Enzo Bianco, sdb"QUEL MISTERO CHE CI PORTIAMO DENTRO"

31 maggio 2015 | 9a Domenica: Ss. Trinità - T. Ordinario B | Omelia
Festeggiamo volentieri il giorno della nostra nascita: parenti e amici, torta e candeline. È giusto fare festa. Ma col Battesimo siamo nati alla vita cristiana, e diventati figli di Dio. E chissà perché, il compleanno della nostra nascita
come figli di Dio non lo festeggiamo.
Eppure quel giorno si è realizzato un avvenimento straordinario. Per ogni cristiano si è compiuto il comando che Gesù aveva impartito agli apostoli: "Andate in tutto il mondo, ammaestrate, battezzate." Siamo stati battezzati "nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo." Cioè nel mistero della santa Trinità.
* Nel Vangelo odierno possono suonare strane queste parole che Matteo mette in bocca a Gesù: "Battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo". Gesù avrebbe nominato la Trinità? Sembrebbe strano… Ebbene gli studiosi della Bibbia, che sanno come si sono formati i Vangeli, ci spiegano che Matteo ha semplicemente messo sulla bocca del Signore la formula liturgica che era propria del rito battesimale praticato fin dagli inizi nella Chiesa primitiva.
Intanto il mistero trinitario, nascosto in Dio da tutti i secoli, nel giorno del battesimo mette radice nel cuore dei cristiani. Dio si rende presente in modo speciale. C'è dunque motivo per fare festa.

I PUNTI FERMI SUGGERITI DA GESÙ

Il cristiano consapevole è come soggiogato dal mistero di Dio che si porta in sé. Cercherà di capire, ma già il nostro padre Dante ha avvertito: "Matto è chi spera che nostra ragione / possa trascorrer l'infinita via / che tiene una sustanzia in tre Persone" (Purgatorio 3,34-36).

* Però sulla Trinità possiamo mettere insieme alcune idee suggerite da Gesù.
- Primo, sappiamo che Dio è Padre, che in Gesù ha rivelato il suo amore indefettibile per gli uomini.
- Secondo, sappiamo che Gesù, mandato a noi dal Padre, ha presentato se stesso come Figlio di Dio.
- Terzo, che Gesù prima di tornare al cielo ha donato agli apostoli lo Spirito Santo, che opera nelle nostre coscienze e nella Chiesa.
- Infine che Gesù ha inviato gli apostoli nel mondo ad annunciare la buona notizia e a battezzare nel nome del Dio uno e trino.
Questi sono punti fermi sulla Trinità, suggeriti da Gesù. E su questi punti in 2000 anni abbiamo continuato a pensare con le nostre testoline…

DIO, UNA FAMIGLIA

Abbiamo scoperto per esempio che Dio non è una solitudine, ma è come una famiglia. I teologi arrampicandosi sui vetri spiegano più o meno così: in Dio il Padre ama il Figlio, e a sua volta è riamato. Questa doppia corrente di amore, in Dio, si fa concreta, si fa persona: lo Spirito Santo. Lo Spirito è l'amore vicendevole del Padre e del Figlio, fatto persona.
- Uno dei primi pensatori cristiani si è espresso con un'immagine piena di poesia: ha chiamato lo Spirito Santo "il bacio che si scambiano il Padre e il Figlio".
- Sant'Agostino con una delle sue intuizioni geniali: "Abbiamo l'Amante (il Padre). l'Amato (il Figlio), l'Amore (lo Spirito Santo)".
- Così Dio risulta "non una solitudine ma una famiglia", modello per le nostre famiglie.

* La Bibbia ha anche detto che l'uomo è stato creato a immagine di Dio: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza". Così si arriva a scoprire che anche l'uomo non è solitudine, ma portato a costruire famiglie, in cui si realizza la vocazione all'amore. E l'amore umano diventa visibile, si fa persona, nei figli.
Ecco la nobile somiglianza delle nostre famiglie alla Trinità di Dio. A pensarci, forse si guarderebbe ai propri cari con occhio più buono e sereno. E si vorrebbe vivere accanto a loro, con loro, con maggiore affetto, dedizione, e generosità.

* La famiglia trinitaria porta a pensare anche alla grande famiglia degli uomini, l'umanità. Se si guarda alle sue vicende di ogni giorno, essa appare frantumata dall'egoismo, lacerata dall'odio. Ma l'invito del Signore è a unificarla nella carità. Papa Giovanni diceva: "Lasciamo da parte ciò che ci divide, cerchiamo ciò che ci unisce". È un programma stupendo, sia per le piccole famiglie che per la grande famiglia dell'umanità.

* A noi cristiani trasformare quella parte di mondo in cui viviamo, perché diventi famiglia secondo il modello divino. Sarà una goccia, ma con sette miliardi di gocce possiamo formare l'oceano.

SPIEGARE AI BAMBINI?

Si può tentar di spiegare il mistero trinitario ai bambini? Forse si può aiutarli a fare il primo passo, secondo la loro gamba. Per esempio…
Una vispa catechista ha spiegato ai ragazzini: "Sapete? Hanno dato un numero di telefono anche alla Santissima Trinità". Pierino: "Diccelo e io ci provo col telefonino ".
E la catechista: "Allora prendete nota, il numero è 6163. È un numero misterioso e segreto, e bisogna capire cosa vuol dire. Riferito a Dio, 6163 diventa un atto di fede, e significa: Sei uno, sei tre. E ci vuole un telefonino speciale, che non è Samsung ma si chiama preghiera. Chiudete gli occhi, unite le mani, pregate la Trinità, e se avete l'orecchio fino sentirete nel vostro cuore il bip bip della risposta."

* La festa di oggi ci ricorda che portiamo in noi il mistero della Trinità, dal giorno del Battesimo. Si tratta - ed è bello, anche se è difficile - di vivere queste realtà divine nel giorno dopo giorno.

Enzo Bianco, sdb

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