don Roberto Rossi " L'amore infinito di Dio"

VI Domenica di Pasqua (Anno B) (10/05/2015)
Vangelo: Gv 15,9-17
La definizione più bella e la rivelazione più completa di Dio è questa: "Dio è amore". E' l'apostolo Giovanni che nel suo vangelo e nelle sue lettere non fa altro che ricordarci questo: Dio è amore, anche noi dobbiamo essere amore, dobbiamo "amarci gli uni gli altri".
E' importante meditare, contemplare, gustare la
profondità dell'essere di Dio che è Amore. Dio è amore: è amore sempre, è amore verso ciascuno e verso tutti, è amore nella sua vita intima di Trinità d'amore, di fuoco di amore infinito, inimmaginabile, indescrivibile, onnipotente e tenerissimo. Dio è Amore!
Che idea ho normalmente di Dio? Come lo penso? Come lo sento? Quante volte ho idee piccole e limitate di Dio; quante volte ho idee di Lui che non hanno niente a che fare con Dio, anzi rasentano l'ingratitudine e la bestemmia; quante volte lo sento lontano, quasi che non pensi mai a me, che si sia dimenticato di me...
No, Dio è Amore! Sempre, solo, unicamente e infinitamente amore, verso ciascuno e verso tutti, verso tutte le "sue creature", come cantava S. Francesco.
Questo apre sempre alla serenità, alla gioia, al senso pieno della vita, in ogni situazione. I santi sono stati capaci di fedeltà e di gioia, anche nelle situazioni più delicate e difficili.
Questo apre la nostra vita a vivere l'amore: come dice già l'antico comando: "Amerai il Signore Dio tuo, con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze e amerai il prossimo come te stesso". Siamo chiamati a vivere l'amore, come ci ha insegnato Gesù con tutta la sua vita, col suo insegnamento, con il suo comando "nuovo": "Amatevi gli uni gli altri, come Io ho amato voi".
C'è a volte una sensazione diffusa, derivante dalla poca contemplazione di Dio amore e da una immagine distorta di Dio che si annida nella mente, che mette in atteggiamento di essere noi che facciamo molte cose per il Signore. Andiamo a messa, diciamo preghiere, facciamo buone azioni, cerchiamo di mettere in pratica i comandamenti. Viviamo la religione come tutto quell'insieme di cose che "noi" facciamo per il Signore (come se Lui avesse bisogno delle nostre cose!) La religione non è quello che noi facciamo per il Signore, ma tutto quello che Lui ha fatto, fa e farà per noi, per l'umanità, per l'universo.
Quanto è necessario rettificare queste impostazioni! E quando noi facciamo qualcosa per il Signore, non si accresce qualcosa in Lui, ma siamo noi ad essere fortunati di poter costruire scelte e fatti di vita belli, buoni, importanti, duraturi, che in Dio acquistano un significato pieno con il sapore dell'eternità, oltre che di una grande realizzazione umana.
I brani della parola di Dio ce lo illustrano con molta chiarezza:
"In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio...." "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga".
Dio è Amore: nel suo amore ci ha scelti, ci ha fatti suoi, ci fa partecipi della sua opera di amore, della sua missione di salvezza. Questo lo sente e lo pensa ogni consacrato: Il Signore ha pensato a me, mi ha scelto, mi ha chiamato, mi ha dato questa vocazione...
ma questo lo può sentire e pensare ogni cristiano, per la sua chiamata alla fede, al battesimo, all'amore, all'apostolato, alla propria vocazione e missione, come ad es. la famiglia, il lavoro, l'impiego della propria vita per gli altri.
Da questa contemplazione e da questa presa di coscienza dell'amore di Dio, di un amore di scelta e di predilezione, viene immediato il desiderio di "rimanere nel suo amore", di osservare i suoi comandamenti, di amarci gli uni gli altri, come Gesù ci ha amato.
Sull'amore del prossimo occorre diventare più precisi. A memoria le frasi del vangelo, gli insegnamenti di Gesù li conosciamo bene. Ma in concreto, pur con tutte le difficoltà, cerco di togliere tante mancanze di amore e di carità che ci sono nella mia giornata, nel mio rapporto col prossimo? Cerco di coltivare il più possibile tanti atteggiamenti di amore verso le persone, come la comprensione, la pazienza, il perdono, l'incoraggiamento, l'aiuto morale e materiale, il servizio, la stima, la fiducia, il pensar bene e il parlar bene, la riconciliazione...?
L'amore deve essere concreto, espresso in fatti: "fratelli - scrive S. Giovanni - non amiamo a parole, ma con i fatti e nella verità".
Ogni parola, ogni atteggiamento, ogni pensiero, ogni azione può essere un vero atto di amore o può essere, purtroppo, un peccato contro la carità.
Anche un semplice sorriso può essere un riflesso di Dio Amore; tanto più una vita donata!
E questo Gesù ci ha detto "perché la sua gioia sia in noi e la nostra gioia sia piena". Il Signore vuole la nostra felicità e la felicità la troviamo nel rimanere nel suo amore e nell'amare gli altri.

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