D. Severino GALLO sdb"DIO E' AMORE"

10 maggio 2015 | 6a Domenica di Pasqua - Anno B | Omelia
La ricchezza delle Letture d'oggi è straordinaria. Bisognerebbe fermarsi a lungo su ogni parola, soprattutto sulla seconda Lettura e sul Vangelo.
Cerchiamo di cogliere almeno l'idea centrale: quest'idea centrale rappresenta, forse, il culmine della Rivelazione cristiana, l'anima profonda di tutta la nostra fede. Si tratta del problema di Dio, il problema dei problemi.
* 1. IL MISTERO DI DIO E IL MALE
Alcuni negano Dio. Altri, più numerosi, sono indifferenti: il
problema di Dio - dicono - non ha rilevanza pratica. Dio è superfluo: ci sia o non ci sia, non cambia nulla.
Altri infine credono in Dio e fra questi vogliamo metterci anche noi. Ma la nostra fede - spesso - è tormentata da dubbi, da interrogativi, soprattutto riguardo al mistero del male, del dolore, del peccato, della malvagità umana: perché Dio permette tutto questo? Perché non lo impedisce?

La risposta c'è, anche se piena di mistero:

1. Dio permette il male, perché sa trarre il bene anche dal male (anche se noi spesso non vediamo come);
2. il tempo è breve e il dolore, il male, la morte saranno eliminati nell'eternità (eccetto che per coloro che sino all'ultimo rifiuteranno l'amore di Dio).
Risposta piena di mistero, senza dubbio, ma su questo mistero le Letture di oggi gettano una luce abbagliante; : non nel senso che tolgano il mistero, ma piuttosto illuminano il mistero con un altro mistero, anche se questo può sembrare paradossale.

* 2. DIO E' AMORE

Quest'altro mistero, che getta luce su tutto, viene espresso dalle straordinarie parole di San Giovanni: "Dio è Amore".

Se San Giovanni non avesse scritto che queste tre parole, sarebbe il più grande di tutti gli evangelisti. E' stato detto - giustamente - che "queste parole squarciano le nubi che ricoprono la terra e illuminano tutto il mistero della storia" (MOLLAT).

Quest'idea di Dio Amore, era inconcepibile prima del cristianesimo.
Il poeta latino Orazio scriveva: "Gli déi hanno altro da fare che intervenire nelle faccende degli uomini".
E il grande filosofo greco Platone: "Se fossimo déi, non conosceremmo l'amore".

Certo, perché l'amore, presso gli antichi pagani, era concepito come tendenza verso il bello, il buono, (l'eros platonico). Era concepito come ricerca di una pienezza che non si possiede.
E' chiaro che Dio - in una simile concezione - non può essere Amore: infatti Egli è perfettissimo e non ha bisogno di nulla, non può tendere verso altri…

* 3. L'AMORE COME DONO

Il Cristianesimo però ha introdotto una nuova concezione d'amore. Il Cristianesimo ha insegnato agli uomini che l'amore è anche e soprattutto DONO, comunicazione, espansione. E si manifesta nel fatto che il ricco si china sul povero, il sano sul malato, il buono sul cattivo, il santo sul peccatore.

L'amore è scendere, umiliarsi, consumarsi per l'altro. Possiamo allora capire un po' di più la carica rivoluzionaria contenuta nelle parole di San Giovanni: "Chi non ama, non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo perché noi avessimo la vita in lui.

In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato suo Figlio come vittima d'espiazione per i nostri peccati".
E' Lui che ha amato noi. Che parole stupende!

Se guardiamo in filigrana i testi d'oggi, notiamo che ricorre con insistenza questo abbassarsi: il Padre ama il Figlio, il Figlio ama noi peccatori, noi dobbiamo amare gli altri.
L'amore dunque tende a donare, a dare a chi non ha, a chi è al di sotto di noi. Ora questo amore, questa spinta, questo uscire da se stessi è giunto fino a noi.

Dio, che è Amore, non dà delle cose. Dio dà delle persone. Il Padre ci ama e per noi sacrifica suo Figlio.
Il Figlio ci ama e per noi sacrifica se stesso sulla croce.
La Pentecoste è il "dono di Dio" per eccellenza: è lo Spirito Santo.
L'Eucaristia è una Persona: "Questo è il mio Corpo".
Si ama il fratello non solo nella misura di quello che si dà, ma anche nella misura di quello che si è. Cerchiamo di "essere" per donare: essere Gesù per distribuire Gesù.

* 4 LASCIARSI AMARE DA DIO

Ci può essere una forma terribile e sottile d'orgoglio che non vuole ricevere, non vuole lasciarsi amare. Questo è il peccato del demonio, di Satana.
Non lasciarsi amare, chiudersi nella propria sufficienza, sentirsi qualcuno che non ha bisogno di nulla e di nessuno, sentirsi ricco e di bastare a se stesso… Questa è la morte, fisica e spirituale.
Invece Gesù ci dice: "Come il Padre ha amato me, così anch'io amo voi. rimanete nel mio amore".
Cioè lasciatevi amare, lasciate che io vi inondi con il fiume dell'amore e della misericordia: "Rimanete nel mio amore".

Dio è una sostanza… indispensabile per la nostra vita…

E' accaduto tempo fa in Austria.
Un bambino di quattro anni aveva dato segni di stranezze: all'insaputa dei genitori, correva in cucina, specialmente di notte, quando era sicuro di non venire sorvegliato, affondava le manine nella cassetta del sale e ingoiava manciate e manciate, non già di zucchero, come possono fare i bambini di quell'età, ma di sale. Inesplicabile stranezza! Lo portano in clinica per sottoporlo ad esami ed osservazioni; naturalmente gli viene così impedito di prendere il sale, ma quell'impedimento gli è fatale e, dopo pochi giorni, il bambino muore.
All'autopsia risulta che il bambino aveva una fortissima deficienza di una sostanza indispensabile all'organismo, deficienza alla quale egli suppliva, per istinto, ingerendo sale. Se lo avessero lasciato mangiare del sale, non sarebbe morto.

Il nostro corpo ha bisogno assoluto, per vivere, d'alcune sostanze. La nostra anima, analogamente, ha bisogno, per vivere, - e non solo per vivacchiare e per non morire - ha bisogno assoluto di Dio. Questo, Gesù lo sa benissimo: ci conosce intimamente. Dobbiamo quindi lasciarci amare da Lui, se non vogliamo morire.

*  5. A NOSTRA VOLTA PERO' DOBBIAMO DONARE

Questo amore di Gesù che giunge fino a noi, non può rimanere sterile, infecondo. Proprio perché amore, tenderà a donarsi ad altri, a chi è al di sotto di noi, più infelice di noi, più cattivo di noi…

Questo amore dovrà imitare quello di Gesù, che sacrifica se stesso, che dona la sua vita: "Egli ha dato la sua vita per noi, così anche noi dobbiamo dare la vita per i nostri fratelli", perché "nessuno HA UN AMORE PIU' GRANDE DI QUESTO , DARE LA VITA PER I PROPRI FRATELLI". Ma per imitare Gesù nel donarci ai fratelli, dobbiamo comprare da Lui un… bastimento d'amore.

Sentite questo racconto:

"Una notte sognai che sul Corso era stata aperta una nuova bottega, con l'insegna: "Dono di Dio".
Entrai e vidi un angelo dietro il banco. Meravigliato, gli chiesi: - Che vendi, angelo bello?
Mi rispose: - Ogni ben di Dio!
- Fai pagare caro?
- No, i doni di Dio sono tutti gratuiti.
Contemplai il grande scaffale con anfore d'amore, flaconi di fede, pacchi di speranza, scatole di salvezza… e così via. Mi feci coraggio e, poiché avevo immenso bisogno di tutta quella mercanzia, chiesi all'angelo:
- Dammi un bel po' d'amore di Dio, tutto il perdono, un cartoccio di fede e salvezza quanto basta!
L'angelo gentile mi preparò tutto sul bancone.
Ma quale non fu la mia meraviglia, vedendo che di tutti i doni che avevo chiesto, l'angelo mi aveva fatto solo un piccolissimo pacco, grande come il mio cuore.
Esclamai: - Possibile? Tutto qui? Allora l'angelo - solenne - mi spiegò:
- E sì, mio caro: nella bottega di Dio non si vendono frutti maturi, ma soltanto piccoli semi da coltivare!".

Cari Fratelli e Sorelle, allora chiediamo alla Madonna - Madre del bel amore - di aiutarci a far fruttificare in noi questi germi d'amore. Anzi che ce ne ottenga da Gesù un… bastimento intero…

                                                                        D. Severino GALLO sdb

Commenti

Post più popolari