdonare i nostri peccati, anche a prezzo del sangue del suo Figlio, sacrificato per noi "vittima di espiazione dei nostri peccati e perché noi avessimo la vita per mezzo di Lui".
Secondo S. Giovanni, la conseguenza logica di questo amore universale e gratuito di Dio non può essere altra se non quella di "amarci gli uni gli altri".
Se Dio ama tanto ciascuno di noi, anche noi dobbiamo amarci vicendevolmente dello stesso amore.
E questo, anche se difficile, è possibile perché, come ci assicura S. Paolo, l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori dallo Spirito Santo, fin dal Battesimo; lo possiamo quindi, e lo dobbiamo riversare sugli altri, amando tutti con il cuore stesso di Dio.
Nel Vangelo è Gesù stesso che ci parla dell'amore del Padre e dell'amore suo personale: "Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi".
Sappiamo tutti quanto ci abbia amato Gesù, fino a dare tutto se stesso, morendo sulla croce per noi.
L'amore di Gesù è il dono più grande: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici".
L'amore di Gesù è dono assolutamente gratuito: "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi", e non desidera altro se non il nostro bene e la nostra salvezza: "vi ho costituiti perché andiate e portiate molto frutto e il vostro frutto rimanga", "perché chiunque crede in me non muoia, ma abbia la vita eterna".
Come contropartita di tanto amore, Gesù richiede unicamente che noi ricambiamo il suo amore: "Rimanete nel mio amore", lasciatevi cioè afferrare dal mio amore, accoglietelo, restate uniti a me come il tralcio è unito alla vite. Corrispondete al mio amore non con le parole, ma con i fatti, osservando i miei comandamenti: "se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio amore.…Voi siete miei amici se farete ciò che io vi comando".
Il comando di Gesù, quello che riassume tutti i suoi desideri, è il comandamento dell'amore: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. … questo vi comando: amatevi gli uni gli altri".
Il nostro amore deve rivelare e perpetuare nel mondo l'amore di Gesù. Saremo veramente cristiani, degni di questo nome, nella misura con cui ci sforziamo di amare, come Gesù, i nostri fratelli.

Nella 1a lettura abbiamo un esempio concreto di quanto sappia operare l'amore di Gesù.
L'effusione dello Spirito Santo su Cornelio ed i suoi familiari, pagani, fa comprendere a Pietro ed alla primitiva comunità cristiana, che l'amore di Dio non è limitato ad un solo popolo, ad una sola categoria di persone, ma è universale; la salvezza è offerta a tutti, senza distinzioni o preferenze.
Pietro constata: "sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a Lui accetto".
Il nostro amore di cristiani deve essere universale, al di là di ogni discriminazione e divisione.
Abbiamo l'esempio dei Santi!
San Luigi Orione, ardente di amore per i più poveri, era solito dire: "Fare del bene sempre, fare del bene a tutti, fare del male a nessuno".
Abbiamo appena celebrato la festa di S. Domenico Savio: da Don Bosco ha appreso un amore grande per Dio e per i compagni, soprattutto per i più lontani, per portare tutti al Signore.
Anche Madre Mazzarello, che in settimana ricorderemo in modo particolare, ci insegna, con la sua vita, ad amare il Signore in ogni momento della giornata, facendo ogni cosa, anche la più piccola, per amore suo, ed a riversare questo amore su tutti, specialmente sui giovani,

Ci prepariamo a celebrare con solennità la festa dell'Ausiliatrice. Maria, la Madre di Gesù e Madre nostra è la Madre del bell'amore; ci aiuti ad amare Gesù come lo ha amato Lei, ed a riversare tanto amore sui nostri fratelli e sulle nostre sorelle.


D. Mario MORRA SDB

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